.

.

sabato 15 settembre 2012

Adamo ed Eva Henger

Tutto è cominciato con la donna e con la mela, e hai voglia a dire che una mela al giorno leva il medico di torno, quando l’uomo credulone abbindolato dai consigli salutisti di AntoineRouge, se l’è pure mangiata costringendo di fatto l’umanità a prenderlo nelle mele, questo per dire anche la mia sul tema che ieri ha acceso la discussione sul blog, una mela che per qualcuno è sembrata avvelenata come quella della strega di Biancaneve, mentre io penso che con le proprie mele ognuno possa fare quello che vuole, e mi preme, a proposito di sensibilità, dire soprattutto che gli uomini sensuali hanno molto spesso delle grandi qualità, che in ambito artistico si esaltano dimostrando talento da vendere, che non son proprio mele, e se a me preme sottolineare questo aspetto, mi aspetto, essendo un gran bell’uomo, che ci possa essere anche un buongustaio che me lo voglia premere da dietro, situazione che considero piacevole come un’avance femminile, se il man è un ’uomo come la Kidman. E se Della Valle è il nostro re o per qualcun’altro Renetta, a valle di tutti questi discorsi mi auguro sempre che una persona possa essere giudicata per quello che esprime e non certo per le sue attitudini sessuali, e per quella che è la mia esperienza sugli uomini sensuali, trovo che siano molto spesso persone brillanti e piacevoli, divertenti insomma come la Melevisione, e comunque, tra le mele, i Della Valle, e il fatto che le persone NON vadano giudicate guardando dentro la loro sfera sessuale, personalmente gli dedicherei tutta la Val di Non, paradiso delle mele, per passare così dalla sfera sessuale alla sfera che domani ricomincerà finalmente a rotolare. Abbandoniamo velocemente anche il mondo dei vegetariani, dei vegani e degli animalisti prima che Jordan chiuda la stagione estiva con un trionfale pinzimonio di finocchi, e prima che ritiri fuori la testa anche Don Diego della Vegan, che il Sopra con tutta quella sua grande iperattività nel salire e scendere dalle parole non faccia incazzare qualcuno, proprio perché è quando va sotto che la capra crepa, per non parlare di Deyna che è persona che in tutto quello che fa ci mette una tale passione da portarlo sempre in scena al Teatro Argentina. Adesso andiamo diritti verso la partita di domani sperando che a farci una carezza sia la dea bendata e non un bandito metrosexual, e qua un piccolo dubbio mi assale, perché cosa succederebbe se ad accarezzarci fosse appunto un deo bendato, per noi è normale farci toccare da una dea, mentre allora potrebbe risentirsi la parte femminile del tifo Viola irrigidendosi davanti alle attenzioni di una donna fortuna, mentre per noi è naturale augurarsele. Col Catania insomma bisognerà ripartire subito forte trovando il gioco di Napoli ma soprattutto la vittoria della partita d’esordio contro l’Udinese, spererei di rompergli le mele se non fosse che l’argomento fin qui trattato non mi inibisse la metafora, forse sarebbe meglio usare un espressione figurata diversa, che non si prestasse a facili doppi sensi, considerando magari le reni in sostituzione delle mele, se non fosse che qualcuno in dialisi potrebbe giustamente anche risentirsi, come del resto deve essere chiaro che se a me non piace etichettare una persona per le sue abitudini sessuali, perché lo ritengo un errore, alla stessa maniera anche l’errore di parallasse non può essere considerato moralmente meno deprecabile di quello di un paraculo. Dopo questo breve viaggio nella Val di Non, non posso chiudere senza fare outing, ebbene si domani mi mancherà molto El Hamdaoui, e voi pensatela un po’ come vi pare, perché ogni tifoso ha le sue, e mentre voi giudicherete le mie malinconie marocchine, io penserò invece a un tifoso di quelli sessualmente considerati nella norma, anzi, uno di quelli che non si fa mancare proprio niente, perché è uno che tocca le mele e che in più si chiama Tocca l’Albicocca, e a uno così che non glielo vuoi comprare almeno un giocatore macedone, macchè, pensa che frustrazione sessuale la sua. E a chi li definisce diversi rispondo con un pensiero di Benigni “Abbiamo una cosa in comune. Siamo tutti diversi.” Ma tutti insieme domani dovremo fare soprattutto grande attenzione al Catania, e non solo, perché comunque saremo sempre vigili, strenui difensori della nostra passione ma anche delle nostre caste virtù, e la seconda foto di copertina illustra proprio questo pensiero “giù le mani dalla Fiorentina” ma anche dalla nostra Val di Non.

91 commenti:

  1. Il Teatro Argentina... ahahahahahahahahahah! Dove s'applaude sempre, recita bona o recita cattiva... ahahahahahahahah! Bene, Pollock, adesso aspettiamo che Chiari si sgonfi dal suo incomodo priapismo mattutino e torni fra i pigatelli, che AntoineRouge ci dia le direttive spirituali del giorno, che il Sopra tiri una riga sul suo e sul nostro passato di peccatori, che Jordan & Tocca fruiscano dei vantaggi delle coppie di fatto senza più sciocche vergogne, che Vitalogy la pianti di rompere a sassate i vetri delle finestre di Yo el supremo di prima mattina, che Louis smetta i pantaloni alla zuava per quelli da adulto, che Attila venga svegliato, dopo una notte di bagordi, dalla sua attendenza con gli elmi cornuti, che lared scriva il suo quarto post dell'anno dopo una severa preparazione mentale durata mesi, che Paul si registri e denunci così tutta la sua umana vanità, che Tritaion Anemon non mi giochi altri brutti scherzi.

    RispondiElimina
  2. Ho letto le dichiarazioni di Diego Della Valle, sulla Fiat e chi la comanda , e immagino che mi resterà duro tutto il giorno. Come la interpreterebbe questa cosa Freud, secondo te, Colonnello?

    RispondiElimina
  3. O favalessa su i'fatto della buchite con me un ci scherzare, la coppia di fatto co' un maschio e tu ce l'avra' te, visto anche chi l'è che ti dà le direttive spirituali. A me mi piace la topa, e basta. Alla tu' lista dell'attese e vorre' aggiungere: Aspettiamo che i'colonnello e la smetta di parla' di buchi di continuo pe' da' poi la corpa agli artri d'avecci le fissazioni.  

    RispondiElimina
  4. Quella è la vergogna d'Italia: gonfiata a pompa dal protezionismo liberale, resa grande dal Fascismo, poi colosso dai piedi d'argilla puntellato dalle tasse pagate per sessant'anni dagli Italiani (quelli che le pagano, e che danno il culo da sempre perché evasori analfabeti affittino yacht a Lerici a 600.000 la settimana mignotte incluse però), adesso smobilitata nottetempo da un ladruncolo tognazzesco gruzzolo in spalla. Però DDV non doveva aspettare di esser cacciato fuori dal «Corriere» per uscirsene fuori, anche lui ha partecipato alla congiura del silenzio sulla più lucrativa attività criminale italiana dopo quella diretta da Riina e ora non so da chi. Luchino favino buchino prende le distanze appellandosi alla comune amicizia: patetico italiano del cazzo, che crede di risolvere questioni gravi e oggettive con rappattumamenti personali, roba da meritarsi il ritorno della Gestapo sul territorio (giusto qualche giorno, la lista gliela fornisco io, poi possono tornare alle loro patate, intonando la marcia di Radetzsky).

    RispondiElimina
  5. E adesso possiamo seriamente cominciare a preoccuparci per gli arbitraggi, ragazzi...

