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sabato 14 marzo 2020

Culonavirus


Diario di quarantena giorno numero 4: lavori in terrazza. Chi l’avrebbe mai detto prima, ma in tempi di Coronavirus anche l’Etna Rosso di Fior Fiore Coop (Firriato) ha un suo perché. Ve lo dico subito, alle prossime Olimpiadi tifo Italia e Cina, mentre al posto delle mascherine ormai introvabili possiamo usare le coppe del reggiseno. Sento già il bisogno di un nuovo discorso di Conte, anche solo per dirci cose tipo “ricordatevi di chiudere il tappo dell’Etna Rosso”. Nel tempo risparmiato per gli spostamenti casa-lavoro mi sono messo avanti e così voglio anticiparvi l’incipit dell’editoriale numero 4000 “Non potevamo uscire e ci controllavano, per farlo ci obbligavano alla videochiamata di gruppo (io, il Bambi, il Pizzichi, il Benedetti e il Centi) poi dovevamo postarle su un Social, se non lo facevi significava che non stavi rispettando la quarantena, allora arrivavano e ti sfondavano la porta. Dopo 4 giorni il Bambi decise di togliere la sveglia”. Secondo me tra qualche anno calcoleranno la diminuzione drastica dei morti per incidenti stradali dovuta alla quarantena compensandoli con quelli per il Coronavirus, e ne uscirà un bilancio positivo. Vi ho dato l’incipit dell’editoriale numero 4000 e adesso vi do anche la fine “Ne rimarrà soltanto uno (sposato)”. Il Bambi non mi crede quando gli dico che la musica che sente è quella del flash mob della gente sui balconi, per lui da qualche parte c’è un’orchestra che continua a suonare. Anche la compagna non sta bene, parla di Giulio D’Este che fu imprigionato per 54 anni dopo aver rubato la fidanzata al fratello cardinale Ippolito. Dice che quando uscì ultraottantenne girava elegantissimo, con abiti di mezzo secolo prima. Ed ha paura di fare la stessa fine.

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