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martedì 3 marzo 2020

Cambiano le abitudini


La situazione del calcio ricorda molto le crisi di astinenza del Bambi, quando non solo aveva difficoltà a dormire, ma pure difficoltà a rimanere sveglio. E la sua voglia di smettere non andava via nemmeno smettendo. Con una madre che non riusciva a buttare via i vecchi pantaloni di lattice perché figlia di un preservativo bucato. A me fa un po’ ridere quella fascia di sicurezza di qualche metro che separa i parenti che si scambiano saluti e beni di consumo. Ma chi le ha scritte queste procedure, Moccia? La soluzione è diventata un problema per chi era abituato a tenerle più a distanza le persone. E al bar per mettere la giusta distanza non ci rimane che prendere il caffè lungo. Queste domeniche sgombre da calcio giocato ci fanno pensare anche ad altro, così mi sono accorto che il mondo è pieno di maniglie, e che questi rinvii sono comunque venuti bene per lasciare il giusto spazio, per dare risalto a Vincenzo Mollica alla fine di una lunga carriera, dopo 40 anni di lavoro per la Rai. C’è anche un’altra piccola consolazione, questa volta tutta per noi, c’è di peggio che avere un centrale come Pezzella, chiedere a chi ha un’agenzia di viaggi. La quarantena ci aiuta a riscoprire angoli della casa dimenticati, là dove la scatola delle vecchie foto ci ricorda che siamo tutti una foto strappata di qualcuno. Mentre c’è chi lavorando da casa fattura in pigiama prendendo il caffè con le tazzine del servizio migliore. Cambiano le abitudini non solo nel quotidiano, i migliori registi stanno girando film d’amore dove alla fine non si baciano più. E anche le infermiere non saranno più le stesse.

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