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giovedì 20 maggio 2021

Chiesa mai alla Juve, Gasp zero tituli, non ci resta che andare a vincere a Crotone


Dovendo togliermi subito il dente della stretta attualità sono combattuto tra il continuare a credere che l’allenatore non possa incidere più di tanto, o se unirmi al coro di “grande Gasp”, “Pirlo insulso”, “Pioli ceppicone”, e per quest’ultimo punto bisognerà tifare Juve anche se il rovescio della medaglia sarà quello di ritrovarsi un Pirlo ancora meno insulso. Ma se Pirlo da allenatore ha già vinto più del Gasp, se i titoli vinti da Ronaldo sono numericamente superiori a quelli vinti dalla totalità della rosa atalantina forse Pirlo si è avvalso dei benefici della promessa non mantenuta di Rocco “Chiesa mai alla Juve”. O forse sarà meglio non considerare il palmares degli allenatori che ci piacciono e considerarlo invece solo quando dobbiamo dimostrare la pochezza di quelli che non stimiamo. Tornando a noi poveri di rosa e di allenatore il problema di ciò che si prospetta tra mercato, rinnovi, allenatore appunto, e sospensiva Viola Park, porta alla luce un dilemma che ci si rinfaccia tutte le volte che le cose precipitano. Da Cecchi Gori, all’ultimo Della Valle, al primo e unico Rocco, il tifoso virtuoso che si astiene totalmente dall’alcol mantiene intatte tutte le facoltà mentali, ma chi le mantiene intatte non può astenersi totalmente dall’alcol in tali condizioni. Nel frattempo il Bambi vorrebbe sapere come è fatto materialmente questo "Green Pass", e quando l’ho guardato male ha voluto precisare che lo chiedeva per un amico falsario. Bambi al quale non frega niente di come viene gestita la Viola, e quindi se sta prendendo una brutta piega anche la prossima stagione. Stesso atteggiamento di quando rincara la benzina tanto lui mette sempre i soliti 20 euro. Allora gli ho detto che non può fare lo struzzo, e invece di indignarsi quando gli stranieri pubblicano video dove si maltratta la cucina italiana, lì sì che se ne dovrebbe fottere, tanto quella merda di roba se la mangiano loro. Il calcio è cambiato tanto da quando, piccoli, ce ne siamo innamorati, e quante volte ci siamo cimentati in discussioni interminabili per confrontare i giocatori delle varie epoche per capire se oggi avrebbero avuto lo stesso tipo di carriera. Ma nell’impossibilità di verificare quelle che erano le loro caratteristiche applicate alla velocità aumentata di oggi, ho invece facilmente potuto trasportare una Audrey ai giorni nostri e trasformarla in Pulgar. Giorni nostri che riportano al passato di un Italia che grazie a Rocco è più Calabria che America, a quel mese coi parenti, e di mangiate in terrazza col televisore che trasmette i film di Totò. Il sud, la 127 blu, il caldo, il viaggio. Sentire nominare mondi sconosciuti come il calcio. La mia condanna invece è pubblicare editoriali pur essendo consapevole che tacere è un’attività prestigiosa. Rocco ci sta dicendo che la felicità ce la dobbiamo guadagnare mentre l’infelicità ci spetta di default. Io per non sentire più le conferenze stampa vivo ormai su un regionale per Livorno con la speranza che salga qualcuno sul treno e si metta a suonare il violino.

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