    RispondiElimina
  6. Per dire che la FIAT sia stata resa grande dal fascismo bisogna avere l'orologio che va un po'avanti, più facile che le colpe ed i meriti vadano a chi ha diretto l'Italia dal dopoguerra in poi, quando di fascismo se Dio vole ce n'era poco. Ho detto colpe e meriti perchè se è vero che  in maniera delle volte anche più che sospetta ingenti finanziamenti pubblici hanno gonfiato le casse di un'impresa privata, è anche pur vero che questa impresa ha dato lavoro, occupazione e sviluppo a centinaia di migliaia di persone diffondendosi nel mondo intero. Insomma la tua filippica populista solo in parte può essere condivisa.  Se nel dopoguerra, con un paese da rifare quasi da zero, furono scelti, o imposti dal capitale americano, certi modelli di sviluppo basati essenzialmente sul privato (se ce ne avessero imposti altri gli altri vincitori non credo proprio che ci sarebbe andata meglio), i frutti si son visti. Anche e soprattutto per le qualità di un popolo che, in emergenza, è uno dei migliori che ci sia (salvo adattarsi rapidamente al fancazzismo della routine), sono stati grandi frutti, bei raccolti. Lo chiamarono miracolo economico non per niente. A questo miracolo economico partecipò, anzi fu uno dei pilastri, anche la FIAT, non è  stato tutto merda come sembra tu voglia far credere. Lo sta diventando adesso, da un po’ di tempo, per il lassismo di tanti, compresi i tuoi sindacati. Romiti è fuori dalla lotta, personaggio discutibile, ma che di quel mondo se ne intende ed ha detto: “
    «Quando un'azienda automobilistica interrompe la progettazione vuol dire che è destinata a morire. Uno dei principali colpevoli è il sindacato assente: tranne la Fiom, non hanno fatto nulla per contrastare le scelte del management».  D’altra parte Raffaele Bonanni, segretario generale della CISL, li scusa quasi: “il mercato dell’automobile è al lumicino”.  Di certo le colpe delle scelte sbagliate o dei tentativi di furto delle sovvenzioni statali mascherate in qualche modo non son colpa del sindacato, però a me sembra che, anche da parte di quest’ultimo, una certa carenza di controllo, di pungolo, di verifica, ci sia stata. Quanto a Della Valle ha perso la battaglia in RCS, è uscito dal Patto di Sindacato sbattendo la porta, è decisamente un nemico di questa dirigenza o proprietà FIAT, ed ha buon gioco adesso che sono in difficoltà. Lotta di poteri, ma, nella fattispecie, ha tutte le ragioni, perché la stanno facendo davvero sporca.

    RispondiElimina
  7. Jordan, se ti affanni a negare che il Fascismo l'abbia fatta grande sai nulla ma proprio nulla di storia, non solo dell'oggetto in questione. Che il feudocapitalismo malagodiano all'italiana fosse l'unica via, anche nel quadro occidentale, è smentito dai modelli tedeschi, francesi e inglesi che permettono a quei paesi adesso di sostenere l'urto contro la crisi con ben maggior solidità di noi. La forza e l'orgoglio di questo popolo l'ha fatta la piccola impresa tartassata, quella grande poteva dirigerla chiunque, assistita vergognosamente com'è stata, prima che la mondializzazione e la liberalizzazione in Europa facessero schiantare l'incompetenza a spalle protette: nella fattispecie, tre modelli azzeccati in quarant'anni sono non tutta merda ma merda al 90% visto quel che ci è costata.

    RispondiElimina
  8.  http://www.youtube.com/watch?v=DMybtORhOtg

    Impazza la facundomania! [peccato, si potevano impegnare di più con testo e voce]

    RispondiElimina
  9. Sul declino della Fiat,al netto di quanto ha dato e ricevuto dallo stato,ho da sempre una mia personalissima idea basata sull'esperienza e mai riscontrata in alcun opinionista o
    professore e men che meno da qualche giornale.
    Quando andai in Africa la prima volta ero un bambino e non c'erano auto,fatta eccezione per quelle importate dai rispettivi proprietari via mare e un certo numero di Mini Moke.
    C'erano gli inglesi e diversi italiani perchè l'Alitalia collegava roma con Nairobi.
    Insomma c'erano tutti i presupposti per capire che vi era un mercato totalmente nuovo
    dove buttarsi,specie per chi già costruiva vetture come la Panda,auto indistruttibile e a costo contenuto.
    Invece niente importazione,niente costruzione di stabilimenti sul luogo,un mercato potenzialmente enorme nemmeno preso in considerazione.
    Pochi anni più tardi arrivarono i giapponesi e si trovarono per lo più davanti la stessa situazione solo che loro,Toyota in testa,colsero l'occasione al volo e adesso il mercato è
    praticamente tutto nelle loro mani.
    Lì ho capito che a capo delle startegie di Fiat ci doveva essere uno più bischero di un bambino,visto che anche un bambino ci sarebbe arrivato a intuire le possibilità che c'erano.
    Il risultato è che adesso è più facile vedere un leopardo che una Fiat,la domanda cresce tutti gli anni e se un dirigente Fiat volesse venire a vedere che occasione hanno sprecato
    non c'è nemmeno più il Roma-Nairobi...

    RispondiElimina
  10. Oggi si dice disponibile per Prandelli, va in giro con un cappello calcto in testa per non essere riconosciuto e portato sulle spalle in trionfo, l'aveva cercato l'Udinese (ottimo segno), insomma è il nostro eroe.

    RispondiElimina
  11. Sì, tolta la disponibilità per Prandelli...O che vol fare, dopo Osvaldo, l'Argentina B per salvarsi le chiappe [tanto per restare in tema] al Mondiale? Spero comunque lo chiami prima Sabella.

    RispondiElimina
  12.  http://www.youtube.com/watch?v=GQx_ZbUER70&feature=plcp

    RispondiElimina
  13. Certo, Tocca! Ma perché era un sistema proteggi-grulli! Allora, dico io, tanto valeva il Socialismo, a parità di abolizione della concorrenza e propagginazione statale ci sarebbe stato almeno uno straccio giustizia sociale! Ti dirò anche che, sebbene i libri di Castronovo, Berta e Bairati possano insegnare a Jordan cosa abbia fatto il Fascismo per 'sti stronzi, il Fascismo stesso salvaguradava meglio gli equilibri fra le imprese e la politica di concorrenza (icche mi tocca scrivere!). Fino all'altro ieri l'Italia ha proseguito bellamente una politica economica crispina, che ha impedito investimenti stranieri e asfissiato la piccola impresa. Le premesse erano quelle di un secolo e passa fa: paese arretrato, ergo industrializzazione forzosa, ergo quattro o cinque colossi Frankestein, manovrati dallo scienziato pazzo, a far da traino. Questo schemino alla Carletto Mazzone (dico, per intelligenza evolutiva) col capitalismo c'entra come il cavolo a merenda, ha procurato posti di lavoro marci che quando il re è stato visto nudo (scusa Sopra...) si sono svuotati e il resto del Paese è rimasto in minore età. Ma perché avrebbero dovuto cercare nuovo mercati, Tocca? Qui avevano la rendita! Chi ha mezza Lucania o mezza Creuse o mezzo Brandeburgo di latifondo, tanto per portar metafora (nenache tanto: il grande capitalismo italiano è stato latifondo applicato all'industria), non investe certo in tecnologia agricola e non innova in colture.

