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martedì 23 luglio 2019

In piazza San Felice il Bambi gesticolava con fare preoccupato


Il periodo del calciomercato è esaltante per certi versi, pensiamo all’arrivo di giocatori considerati campioni, quelli che fanno sognare. Allo stesso tempo però, è anche il momento in cui il rischio che invece arrivi qualche giocatore improponibile, toglie il sonno. Ieri in piazza San Felice, per rendere bene l’idea, e per dare enfasi a questa tipologia di rischio, il Bambi ha usato una metafora che trovo interessante e che quindi voglio condividere. E’ partito dalla lava, per passare alla fase del suo raffreddamento, poi ci ha messo milioni di anni di piogge, tettonica, venti e terremoti, alla fine l’incontro con il mare, e altri milioni di anni in cui inizia l’erosione, lo sminuzzamento, fino a formare la sabbia, che poi diventa spiaggia. Poi ci nascono città tipo il Forte, e alla fine ci va a calpestarla Norgaard. Vi rendete conto? Per questo oggi trattiene il fiato come quando deve fare le foto in costume. L’umore si è fatto ancora più scuro, sottolineava a chiusura del suo pensiero, perché le giornate si stanno già accorciando. Mettersi una maglia addosso che non ti meriti non ti consente in automatico di diventare un bravo giocatore, è un po’ quello che succede quando uno si ricopre di tatuaggi, tentativo inutile, perché tanto si vede lo stesso il fisico di merda. Se hai da mostrare mostra. Perché non fare acquisti? Perché mostrare che non si hanno problemi di soldi mettendosi magliatte accollate. Fateci vedere le poppe! Se in tutto ciò che ho scritto leggete qualcosa d’intelligente è solo colpa del Polase, che grazie alla sua formula concentrata mi ha tolto la stanchezza mentale per una finestra temporale sufficiente a scrivere questo editoriale. Ci tengo a dirlo perché a voler sembrare intelligenti a tutti i costi, si rischia di sembrare solo spaventati di non trovare un terzino destro.

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