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venerdì 16 dicembre 2016

Formazione astrousa



Invece del senno di poi di cui sono piene le fosse che costeggiano la statale del Brennero da Bressanone a Vipiteno, c’è la partita a spiegare benissimo come mai non faccio l’allenatore di calcio. Perché io uno come Kalinic lo farei giocare centravanti. E questo permetterebbe a Zarate di giocare in un ruolo a lui più congeniale, e quindi di esprimersi per quello che vale. Ma che cosa ne so io di formazioni e di tattica. E che cosa ne so io di come si fa a snaturare una squadra con così tanta ambizione da perdere persino le motivazioni per un intero girone di ritorno. Per esempio non avrei mai aspettato così tanto ad inserire Ilicic, mi sarei fatto prendere dall’ansia della rimonta mentre la squadra non aveva certo bisogno di recuperare un gol di svantaggio. Io non avrei mai affrontato la partita con una formazione infestata di difensori e centrocampisti, solo con un disperato là davanti che non ha come caratteristica migliore quella di lottare con intere difese avversarie, difendere il pallone e far salire la squadra. Io avrei fatto una formazione molto più coraggiosa, non a caso prendo le fette di salame mentre ancora lo stanno tagliando perché il desiderio di salame è più forte della paura del coltello. Un allenatore professionista invece deve calcolare tutto con invidiabile freddezza e lucidità, si anche l’inserimento di Tello a 2 minuti dalla fine, e l’affettato compra di quello già in vaschetta. Prima di questa partita erano solo due le cose a terrorizzarmi, adesso invece, dopo la morte e le donne struccate devo aggiungere anche Tatarusanu, Salcedo, Gonzalo Rodriguez, Astori, Milic, Sanchez, Badelj, Vecino, Olivera, Bernardeschi, Zarate (a proposito di quella cosa di cui son piene le fosse sulla statale 12, che non mi piacesse questa formazione l’avevo scritto prima ancora che Sousa la partorisse). Almeno se avesse fatto come a Milano con Perez e avesse fatto esordire Maistro. Rammarico che si aggiunge al cartellino giallo di Badelj e alla consapevolezza che probabilmente Zarate ci è stato sottratto indebitamente. Ma non sono neanche un dottore, non solo non sono un allenatore, perché se Sousa accusasse forti emicranie tenderei a tranquillizzarlo dicendo che i suoi non sono mal di testa ma dolori di crescita del cervello. Perché la sconfitta di Genova è chiaramente figlia di scelte cervellotiche della crescita. E’ chiaro, per non dire bianco come lo yogurt che esce dallo stabilimento Mila. Purtroppo, e specie proprio dopo questa sconfitta i dolori li ho io ma da un’altra parte, menomale che dopo la partita il mio posto preferito dove andare a consolarmi era aperto per turno, così mi sono avvicinato al bancone, l’ho fissata con gli occhi di chi soffre veramente e gli ho chiesto il solito. E’ stato allora che la farmacista mi ha dato la Preparazione H.

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