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sabato 2 maggio 2020

Lo scolapasta



Un ex compagno di cella del Bambi, ora che aveva comprato un food truck è imbufalito perché sostiene che non ha senso stare ancora chiusi con 1800 ricoverati in terapia intensiva quando ce n’aveva mandati di più la zia di Bari vecchia con le cozze avariate. Poi si è chiesto se i malati l’intubano ancora o gli danno due aspirine. Si dice che ne usciremo migliori, sarebbe sufficiente che accadesse a certi ingegneri che progettano gli abitacoli delle auto per capire che lo spazio tra il sedile e il freno a mano è tanto largo da caderci il telefono e tanto stretto da impedire alla mano di entrarci. Di più surreale dei film di Sorrentino solo la Meloni che da lezioni di democrazia e il “Bomba” che vuole far parlare i defunti. Chissà cosa direbbe l’articolo 18 se potesse parlare. E pensare poi che sono già tre anni e mezzo che Renzi ha lasciato la politica. Come passa il tempo. Mentre anche le friggitorie d’aria sono al collasso se non arriverà subito della liquidità a fondo perduto. Il segreto è non voler niente dal Governo, quindi non aspettarsi niente, e puntualmente si viene esauditi. A proposito di crisi ricordo ancora quando la Beatrice dalle poppe grosse, dopo una presa di coscienza che il suo seno stava più comodamente dentro lo scolapasta piuttosto che in una coppa di champagne, trovò riparo dietro l’unico libro fortunatamente grande, si accorse così di quanto ero ignorante, in casa avevo solo le strisce di Lupo Alberto sufficienti a coprire appena un capezzolo, da allora smise di cercare la propria immagine del seno negli specchietti per le allodole. Dopo che Conte ha vietato gli spostamenti fuori regione, questa estate io e la Rita ci dovremo accontentare di andare a Capalbio. Al Bambi cambia poco visto che la mascherina nasconde un pezzo di maschera.

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