    RispondiElimina
  14. Senza dover andare molto indietro nel tempo, essendoci al riguardo un dibattito aperto tra storici dell'industria, è inequivocabile invece che i gravi problemi attuali della FIAT derivino dal fatto che gradualmente, a partire dalla prima crisi dell'auto di fine anni 70, le si è consentito di appropriarsi praticamente di tutta la stupenda, varia e gloriosa industria automobilistica nazionale, consentendo la sua graduale "fiatizzazione"; e di questo hanno responsabilità principale tutti i governi che da allora si sono succeduti, ma hanno responsabilità anche  le sinistre ed il sindacato che hanno  appoggiato questa scelta. Io, una trentina di anni fa, ebbi un contrasto con Fassino proprio su questo gravissimo errore che la sinistra allora fece.Ciò ha significato monopolio della produzione, con relativi provvedimenti assistenziali e protezionistici, e suo sbilanciamento sul mercato italiano, con tutte le debolezze che ne sono derivate: scarsa capacità concorrenziale con gli altri produttori mondiali e dipendenza da un solo mercato, che ti affonda se entra in crisi.Siamo l'unico paese industriale con un unico produttore automobilistico. C'è solo da sperare che l'Alfa Romeo, ed anche la Lancia ma ho paura che sia troppo tardi, e anche la Ferrari prima che ci vada Elkan a rovinare anche quella, che hanno ancora grande appeal,  vengano scorporate e vendute ad un grande e capace produttore straniero, e che un altro grande investitore straniero, capace di innovare e di stare sul mercato mondiale, si compri la Fiat, nel qual caso si potrebbe tenere anche la Ferrari. Gli attuali proprietari sono degli inetti, i peggiori mai capitati alla FIAT nella sua storia. Diego Della Valle ha detto quindi cose sacrosante in modo tempestivo ed opportuno, vicenda RCS  di contorno o meno che ci sia. Quanto agli arbitraggi, caro Colonnello, male che vada ci capiterà quello che ci è sempre capitato. Ma anche da questo punto vista, come da quello politico generale nei confronti della FIAT,non è escluso che stia cambiando qualcosa.

    RispondiElimina
  15. Confidenze africaneUn
    amico strettissimo mi racconto'dell'incontro che ebbe,per motivi di
    lavoro e finanza,con Diego e Montezemolo.Fuori da ogni fazione tifosa,mi
    disse che di DV ebbe una visione stupefacente,lui che conosceva quasi
    tutti i tycoon nazionali.E'davvero quello che sembra,simpatico o no poco
    importa,le sue aziende mirano non solamente a utili(priorita'di un
    imprenditore)ma anche allo status di chi lavora con lui.A differenza di
    chi i quattrini se li e'ritrovati o arrivati da finanziamenti,ha grande
    senso della loro misura,ed e' noto quanto gli facesse storcere lo
    stomaco,vedere le buste paga dei calciatori e allenatori,soprattutto
    quello di Prandelli,che gli andava di traverso perche'si prendeva meriti
    quando le cose andavano bene,mentre in caso contrario,le pernacchie
    andavano a lui.Fortunatamente per noi,suo fratello e'diventato
    tifoso,senno'avrebbe lasciato gia'.In RCS ha sbattuto la porta,quando il
    consiglio ha liquidato chi aveva la sua fiducia,additando la scelta
    agli Agnelli,famiglia funesta dal dopoguerra in poi.Caro Jordan,non e'
    populismo constatare che ancora oggi pensano di comprare Jovetic con
    cassaintegrati e futuri disoccupati in piazza,cosa impensabile solamente
    per uno come DDV.Non e'populismo farsi venire il magone durante un giro
    nelle aree industriali intorno Torino,che conosco bene,e vedere quello
    che e'il prodotto delle loro scelte scellerate,furti in piena regola
    coadiuvate dallo stato e sindacati marionette Non e'populismo ricordare
    che quello che per molti fu un imprenditore illuminato,Giovanni,fu in
    realta'un grande incapace,lui e il Romiti che nomini.Nella vita
    imprenditoriale contano i risultati e questi dicono che a fronte di
    tutti i quattrini pubblici ricevuti a babbo morto,Giovanni eredita la
    FIAT al quarto posto come produzione mondiale ben decine di posizioni
    avanti alla VW(sic)con i giapponesi che iniziavano,e la lascia quasi
    fallita,se non intervengono la solita risma di banche clientelari e
    stato rottamatore.Non mi interessa,personalmente conoscere nei dettagli i
    motivi della guerra ora dichiarata col clamore di Piazza Venezia,se
    deriva da ineteressi(non escluso a priori)o da antipatia,non considero
    Diego un gran simpaticone,ne'esente da errori e difetti,ma resta il
    fatto che mi garba parecchio,quando si veste di armatura e lancia in
    resta si dirige di gran galoppo contro questa famiglia
    nauseante.Purtroppo il 25 viene troppo presto e non potro'esserci.Me lo
    immagino come un dipinto bellico del Fattori...
    LeleP.S.a
    quelli che invece i DDV restano sullo stomaco,e son molti,vorrei
    anticiparli con una domandina facile facile:non ti garbano,pensi siano
    il male della Fiorentina?ok,fai un solo nome
    credibile,disponibile,migliore che compri la Fiorentina.Non
    sceicchi...,nome e cognome vero.Il resto e' fuffa.
     

    RispondiElimina
  16. Madonna com'era forte Malagodi! Ha fatto tutto lui! non ho detto che fosse l'unica via ma è stata una via, che, con i suoi ostacoli e le sue tortuolsità ci ha portato ben avanti per decenni. Il resto ce l'abbiam messo anche noi, che, come ho già detto, in emergenza siamo i migliori, nella gestione del normale i peggiori ed è lì che ci son passati tutti avanti. Che il senatore Agnelli il vecchio abbia avuto rapporti ed aiuti (soprattutto per liberarsi degli altri soci) dal regime fascista è noto, tanto che nel dopoguerra dovette defilarsi e lasciare tutto in mano a Valletta per un buon periodo (fino al Giuann). Che però la FIAT si sia sviluppata col fascismo è una balla, si è sviluppata dopo, quella consegnata a Valletta era un nano rispetto a quello che è diventata poi.

    RispondiElimina
  17. Pollock, i post di Lele, di Tocca e di Chiari li unisci ai due miei in un unico ircocervo ferino mostruoso e sotto nick unico, gli togli la museruola, gli fai fiutare una scarpa di Jordan e lo sguinzagli nel Mugello: se anche Jordan manda fuori Migliaccio-casiere con carabina lo sbrana. Il casino è invece se Jordan si è accordato con Facundo... ahahahahahahahah!

    RispondiElimina
  18. Il sito di Pollock è diventato una tribuna in cui si discute di altro. Credo che uno dei motivi sia da ricercarsi nel fatto che la nuova squadra mette un po' tutti d'accordo. I vecchi partiti guelfi e ghibellini, Bianchi e Neri, si sono dissolti in uno di quei rari momenti della storia fiorentina in cui non ci si azzuffa. Tutti inneggiano a Valero e  Roncaglia e persino la mancanza dell'attaccante passa per occhio. Per quanto riguarda il tema del giorno, ecco il mio parere. Gli operai erano al tempo stesso i produttori e gli acquirenti delle macchine Fiat. I destinatari delle piccole utilitarie di massa erano quegli operai, appunto, o impiegati a reddito fisso che potendo contare sulla certezza di uno stipendio mensile e di una pensione facevano un pensiero ad una nuova auto Fiat o ad un scooter Piaggio. La delocalizzazione ha fatto si, ed accadrà sempre di più in futuro, che questa sterminata classe media si sia vista privare di ogni certezza. I figli e i nipoti degli operai e impiegati degli anni sessanta non hanno lavoro e se ce l'hanno è precario. L'impresa produce all'estero a prezzi più bassi. Già: ma a chi vende i propri prodotti se il mercato interno è disintegrato? In sostanza le grandi imprese europee hanno segato l'albero su cui stavano sedute. Poichè le loro strategie sono miopi, la risposta è costituita da nuove delocalizzazioni che porteranno alla chiusura di Mirafiori. Preciso che il mio è un parere da storico e non politico. 

    RispondiElimina
  19. Jordan, ho citato Malagodi perché era un alfiere puro della tendenza, è ovvio che la responsabilità principale era democristiana, loro hanno governato e deciso ininterrottamente. Sul fascismo ti ho fornito sotto bibliografia minima, che se vuoi ti posso integrare: ti eviterà di ripetere grosse inesattezze. E' ovvio che nel dopoguerra l'affare si sia ampliato! Tutto in proporzione, ma la posizione dominante e l'innervamento li ha acquisiti sotto il Fascismo e sulla scia del rapporto con l'esercito e con la casa reale. Fino alle commesse della '15-'18 vendevano trabiccoli (beh, dopo hanno continuato... ahahahahahahah!).

