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mercoledì 1 giugno 2016

Con il reggiseno di poi


Per una volta non farò quello alla Carraia, oggi sono in Abruzzo (nella valle del Vomano), ma domani me ne vado in Maremma per il ponte, e prima di andare a Capalbio vorrei affrontare il tema che so starvi più a cuore dopo lo sponsor sulla maglia: le zanzare. La mia è solo una indicazione, che però se utilizzata correttamente, e senza nessun moralismo di sorta, potrebbe aiutarvi ad affrontare meglio la stagione nelle notti insonni, quando cioè l’assenza di notizie buone dal mercato vi terrà con gli occhi sbarrati. Quello che ho premura di farvi sapere,  insomma, prima di andare sulla mia duna preferita, è che per capire se è la zanzara giusta, dovrete verificare se si lega i capelli prima di succhiarvi. Se così non facesse, e quindi sarete costretti a ucciderla, dovrete essere drastici: aspettate che si posi, avvicinatevi e poi “bam!” le parlate dei problemi che avete con Cognigni. Quando penso invece al ritorno di Corvino non so se siete sull’orlo di una crisi di nervi più voi o più le rondini per via di una primavera assente come la società. Magari, già che ci sono, passo anche da Bolgheri, e a proposito di buone annate sono convinto che quella passata sia stata una di quelle migliori per gli psichiatri. Vado. Insomma vado incontro alla poesia delle poppe che iniziano a bruciarsi al primo sole. Quanta qualità. E una delle qualità che ammiro delle donne è proprio quella loro capacità di avere le poppe. Con il reggiseno di poi dico basta, ho deciso: chiedo alla Rita.

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