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giovedì 8 dicembre 2016

San Frediano melting pot di tattiche per metterlo nella pot



Quando nasce un amore non è solo un pezzo di Anna Oxa, visto che è un tema che ultimamente ci interessa da vicino, direi più un’opportunità. Come quando un giocatore ha una possibilità di dimostrare il proprio valore perché manca il titolare e deve sfruttarla. Mi viene in mente Lapadula. Quando nasce un amore si porta immancabilmente dietro anche l’amico che parla dei suoi primi problemi davanti a una pizza, e quando dice “mi è passato persino l’appetito”, bisogna farsi trovare pronti con “dai che la finisco io”. Al Bambi l’argomento intriga molto perché anche lui ha spesso nuove storie, e a questo proposito mi raccontava com’è bello quando tutto ha inizio, di come va matto per i loro culi, ma poi con la routine finisce per apprezzare più la loro cucina. Un percorso dai contorni sfumati quello che porta al calo del desiderio, dei trigliceridi e del colesterolo alto. Intanto un’indiscrezione venuta fuori sull’aereo per Baku conferma che Sousa non rinnoverà la prossima stagione perché ha finito le dita dove legarsela. La sua voglia di vivere a Firenze ricorda ormai quella più generale di vivere di un altro grande della panchina; Zdenek Zeman (che in questo periodo ha problemi nella fase difensiva, non i soliti ma quelli di come proteggere meglio il presepe dal gatto). Sempre sull’aereo per Baku, Sousa, dopo il 4-3-1-2, il 4-3-2-1, il 3-4-2-1, il 3-4-1-2, 4-2-3-1, il 3-2-4-1 e il 3-2-3-2 ha varato l’ultimo e più suggestivo modulo: illudere l’avversario di crollare a terra per crampi, rialzarsi all’improvviso e partire in contropiede leggendo il suo stupore negli occhi. Questa volta il modulo non ha un codice numerico ma è stato denominato “Hulk Hogan” (lui quando si rialzava sferrava calci e pugni, e poi Hogan è un marchio dei Della Valle). Sousa ha fatto scuola in città con certe soluzioni tattiche innovative anche all’interno della stessa partita, in San Frediano i suoi fan hanno formato un gruppo che non si toglie il casco quando scende dal motorino in modo da tenere il telefono incastrato nell’orecchio. Di contro, quelli del contropiede, i più anziani, quelli di Trapattoni e Mondonico, rappresentati magnificamente dalle vedove dei vecchi fiaccherai, in memoria di un calcio che fu usano trascinare le carrozzine dei nipotini ancora come una volta.

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