    RispondiElimina
  20. La globalizzazione che poi è produrre dove costa meno ha portato a tutto questo. Quanto ai mercati di quello interno ci se ne frega perchè se ne trovano altri. Tutto questo è valido in teoria, porta alla ridistribuzione dei redditi nazionali (a tutto scapito delle economie più vecchie come la nostra ed il bello, cioè il brutto ha da venire), e deve essere gestito da grandi manager e non da peracottari come spesso sono stati i nostri, perchè scelti, e questo è l'unico punto sul quale ha ragione il Colonnello, sulla base di logiche di spartizione, più o meno mafiose.

    RispondiElimina
  21. Signori, vi presento il Male.

    RispondiElimina
  22. Mi sembra che l'unico che abbia voglia di guerra sia tu, negli altri post non ho vista particolari aggressività, solo pareri o considerazioni. Comunque ho invitato Facundo a pranzo, bistecca mugellana e tortelli

    RispondiElimina
  23. Il mio era solo un contributo di vita vissuta per dare l'idea del perchè sia finita così,Colonnello,e la tua sottolineatura del perchè cercare quando non c'è bisogno chiude idealmente il cerchio e si sposa benissimo con la mia tesi dell'incompetenza dei vertici,
    non quelli di adesso dove c'è realisticamente ben poco da fare,ma di quelli venerati e rimpianti.
    All'epoca di cui ho descritto i fatti c'erano ancora tutti e sono loro i responsabili.
    Sul dibattito inerente al Fascismo preferisco aspettare ancora che questo paese contestualizzi e storicizzi il fenomeno,visto che a quasi un secolo di distanza se ne parla
    ancora come fosse ieri.

    RispondiElimina
  24. Guarda Lele che siamo d'accordo quasi su tutto, anche su Agnelli e Romiti (che ho nominato definendolo personaggio discutibile, quindi non certo facendogli un complimento). Non son certo io il difensore della FIAT e della Juventus, ma essendo un moderato con la fissazione dell'obiettività mi fa un po' rizzare il pelo il manicheismo. Il tutto bianco e il tutto nero non esiste in natura. Esiste il bianconero e ci sta sulle palle a tutti in ugual misura.

    RispondiElimina
  25. Chiari su tutto questo non ho obiezioni di sorta

    RispondiElimina
  26. Ma se lo stabilimento al Lingotto l'han fatto nel '23, quale guerra '15-'18! La posizione dominante l'ha fatta quel grand'uomo (lui sì grande dirigente) di Valletta, nel dopoguerra, e, ovviamente con i favori di uno Stato che ha appoggiato finanziariamente. Le prime automobili popolari (le Topolino) e la grande diffusione nel mercato italiano è del dopoguerra, lo sviluppo industriale vero è del dopoguerra.

    RispondiElimina
  27. Credo si tratti soprattutto di miopia. In Brasile ed in Argentina ci sono andati ed hanno anche investito pesantemente. In Brasile sono tuttora una delle quattro che si dividono il mercato (Ford, GM, VW e Fiat) anche se da tempo stanno arrivando le altre "montadoras".

    RispondiElimina
  28. E che c'entra il Lingotto con le commesse di guerra? Ho scritto che prima delle commesse loro erano nulla, mica che all'uscita della guerra fossero già tutto! Non t'inventare cose per comodo dialettico (se non temessi di farti incazzare, ma stavolta peggio che con tutto il resto, ti direi che così fa anche il baseballista...). Ti ho scritto poi che tutto è in proporzione e ti ho invitato a informarti sul rapporto col Fascismo: se non lo fai e non leggi è inutile parlare, fai come Mughini che, mi disse una volta Muscetta, da studente si presentò a un esame su Petrarca e non aveva letto Petrarca. Se anche il punto che ci unisse, poi, fosse uno solo, esso è fondamentale ed è parto di «quel» sistema. Alla globalizzazione, Jordan, si arriva più o meno armati: noi ci siamo arrivati come ti è stato illustrato. Deyna, sarà stato anche il male, ma davanti nella foto c'aveva il Sommo Bene... ahahahahahah!

    RispondiElimina
  29. Miopia o incompetenza poco cambia,ma la situazione del Sudamerica non era quella dell'Africa di 40 anni fa ed infatti quel mercato se lo dividono,mentre quello africano il Giappone non lo divide con nessuno,è tutto suo.

    RispondiElimina
  30. Hasse Jeppson,ex calciatore del Napoli ma poi responsabile settore Truck della Volvo,a colloquio col mi' babbo "Vede,la Volvo quando chiede un prodotto,un accessorio chiede ,mante la Fiat chiede ,questa è una logica molto,troppo legata al profitto e creerà problemi ma soprattutto li arricchirà a discapito dell'utente....".Poi potrei citarvi un famoso imprenditore bresciano,che spossato dallo stato affermò "Se io devo pagare IVA o tasse e non lo faccio,viene qualcuno a chiedere o farmi chiudere....quando deve pagare le stesse cose la Fiat,loro dichiarano .E non sapete cosa ottiene col suo potere!".Questo è l'affresco del prodotto Fiat,della sua non-competitività storica,delle sue strategie con lo stato assistenzialista,con un senatore burattinaio,con i loro giornali a dettare linee guida,col nato-col-fiore-in-culo Montezemolo ai posti giusti,con gli Elkann a parlare come unto dal signore,col fratello che ha sdoganato droga,trans e stronzate che neanche mio figlio a 6 farebbe mai.Li odio,tutti quelli della galassia Agnelli.Poi quando avrò tempo gli sputerò addosso.

    RispondiElimina
  31. Non capisco cosa sia successo al Pc,forse è della Fiat."Chi fa il prodotto migliore,chiede la Volvo? Chi fa il prodotto meno costoso,chiede la Fiat.....". Chiedo venia. L'imprenditore ,in sintesi,diceva che tutti dovevano pagare,la Fiat trattava sgravi,conguagli,exit-strategy per non pagare.Richiedo scusa.

    RispondiElimina
  32. Sopra, detto che mi hai commosso per sintonia (come sempre), il «nato-col-fiore-in-culo» ti vale l'ennesima nomination all'Oscar. Sul mestruo del tuo pc ti dico che manco ce ne eravamo accorti, nei post puoi permetterti di tutto, quando non capiamo ci diciamo dentro che siamo dei ritardati e ce la prendiamo con noi stessi. Circa Jeppson: la sociologia parla di dissonanza cognitiva, da fugare nel cliente, all'incirca dalla fine dei '40, pensa tu il ritardo che c'hanno i nipotini del Play-Boy del cazzo!

    RispondiElimina
  33. C'entra nel senso che prima non ci avevano nemmen la fabbrica dove farle. Eran sette nobilotti con la voglia di costruire automobili per hobby. Poi uno di loro se li pappò tutti con l'aiuto di chi vuoi, ma fin dopo la guerra erano una realtà nemmeno paragonabile a quello che si sviluppò dopo, perciò dire che la FIAT si è sviluppata con il Fascismo è per me un falso storico. E' nata, è ovvio, in quel tempo, il suo padrone ha avuto aiuti e contatti col regime, ma il fenomeno FIAT su scala nazionale e mondiale è del dopo-guerra.

    RispondiElimina
  34. Sopravvissuto la Topolino era destinata ad un mercato e la Volvo ad un altro. Fino a cercare l'economicità non ci trovo niente di male. Il male è in quell'altro discorso, del ricatto col mondo del lavoro, cone decine di migliaia di posti di lavoro in pegno per avere sgravi, finanziamenti, conguagli etc...

