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mercoledì 7 aprile 2021

Spaesati, feriti, ma anche un po' fave(las)


Secondo me una volta passata la paura della retrocessione è arrivato il momento di superarne un’altra; quella di pesarsi. Non a caso al Bar Bianchi ormai si discute quasi solo di passera, io poco anche di quella perché non sono malato di sesso, tutti gli altri sono ipocondriaci. L’unica cosa che è rimasta normale sono i sogni, dove siamo ancora entusiasti della Viola e nessuno porta la mascherina. Ricordatevi poi, senza stare sempre a chiedere, che la quarta ondata è in fondo a destra. Al Mandela Forum intanto ieri hanno vaccinato con gli avanzi di Pasquetta. Dopo i fasti del viale dei Mille, il nostro oggi è un viale del tramonto senza viale e senza nemmeno tramonto. Adesso faccio una considerazione che parte dalla passione per l’arte, e per fortuna Rocco non ha ancora deciso di buttare giù gli Uffizi per farci gli uffici, penso a quante difficoltà andrebbero incontro oggi le donne di Modigliani, dove i pensieri per la pandemia sarebbero troppo pesanti per certi colli così fini. Se vogliamo vedere un qualche bagliore in fondo al tunnel prima delle scalette sotto la Fiesole, possiamo prendere atto che quei pochi grammi di ottimismo che ci rimangono sono per uso personale. Il Bambi naturalmente se li è fatti subito tutti, e così con la bocca impastata ha cominciato a farfugliare di aver raggiunto la pace di quando la tabella di marcia va definitivamente a puttane. Intanto teniamo pianto e rimpianto sotto copertura di amianto, perché la passione è per sempre. E’ Eternit. Così dall'Oltrarno spingiamo la nostra fiorentinità ferita a colpi di colonne ioniche come Gioiosa, verso il nord della città. E ci ritroviamo, spaesati, in via Baraccopoli.

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