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martedì 22 agosto 2017

In quelle settimane a ridosso di una sconfitta


Sembrava rigore ma l’apparenza inganna anche il VAR, come quel cartello dove a Tagliavento è sembrato che fosse vietato inculare i cani senza bisogno di andare a verificarlo personalmente. Sarebbe stato un miracolo se il VAR avesse invece rilevato il rigore su Simeone, miracoli che però a volte accadono visto che il Bambi si è fatto due settimane tra Basilicata e Puglia ingrassando solo un chilo. Caro Biscardi, malgrado una vita spesa a combattere per la moviola in campo il VAR ha dimostrato che non serve a un cazzo, come lo zampirone per le zanzare. Il post sconfitta non deve però far cullare sugli allori, le più lungimiranti tra quelle del Fronte Gobbo Interno, infatti, dopo aver imparato a chiudersi la lampo del vestito, a spalmarsi la crema sulle spalle, a insaponarsi la schiena, si esercitano a parlare della collezione autunno-inverno di Cavalli invece della prossima vittoria, come importante esercizio all’arte del contorsionismo. L’anima maschile quando in TV si parlerà solo di una vittoria della Fiorentina, si siederà sul televisore a guardare un po’ di divano. Io comunque esco da questa sonora sconfitta con le stesse buone sensazioni che mi dà il sugo di pomodoro che bolle in pentola. Mentre qualcuno vedendo che zucchero e marsala sono lì a portata di mano non ha perso tempo e ha già scatenato la caccia all’uovo. Nelle mie intenzioni, in quelle settimane a ridosso di una sconfitta c’è sostanzialmente una parola buona per tutti e una pacca sul culo per tutte. Perché sono sensibile e mi accorgo subito dell’olio che mi cola sul mento.

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