    RispondiElimina
  35. Jordan, scusa, sennò si fa al Signor Veneranda (tanto per restare all'epoca): le fabbriche c'erano, imparagonabili al dopo, sono nati (e bene) con la guerra praticamente, il Fascismo ha dato loro la posizione dominante (il fenomeno su scala nazionale nasce e si rafforza allora), ovviamente il dopoguerra segna un altro periodo perché tutto è in proporzione. Per riformare la storiografia bisogna intanto leggerla. Detto questo, io sospetto a questo punto che tu parli in qualche misura, per il passato, pro domo tua né ci sarebbe alcun male perché è più facile trovare un ago in un pagliaio che un ingegnere italiano di vaglia che non abbia avuto qualche rapporto, anche indiretto, con f.erraille i.nvendable à T.urin, come la chiamavano in Francia, e tu puoi avere conoscenze o notizie interne che però non si sostituiscono al fatto storico accertato e vulgato scientificamente. Se è per questo, io ho un antenato diretto che ha fatto la sua fortuna con le commesse per stampi per gomme, durante la guerra, e di aneddoti su quel personaggio (certo, almeno lui serio) cui tributi omaggio per lo sviluppo nel dopoguerra dei trabiccolanti ne avrei a bizzeffe, ma la storia non si fa come crede l'hegeliano valet de chambre, guardando dal buco della serratura.

    RispondiElimina
  36. Mi allineo al Tocca integrando anch'io con osservazioni più "terra terra", o più populiste se preferite chiamarle così. Se già dopo la metà degli anni '90 le utilitarie delle case francesi e tedesche (Fiesta, Clio, Polo, ecc., mentre le giapponesi ancora si vedevano pochissimo) avevano già nel modello-base il servosterzo e il climatizzatore, mentre la Fiat ci è arrivata nel 2005 (dopo una dozzina d'anni che la Punto era sul mercato), all'acquirente di utilitaria chi glielo fare di sentirsi moralmente in dovere di sostenere l'economia nazionale, vedendo che, qualunque sia la scelta fatta dal soggetto, l'economia nazionale da 20 anni va via via sempre più nel culo alle classi meno agiate e ai giovani in generale? 
     

    RispondiElimina
  37. Pro domo mea? Guarda che io ho una certa età ma con la FIAT anteguerra forse nell'altra vita o in quella prima ancora potevo averci a che fare. Ho studiato e mi sono laureato al Politecnico di Torino, che è la fabbrica ingegneri FIAT, ma nel 1969 ero già altrove, per farti capire quanto mi piacevano. Conscenze le posso avere e le ho di quel periodo che è però dai 25 anni in su rispetto a quello cui ti riferisci tu. "Tutto è in proporzione" dici, come se fosse un particolare, ma è proprio di questo che sto parlando. Quanti dipendenti aveva qual era il fatturato della FIAT anteguerra (la seconda) e quale quello dei tempi che parlo io? Guardalo, fai i debiti conti per paragonare bulloni con bulloni e vedi quando si è sviluppato il fenomeno FIAT, se col fascio o con la DC

    RispondiElimina
  38. Quanto ai francesi farebbero bene a stare zitti, perchè la Cytroen ha fatto certi cessi epocali che, a confronto, le FIAT eran roba seria

    RispondiElimina
  39. COLONEL, urge correctio pro vulgo mai oltre il raccordo Terni-Orte: "nato con il fiore in culo" a Roma e dintorni, significa avere denaro avere un incarico importante ed essere in vista, senza aver fatto nulla per meritarlo. Luca di Montezuma può solo pulire le scarpe, spargere unguento balsamico ( magari Fierabras) sui piedi di un uomo che non ha mai chiesto nulla alle istituzioni pubbliche, non ha mai acquisito società in perdita per giochini di bilancio , anzi di tasca sua ha costruito uno dei rari esempi di Kindergarden per i suoi dipendenti ( molto "alla Olivetti") asili, un plesso scolastico, e sopratutto pur lontano tantissimi km , è stato l'unico che ha dimostrato intenzione e volontà di salvare un patrimonio calcistico mondiale: la Fiorentina.
    Chiaramente ho dato un quadro succinto della situazione , sotto il cinto ( eheheheah) ci pensi te, COLONEL....

    RispondiElimina
  40. Jordan, a me va bene anche rinnovare la rubrica del Signor Veneranda, magari finiamo sul nuovo «Bertoldo»: tutto in proporzione vuol dire tutto in proporzione e se anche per te vuol dire questo alleluia, non ti sospetto di età matusalemmica (le notizie concernono lo ieri come l'oggi, immorano sul posto, un ingegnere degli anni '60 può aver lavorato anteguerra, anch'io non ho l'età di mio nonno), il Fascismo ha donato posizione assolutamente dominante e innervamento strategico decisivo ed è dunque alle radici del Male. Per il resto, la Citroën ha fatto cazzate di gestione e di mancato sfruttamento di brevetti forse superiori a quelle dei trabiccolanti ma sui modelli, salvo negli ultimi tre lustri, ha sbagliato meno dei trabiccolanti e fornito qualità superiore, rivoluzionando più volte il concetto di automobile nella storia (te lo dice uno che non ha mai sopportato di viaggiarci dentro a causa delle sospensioni da sempre troppo ovattanti e che riuscirebbero quasi a darmi il mal di mare).

    RispondiElimina
  41. Ti ringrazio Sopra! Poiché era solito portare fiore all'occhiello, al tempo in cui il Play-Boy cessoso diceva «Aspettiamo di vedere cosa farà da grande Luchino» (perché lui, invece, ha fatto le cose serie, da grande: vaiavaiavaiavaia!), in effetti io avevo pensato a quello. La tua correzione ti fa onore perché ti priva di un possibile Oscar, che quindi sarà assegnato all'Essepiquerre.

    RispondiElimina
  42. Il settore automobilistico già
    dai primi anni ottanta nel mondo veniva definito una neo-infant industry , nel
    senso che pur essendo un’attività industriale vecchia tendeva ad incorporare
    altri settori innovativi, quali le nuove tecnologie energetiche, i nuovi
    materiali  e l’informatica. Ma in Italia
    si continuò, per troppo tempo e da parte di tutti, a considerarlo un settore
    maturo, da assistere non tanto sostenendo la ricerca, ma solo commercialmente con
    veri e propri dazi sui modelli di importazione, e con incentivi a pioggia, così
    come voleva la Fiat,  che arrivò quindi tardi
    e male all’appuntamento dell’innovazione, trascinandosi le marche principali italiane
    che nel frattempo le erano state praticamente regalate, quando invece c’erano  le  possibilità, sempre contrastate in modo
    ricattatorio dalla FIAT,  di cederle ad
    altri produttori stranieri, che le avrebbero rilevate a condizioni migliori, e creando
    anche in Italia un ambiente, non monopolizzato e protetto, ma concorrenziale e
    quindi innovativo per tutti, anche per la FIAT.

    RispondiElimina
  43. Per modelli di importazione intendo le auto straniere importate.

    RispondiElimina
  44. Un pezzo impeccabile, Chiari, una sintesi ammirevole. Il rimpianto grandissimo è soprattutto per l'Alfa: se pensi al quel che era il suo prestigio nel mondo, se pensi al patrimonio tecnico disperso!

    RispondiElimina
  45. A proposito dell'Alfa, Colonnello, a  metà anni ottanta l'IRI, con a capo Romano Prodi, condusse una trattativa con la FORD per cederle l'Alfa, si giunse ad un accordo che prevedeva, recito a memoria, il pagamento all'IRI di un migliaio di miliardi di lire, la garanzia di almeno 100.000 modelli Alfa piazzati ogni anno sul mercato USA tramite la rete commerciale FORD, lo sviluppo non solo del design ma anche della ricerca in Italia,oltre che ovviamente garanzie occupazionali negli stabilimenti industriali italiani dell'Alfa. Il governo, con l'appoggio dell'opposizione e del sindacato, stoppò tutto, e dopo pochi mesi l'Alfa venne praticamente regalata alla FIAT.

