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sabato 13 luglio 2019

La pausa della pausa



Fine settimana, forse ancora pizza da Michele, è comunque tempo di spesa, spasso, svago, stasi di mercato. E’ tempo di fare alcune riflessioni. Quando un utente se ne va dal blog va a stare meglio, ed è solo per questo che non intraprendo tentativi di convincimento a restare. Io che amo gli utenti che frequentano questo spazio preferisco lasciarli andare via liberi per il loro bene. Perché quando uno dice mi prendo una pausa dal blog, o se la prende senza dirlo, considerato che il blog era già una pausa dalla vita, vuol dire che siamo alla pausa della pausa. Un grande lusso a cui partecipo in silenzio religioso, ammirato e affettuoso. Lo preciso perché il Bambi mi ha attaccato sostenendo che do l’impressione di quello che non gliene frega niente di chi va via. Me ne frega troppo per trattenerli invece. Sennò potrebbe passare il messaggio che chi fa i pompini non può chiedere chiarezza sul business delle adozioni di minori sottratti alle famiglie. Il silenzio non si concilia insomma con il menefreghismo. E poi credo che la salvezza stia proprio nei cambi di direzione. L’ho fatto una volta sola di rincorrere un utente per non lasciarlo andare, portava occhiali da sole ed era mattina presto, quando lo raggiunsi scoprii che si riparava gli occhi dall’essere morto dentro. Così oggi preferisco sperare che vadano a stare meglio, e da quel giorno ogni volta che qualcuno se ne va mi consolo con un’ottima tisana alla frutta; la sangria. Capitolo Balotelli, per lui che non ha la misura del limite, che inciampa di continuo nelle cose in cui sbatte, per lui bisogna cercare di adattare un po’ il mondo perché non è che può fare tutto da solo. Per non perdere certezze, invece, c’è piuttosto da evitare che sia la Ferrero a cambiare. E mi riferisco alla ricetta dei biscotti danesi nella scatola di latta.

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