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domenica 26 aprile 2020

Considerazioni l'una a un metro e ottanta dall'altra


Ogni 25 Aprile penso a quanto sarebbe opportuno nel mondo del calcio ripristinare il ruolo del libero, poi però ripenso a quando “Chi è l’ultimo?” lo chiedevamo solo dal dottore, e allora mi faccio piacere anche la difesa a cinque quando subiamo e quella a tre quando offendiamo. Sempre sperando che la fase due non sia come il sequel di certi film. Fase due che permetterà a Maometto di andare alla montagna. Il Bambi non se l’è sentita di festeggiare la liberazione senza la grigliatona, non gli piacciono le pubblicità di questo periodo, e vorrebbe che almeno venisse tolta l’IVA  dalle mascherine. Mentre io mi sono reso conto di non aver bevuto nemmeno un bicchiere di Nerello Mascalese ieri per dare spazio ad un Matera Greco Dop, e sarà stato sicuramente per questo se a un certo punto la mascherina sul mento mi ha ricordato il casco slacciato. Mi capita di ammucchiare tazze, piattini, bicchieri sul tavolo dove lavoro come nei migliori documentari sull’abbrutimento della classe media. Problemi che non riguardano solo me se è vero che per combattere la quarantena depositata sui fianchi la compagna del Bambi si è detta pronta a comprare il pezzo di sopra del bikini due taglie più piccole così nessuno noterà la pancia. Ultimamente è stata sorpresa alla cinque del mattino mentre sentiva in cuffia Tom Waits alla finestra e parlava con il suo lampione preferito mangiando uno yogurt scaduto. Poi è uscita e ha fatto fare un tiro alla sua statua preferita. Capperi e origano sulla pizza di ieri mi sono sembrati un assembramento legittimo. In questi 45 giorni ho pensato a come diventare una persona migliore, poi mi sono rincuorato perché è il pensiero che conta.

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