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lunedì 25 maggio 2020

Amarezza



Le messe sono riprese ma l’Ascensione grazie ad alcuni preti è pure in podcast; il Paraclito, la vita, l’ovile, la porta e il pastore, la strada verso Emmaus, Tommaso, la Risurrezione, le Palme e la Passione, Lazzaro, il cieco, la Samaritana. Io ringrazio il Riesling anche se troppo giovane. Rimango qui a vivere la fase due come ritorno alla normalità nel senso di vecchie frustrazioni, come rinunciare alla girata al mare per via delle previsioni e restare a casa a guardare il sole. A pensare che movida è un termine triste come veglione. Che forse il trota era quello più intelligente della Lega, perché se due positivi infettano un negativo, due negativi guariscono un positivo. Se invece incontri tre infetti insieme è associazione a delinquere. La vertiginosa corsa al ribasso nelle competenze, gli slogan che la gente vuol sentire per accattivarsi simpatie, una gestione sanitaria pessima fatta passare per modello. Il Gallera si è dimenticato di dire quanto dura l’offerta se due ne infettano uno! Da quando ho capito chi gestiva la sanità lombarda ho iniziato una relazione intima con l’amarezza, e se fossi un cantante vorrei tanto scrivere un pezzo di quelli che ai concerti si usano gli accendini, solo per dargli il titolo “commissariate la Lombardia”. Chiudo per una volta con amarezza quindi; sono convinto che molti degli abbracci ossuti dei vecchi che a più di qualcuno mancheranno sono colpa loro. Amarezza che bilancio con i papaveri, è mattina ed è troppo presto per bere.

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