    RispondiElimina
  46. So bene, Chiari, so: le garanzie occupazionali non erano così nette, però. Resta che io sono approdato, per il sindacato, a una visone tradeunionista in ritardo, diciamo da vent'anni. Proprio per questo però, Chiari, devi capire che se un sindacato non deve occuparsi di stategie complessive, tanto meno internazionali, se non deve far da martello dei partiti, il posto in fabbrica deve tutelarlo, al governo e all'imprenditoria le loro responsabilità. Se il sindacato deve essere presbipe e non fare invasioni di campo non puoi chiedergli però anche di calare le braghe sugli interessi puntuali. Il sindacato e soprattutto la CGIL negli anni settanta e ottanta ha grosse colpe nello scatenamento di venti che hanno travolto poi economicamente il Paese, per tentazione faustiana (da incompetenti) di sostituirsi alla politica, di fare il genio della lampada, ma la difesa del posto di lavoro è il suo pane e su quello non mi sento di formulare accuse soverchie.

    RispondiElimina
  47. Certo Colonnello, ognuno deve fare il suo mestiere, e non c'è dubbio che le responsabilità di quella mancata cessione furono tutte di chi stava al governo del paese.

    RispondiElimina
  48. Approfitto del tema per ricordare il fratello di un mio caro amico - purtroppo scomparso due anni fa - ex pugile e grande allevatore e diffusore della razza dogo argentino, attraverso i suoi libri e l'impegno nel far conoscere la cultura doguera della caza de monteria. Il loro padre, che era stato il meccanico di Fangio in italia, nel dopoguerra fu l'importatore esclusivo dell'Alfa Romeo per l'Argentina, mettendo anche su una squadra molto competitiva di automobilismo, il cui pilota di punta era proprio la persona che sto ricordando, Andrea Vianini. Vero e proprio idolo in Argentina, stava per passare alla Formula Uno, quando nel 1970 rimase intrappolato nella sua macchina in un terribile incidente di gara. Fu fatto un errore nell'estrazione dall'abitacolo, e rimasero lesionate diverse vertebre, che gli provocarono una paralisi quasi totale, condizione che deve sopportare ancora oggi. Uomo di grande cultura e libertà di pensiero, e ancor più grande coraggio, ha scritto un bel libro autobiografico "Un hombre es siempre un hombre". Oggi ha la forza di affermare: “Mi cuerpo está quieto pero mi mente vuela cada vez más libremente”.

    RispondiElimina
  49. Bel ricordo, Deyna, cercherò di procurarmi il volume: il tuo amico non ti era coetaneo, dunque, oppure assai più giovane del fratello.

    RispondiElimina
  50. Sì, Paolo era più giovane del fratello, era un classe '50. Un amico che ho ammirato moltissimo, persona molto sensibile e allo stesso tempo gran combattente, come ha dimostrato lottando con la sua terribile malattia per più di dieci anni senza paura, guardando sempre avanti, fino all'ultimo. Dato che oggi abbiam dato il via ai ricordi, allego per chi fosse interessato anche un suo breve scritto sul rapporto uomo-cane, che trovo molto bello, e chi di voi ama i cani - come ad esempio il Chiari - ci ritroverà senz'altro del vero.
    Mah, non vedo l'ora venga Fiorentina-Catania.

    https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:UYjReunjx1EJ:www.canidapresa.com/download/20091114-1455-03_UOMO2226.pdf+&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESj-jHHiPitE3fzYeIvS_ZEHBXgd0lEIAJev5aMs9h-fV2H-Hrr0E0LXwm87_9WXoeAwn6hvT9dXzpxBN9JOrqDB-7U5Ra3XDs-S1-6KHfsp4sNv9KUADScLP8uwOSvz8PeQyC0q&sig=AHIEtbQWF7NOq61FqMC-RUmgvdkN6mqRFA

    RispondiElimina
  51. Il Ghana di San FredianaTOCCA,la
    tua impressione,che non so a quando risalga,fu la mia al primo contatto
    col suolo africano,in Ghana taaaanto,troppo tempo fa',eh eh.
    Da
    allora ho vissuto e lavorato in 7 diversi paesi africani e,come hai ben
    detto,da subito si ha la netta percezione di come le case giapponesi
    siano state lungimiranti.Hanno creato le fondamenta in primis con la
    strategia di inondare il mercato di pezzi di ricambio,unica garanzia per
    vendere autoveicoli o altri prodotti motoristici(moto e motori marini
    Yamaha esempio).Un qualsiasi fuoristrada,bello e fascinoso quanto
    vuoi(Cayenne,X5 etc)te lo tirano dietro,che al primo problema,resti
    fermo e non ti muovi piu'.Hai un Land Crusier,RAV o qualsiasi altra
    piccola giapponese,e si parla di milioni di veicoli,e trovi tutti i
    ricambi che vuoi,ovunque,a prezzi accessibili.Un mercato enorme,quello
    delle piccole,consegnato ai giapponesi quando in Europa si partiva con
    due nastri,ippicamente parlando,di vantaggio.Onestamente c'e'da dire che
    anche VW,e'mancata in questo.Comunque non mi sono mai spiegato
    perche'FIAT autovetture ha snobbato l'Africa,al contrario della sua
    branch IVECO,presentissima con mezzi pesanti eccellenti,e reti di
    ricambi fornitissima in tutti i paesi.Mezzi robusti,creati
    benissimo,meno cari ma non molto inferiori alla qualita'dei MB,e molto
    considerati.Come pure FIAT macchine movimento terra,presente con le
    precedenti ed eccellenti joint venture Allis,Hitachi,New Hollande.Segno
    che le basi c'erano,ma scelte miopi hanno privato FIAT autovetture di un
    mercato potenzialmente inesauribile.
    Lele
     

    RispondiElimina
  52. Non riesco ad aprire il documento, Deyna. Non ho capito bene che password devo mettere.

    RispondiElimina
  53. Africa in CitroenJordan,leggo ora e se mi permetti,citando Citroen,t'ha preso quella sbagliata.Dimmi Peugeot,Renault ma non Citroen!
    Senza ricordare brevetti e innovazioni,(idroguida,sospensioni,freni),prendi
    gli esempi degli anni 70,veri spartitraffico per chi ha scelto
    politiche errate come FIAT e CITROEN per motivi diversi,dai lungimiranti
    tedeschi,ai tempi non cosi'distanti,ma che allora scelsero la
    qualita'.Durante quegli anni era in produzione l'immortale
    DS,fascinosa,tecnicamente all'avanguardia,con un look avveniristico che
    te la fa ammirare pure ora.Nel solito segmento FIAT produceva obrobri
    inguardabili,tecnicamente scarsissimi tipo "l'ammiraglia"130,e via
    dicendo.No dai Jordan,la DS la conoscevo bene,essendoci cresciuto dentro
    e quando poi salivo su  una FIAT,era come passare da un 5 stelle ad una
    pensione di periferia.
    Lele
     

    RispondiElimina
  54. Non so Chiari, a me appare direttamente lo scritto cliccando sul link che ho messo, non vedo password...

    RispondiElimina
  55. Non capisco assolutamente nulla di auto, non mi sono mai interessate, però nell'era del vintage [maggiolone, 500, ecc] una bella rivisitazione in chiave contemporanea dello "squalo" da parte di Citroen sarebbe interessante...

    RispondiElimina
  56. Letto, Deyna. Splendido scritto, che non solo condivido in toto, ma nel quale mi identifico in gran parte, pur non essendo io un allevatore. Anche per me la lettura dei capolavori di Jack London fu decisiva. Anche per me l'amore è il motivo principale, ed il cane te lo restituisce tutto con gli interessi.

    RispondiElimina
  57. Sì, vero, anzi direi che chi convive con un cane inevitabilmente si sentirà sempre in debito, per quanto possa fare per lui.
    Jack London! Lessi un suo libro a 14 anni, preso nella libreria di mio nonno macellaio - "Il vagabondo delle stelle" - e mi aprì dei mondi. Ecco, questa è una cosa interessante, non so se è stato un fenomeno solo locale o se l'avete constatato anche dalle vostre parti: qui gente molto umile - macellai, contadini, venditori e venditrici d'olio ambulanti - aveva una cultura da autodidatta impressionante, ricordo ancora delle vecchine in paese che recitavano a memoria interi passi della Divina Commedia, e citavano l'Orlando Furioso e tante altre opere importanti, classiche. Mio nonno stesso, e suo fratello, avevan letto tutto Dostoevskij. Oggi vedo gente laureata che, al di fuori del proprio campo è di un'ignoranza mostruosa.

