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lunedì 23 novembre 2020

Non tutto può essere risolto col wok


Farsi il sangue amaro dopo un rutto di partita come questa, che rende onore solo a Rocco maestro del genere, contro il Benevento in casa che ne aveva perse cinque consecutive, non conviene, meglio farsi un amaro e basta, magari due. Il Bambi costretto a guardare il calcio degli altri, con il City ha finalmente capito che Sterling ovation nasce dai super gol del numero 7. L’esatto contrario di uno stop di Kouame, di un allenatore bollito, di una squadra che ha i peggiori attaccanti della categoria. Poi il primo gol in serie A di Improta porta alcuni di noi a trovare difficile da spiegare a certi nostri tifosi anziani questa Fiorentina da retrocessione, gli stessi ai quali era già stato difficile spiegare durante il primo lockdown che non era possibile uscire di casa perché erano tornati i tedeschi, e nel secondo dovergli confessare di essere ebrei. Difficile da capire anche come possa il calcio fermarsi durante una pandemia, coi positivi in rosa, durante un nubifragio su Crotone-Lazio, una pioggia di meteoriti, il ritorno di Prandelli, l’invasione delle cavallette, la fine dei Cosmos da oltreoceano a Oltrarno. Lontani i tempi in cui il Maradona dei Carpazi giocava nel Brescia e l’Italia metteva il lucchetto al telefono. Forse non serve nemmeno Prandelli per andare in B, come alle donne non serve farsi le unghie tanto gli guardiamo il culo. E una partita rovinata non può sembrare nemmeno un quadro di Rothko. Magari ogni problema potesse essere risolto col wok, mentre l’unico rinnovo che possono chiedere a Prandelli è quello della patente per portare le olive al frantoio. Lontani pure i tempi di Pioli, quando bastò sostituirlo per sentire la musica della Champion. Mentre lui senza di noi rimane triste solitario ceppicONE in classifica.

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