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martedì 16 luglio 2019

Un essere a metà


Non andate da Michele, non fate cazzate. Di fronte ad una pizza vera si potrebbero insinuare dubbi anche sulla Fiorentina da Champion che fu. Se invece si fosse pronti a ricredersi sul fatto che a Napoli sanno fare la pizza, si potrebbero rivedere anche le colpe sui gol sbagliati da Simeone a porta vuota, sia considerando la porta mezza vuota o mezza piena. Magari si scopre che la pizza buona la fanno a Genk ed è per questo che ci vanno a giocare fior di campioni. Fior di latte di campioni. Forse sembrerà persino strano che le pizze sono solo due; Margherita e Marinara. Il resto è Fantacalcio. E non bisogna credere a Michele per forza che è così troppo napoletano per saperlo, magari facciamocelo dire da un sudtirolese, molto più convincente. Là dopo Bressanone dove è nato anche il lampredotto. Sono abbastanza convinto che tra gli utenti di questo blog, tra quelli che hanno passione e qualche rudimento gastronomico, intendo quelli che i carapaci dei crostacei non li mangiano ma li usano per farci la bisque, ci sia il nonno di Heidi, asociale al punto giusto, ma con un cuore grande. Uno che si fa i cazzi suoi anche sulla carpenteria del cornicione. Un essere con l’accento tipico del pizzaiolo della Val di Fleres, e il corpo da muratore con tanto di cazzuole al posto delle mani. E della serie “pennello grande” o “grande pennello” vi suggerisco il modo per ritagliarsi uno spazio congruo nell’eterna battaglia alla conquista di un posto al sole. Riguardo alla pizza va tutto bene, tanto non c’è mai limite al peggio, basta non imboccare la settimana al contrario perché c’è il rischio di fare un frontale. Che poi a quanto si sente nei telegiornali ci sono già le strade piene di tossici che guidano.

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