    RispondiElimina
  58. Beh Deyna, in qualche modo lo stesso Jack London fu un autodidatta. Non so se hai letto Martin Eden, il più autobiografico, anche tragicamente, dei suoi romanzi. Anche quello è indimenticabile e lascia il segno.

    RispondiElimina
  59. Nel segmento DS la FIAT non produceva praticamente nulla perchè non ha mai saputo produrre macchine di un certo livello, è sempre stata orientata verso la macchina a larga diffusione. Di Citroen cessi ti potrei dire l'Ami 8, o la GS cui un mio collega al Pignone avrebbe dato volentieri fuoco perchè aveva il posto fisso dal meccanico.  La 2CV o la Dyane non eran certo meglio, come qualità, della 500 e della 600, anzi, direi poprio il contrario. Potevo dire Renault, infatti, un po' meno Peugeot che pure alla Citroen era finanziariamente legata.

    RispondiElimina
  60. Africa abboccataVabbe'Jordan,rifacciamoci la bocca:
    VIVIANO(te metti X lo so)RONCAGLIA,FACUNDO,TOMOVIC
    CUADRADO,ROMULO,PIZARRO,BORJA,LAMA
    JOVETIC MATI.
     
    Lele
     

    RispondiElimina
  61. O Lele, va bene che è una forza della natura, ma Roncaglia lo sdoppi addirittura!

    RispondiElimina
  62. Lele ama così tanto Facundo Roncaglia, che ne vuole due in campo.

    RispondiElimina
  63. Sì, anche Martin Eden lo lessi da ragazzo, dai 12 ai 17 anni feci fuori tutta la libreria del nonno, eheh, compresi i russi, Maupassant e Victor Hugo. Ripensandoci, quando oggi qualcuno mi dice che Baricco è un grande scrittore mi vien da ridere.

    RispondiElimina
  64. A parte il lapsus Facundo-Gonzalo, il resto è possibile e probabile, anche se credo che parta con Ljaic al posto di Mati (che probabilmente entrerà a partita inoltrata al suo posto o a quello di un centrocampista, secondo come si mettono le cose) e con Migliaccio al posto di Romulo. Altro dubbio è LLama - Pasqual. Però son dettagli ed  io metterei la tua.

    RispondiElimina
  65. Deyna, a proposito di gente umile, grazie alle spiegazioni del mi'povero nonno (bracciante, tolto dalla scuola dopo un solo anno di elementari, in quanto di famiglia spiantata e numerosa), io già dall'asilo parlavo distinguendo tra congiuntivo e condizionale, e dopo pochi giorni di prima elementare scrivevo i dettati distinguendo impeccabilmente tra verbo e preposizione, differenza che oggi sul lavoro trovo non esser chiara a tanti diplomati e pure a qualche laureato.

    RispondiElimina
  66. La vedo un po' dura che Montella tolga di squadra Pasqual, proprio dopo averlo fatto capitano...Tendenzialmente preferirei Llama in formazione, ma occorre tenere conto di alcune cose: dopo il vecchio infortunio, non sembra tornato più lui; deve ancora assimilare i movimenti; in un 3-5-2 difende molto poco [non che Pasqual lo sappia fare bene, ma almeno l'impostazione ci sarebbe]. Quindi per ora, anche se a me non piace, terrei dentro Pasqual. Quindi, dopo averci pensato bene: Viviano; Roncaglia, Rodriguez, Tomovic; Cuadrado, Romulo, Pizarro, Borja Valero, Pasqual; Jovetic, Ljajic. Con Mati e Migliaccio pronti a subentrare. Mi spiace un po' vedere Ljajic impiegato così fuori ruolo, ma d'altronde la situazione è questa, e se gioca con intelligenza avrà modo ugualmente di rendersi utile e mettersi un po' in mostra. Dò per certo che nel secondo tempo entrerà Toni.

    RispondiElimina
  67. Llama bisogna vedere come sta. Mati davanti secondo me è più insensato di Ljajic. Migliaccio dovrà sudare per prendere il posto a Romulo, che è stimatissimo da Montella. Se la partita non si sblocca spero di vedere Seferovic, mica Pippo. Baricco è mediocre anche senza scomodare Hugo, se si pensa a un contemporaneo come Wallace.

    RispondiElimina
  68. Invece del tifoso(quello domani) faccio il turista a Firenze e noto una cosa gravissima:il bus 22 come fermate fa "Lippi" e "Macia",una dietro l'altra.Sacrilegio l'accostamento tra i due!Propongo mozione in consiglio per far abolire la Lippi....

    RispondiElimina
  69. Anche Shivers è ormai una mia adozione a distanza


    Llama bisogna vedere come sta. Mati davanti secondo me è più insensato
    di Ljajic. Migliaccio dovrà sudare per prendere il posto a Romulo, che è
    stimatissimo da Montella. Se la partita non si sblocca spero di vedere
    Seferovic, mica Pippo. Baricco è mediocre anche senza scomodare Hugo, se
    si pensa a un contemporaneo come Wallace. 

    RispondiElimina
  70. Troppo Medoc in Africa...e c'avete ragioneee,volevo dire GONZALO.
    Lele
     

    RispondiElimina
  71. Vitalogy, quello che a me non è chiaro è come ci si possa confondere tra verbo e preposizione, nemmeno a volerlo fare apposta.

    RispondiElimina
  72. Wallace non l'ho mai letto, merita?

    RispondiElimina
  73. Chiedo scusa a Pollock che mi ha dovuto adottare, ma gli interventi shiversiani saranno pochi. Sì Deyna, merita, Considera l'aragosta in primis eh eh.

    RispondiElimina
  74. E' partito proprio bene quest'anno il Milan a S.Siro.

    RispondiElimina
  75. Neppure io l'ho letto, Deyna. 

    RispondiElimina
  76. Ti aspettavo, a Wallace! Ma come mai, Pollock, non posta con l'ormai mitico nick AntoineRouge? Intanto il Milan affonda: il Sagace ha scelto veramente una squadra d'ambizioni: in quanto a Segnamai, è arrivato nell'annata giusta per lui, non sfigurerà troppo, non più del solito. O Mati o morte!

    RispondiElimina
  77. Vitalogy, prima di andare a nanna segnalo a te, massimo gianologo del sito, l'ennesimo delirio notturno (alle tre, anzi alle tremens di notte... ahahahahahahahah!) di Yo el supremo, un attacco in piccolo stile (ahahahahahahah!) a DDV: Luchino c'ha ragione, DDV l'ha fatta di fori, nel Paese ci vuole unità d'intenti (certo, mentre l'altro scappa con la valigetta dei nostri soldi!), oscenità logica, chiacchiericcio di strada... Il giovane s'è emancipato, Vitalogy: da Corvino attraverso Pradè adesso picchia diretto su DDV! Per fortuna la Fiorentina non può colpirla, non sa nemmeno cosa sia. Ma qualche polluzione, almeno, invece delle cazzate, a quell'ora lì no? Meglio che niente, che il niente che lo angoscia.

    RispondiElimina
  78. Il contagocce di Shivers


    Chiedo scusa a Pollock che mi ha dovuto adottare, ma gli interventi
    shiversiani saranno pochi. Sì Deyna, merita, Considera l'aragosta in
    primis eh eh

    RispondiElimina
  79. Eh, ma non sono io che la devo considerare l'aragosta, ehehe.
    Comunque mo con questi post introdotti da Pollock ti confonderò per giorni con Lele, già sono poco lucido, bel casino...

    RispondiElimina
  80. Isaac Singer, Jonathan Franzen, Agota
    Kristof, Mordecai Richler:  quattro contemporanei
    che mi piacciono molto. Tre non ci sono più. Due leggeri, due più travagliati.
    Tutti scrivono come piace a me, essenziali e penetranti nello stesso tempo.

    RispondiElimina
  81.   
    Colonnello, l'ultima gattata me la sono persa, dove l'ha scritta??!!  Comunque non mi stupisce ciò che mi riporti, visto che proviene da una persona amica di Filiberto, e il dramma non è l'amicizia in sè, è che se ne vanta e me ne scrisse pure l'apologia ("...perchè Emanuele ama l'Italia...") quando gli chiesi se aveva il coraggio di dire al suo amico principedistaceppa che la canzone che aveva cantato a Sanremo con Pupo era una merda patetica.
    A parte la mia digressione, che si schieri con Zemolo non mi stupisce, perchè DDV è uno che pur essendo nato benestante sa cos'è il lavoro e ha costruito molto più di quanto esistesse in partenza, l'altro è un nobile piazzato ovunque che non ha compicciato una sega da nessuna parte, quindi è normale che il supremo provi più empatia per il secondo, con il quale oltre ai punti già detti condivide anche i natali di età e di luogo.

    RispondiElimina
  82. 1)Vedere la faccia smarrita di Montolivo mentre la sua squadra viene presa a pallate dall'ottima Atalanta e' un vero autentico momento di beatitudine...che soddisfazione! 2) E se domani provassimo col 4 3 3? Mati jojo e cuadrado, in fondo giochiamo pur sempre in casa e con Pasqual e Roncaglia terzini giudiziosi nel proporsi e Migliaccio sul centro sinistra accanto ai due sommi architetti l'equilibrio dovrebbe essere garantito no? Certo Pasqual e' quel che e' ma prima o poi una partita decente la dovra' pur fare! 3) I miei compagni di universita' facevano errori di ortografia, sbagliavano consecutio temporum e congiuntivi (a questo hanno rimediato usando l'indicativo ovunque). I media stuprano l'italiano in ogni modo e non fanno altro che usare inglesismi nel tentativo di farci sentire un po' meno provinciali. Risultato? Una splendida resa plastica di una condizione economico-socio-culturale etc etc..ovvero siamo una provincia dell'impero a tutti gli effetti. Ironico. 4) Marchionne e' un genio. Riuscire a farsi applaudire da tutti mentre si sodomizzano gli operai non e' impresa alla portata di chiunque. Se per farsi idolatrare bastano un inglese fluente, delle origini anglo sassoni ed un pullover di cachemire beh allora Heather Parisi puo' tranquillamente candidarsi alla Presidenza del Consiglio e coltivare robuste speranze di successo. 5) Che Montolivo non lo sopporto l'ho gia' scritto?! Ah, ok allora basta cosi', per un mesetto sono a posto. Colonnello torno ad immergermi nella mia assorta ed accigliata meditazione come Lei ha ben compreso. Il fatto in confidenza gl'e' che un c'e' fiha diobono..e allora ci si incipiglia severi e ci si ritira su gli alberi a far la muffa invece di sbrodolare come si deve,accidenta a ogni hosa! ;-) ps e ti faccio lo smile da vero ggiovane, perche' mi sa che qua dentro il piu' piccolo sono io!

    RispondiElimina
  83. Buongiorno ragazzino, che fai qua di buon'ora e già da un'ora? Te ne sei fatto anche tu una di mattino presto? Erano 82 anni che il Milan non partiva così male a S.Siro, questo è già un bel modo di iniziare la domenica. Formazione tipo:  l'unica cosa che mi auguro  è che  Cuadrado prenda il posto di Cassani e che Llama si guadagni quello di Pasqual ,poi se ne potrebbero disegnare molte, nello stesso modulo o in moduli diversi, e tutte lascerebbero fuori qualcuno che fuori non dovrebbe stare, peccato che non si possa giocare in quindici.

    Meno male che Montella c'è.

    RispondiElimina
  84. Ciao Chiari, visto che sei già sveglio e rilassato (eh eh), ti disturbo con una domanda di letteratura. Hai letto Musil e il suo Uomo senza qualità? Io ci sto provando per la terza volta ma mi sa che mi arrendo anche stavolta. Tra i contemporanei che hai citato ho particolarmente apprezzato Mordecai Richler, molto meno Franzen. Altri due che adoro sono Cormack McCarthy, dallo stile unico, ed anche Ian McEwan.

    RispondiElimina
  85. Non l'ho letto, Franco, anche se lo conosco di fama e ne conosco la trama. Le Correzioni di Franzen lo considero un vero capolavoro, c'è meno filosofia, se vuoi,  ma molta letteratura.
    Ian Mc Ewan piace anche a me, ed a proposito di quelli che piacciono ai giovani, leggo volentieri Amélie Nothomb e Nick Hornby, anche se tendono alla serialità.
    Tieni conto che in campo letterario dei contemporanei qualcosa mi sono sicuramente  perso,  il Colonnello è più affidabile di me, io posso dirti quali sono le mie scelte ed i miei gusti personali.

    RispondiElimina
  86. Ma «una» che cosa, Chiari? Ahahahahahah! Grandissimo lared, evocato e apparso col contratto da firmare col sangue! Quella dell'Heather Parisi ce l'annotiamo (più danno di quelli che abbiamo visti in -anta anni non potrebbe fare, comunque). Ritorno di Franco48 che si spera non fugace. L'Uomo senza Qualità, caro Vitalogy, postò proprio sotto la news delle dichiarazioni di DDV. Forza Viola, è l'anno bono!

    RispondiElimina
  87. Per non dimenticare.

    http://www.youtube.com/watch?v=RkcSDLD97xw
     

    RispondiElimina
  88. Beh Singer Chiari è di un'altra generazione. Mi piaceva molto tanti anni fa. Franzen invece è un mistero per me. E' o dovrebbe essere uno dei più grandi scrittori contemporanei. Ma la sua prosa mi rispinge e mi sembra oscura, lontanissima comunque direi dalla capacità di narrare di Singer.

    RispondiElimina
  89. questa non mi ha fatto molto ridere, anche e soprattutto nella satira il buon gusto non dovrebbe mancare e prendersela con un trullallà abbastanza innocuo non mi sembra il massimo

    RispondiElimina
  90. Potrebbe essere anche una sega, Colonnello, quella che mi sono fatto, ma saranno ben cazzacci miei, o no? Quanto a Franzen, Ludwig,  c'è molta stupefacente e recondita ironia in quel suo romanzo,  ma che la sua prosa sia oscura non direi proprio, io la trovo molto moderna: asciutta, espressiva ed efficace.Singer è pur sempre un contemporaneo. 

    RispondiElimina
  91. Colonnello l'ho trovato, è un intervento strepitoso, dice che Diego ha sbagliato ma non ci dice perchè, se non che "bisogna remare tutti dalla stessa parte", insomma prima una mezza bacchettata poi il nulla, come il suo concittadino Pierf Casini...
    Non toccatemi la parodia postata da Deyna, quando la sentii la prima volta cascai a terra dal ridere.
    Gran post anche dal redivivo Iared (comunque 'un lo so se sei te il più piccolo, mi ci candido anch'io).
    A proposito di Nick Hornby, Chiari, lo sai che a Firenze ne abbiamo uno de noattri? Prendi "Febbre a 90°" e "Alta Fedeltà", rimescolali un po', sostituisci Londra con Firenze, l'Arsenal con la Fiorentina, e vien fuori il plagio scritto dall'ex Dj, che narra di un appassionato di musica che deve andare a vedere la Fiorentina. 

    E'domenica, torniamo al calcio finalmente: l'Atalanta ha espugnato San Siro, allora è vero che i suoi due gioavani Pazzini e Montolivo sono da prendere subito, prima che ci arrivino altre big.
     

    RispondiElimina