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lunedì 25 aprile 2016

Siamo nati per sentire freddo


 
C’è gente ben oltre la cinquantina che continua a drogarsi, e a questo punto non si sa se per colpa della Fiorentina o della Fornero. Sta di fatto che la squadra ha dimostrato contro una Juve micidiale, che avrebbe potuto fare molto di più in questi ultimi mesi se solo non avesse staccato la spina. Magari è proprio questa la cosa che dispiace di più, molto di più del rigore sbagliato, che non c’era e che fa il pari con quello non concesso per fallo di Rugani su Alonso. Dispiace di più anche del gol regolare annullato a Bernardeschi e della traversa di Kalinic allo scadere. Mi davano dell'intelligente e promettente, quindi non mi spiego proprio come abbia potuto fare questa fine. Stare qui a dispiacermi per aver abbandonato il piumone e dopo un giorno tornare da lui in ginocchio. E’ così, siamo nati per sentire freddo malgrado la sciarpa Viola al collo. O forse proprio per quella. Ma oggi non chiamatelo lunedì, è più una domenica 2.0. Ed è questo alla fine il bicchiere mezzo pieno dopo una partita nella quale la Juve tira solo due volte in porta ma vince perché è la più forte.  E non neghiamolo: ci piacciono stronze e tifose Viola, con le poppe grosse e un bel culo. Zitte e brave in cucina. Ma adesso che ci penso tifose Viola non è importante. Insomma, una Fiorentina bella e coraggiosa non basta davanti a una Juve cinica e a un arbitraggio insufficiente. Atteggiamento aggressivo, pressing e possesso palla veloce preceduto da una splendida coreografia. Juve pericolosa in contropiede ma la Viola concede poco. E purtroppo anche un grande Buffon. Il secondo tempo si gioca addirittura a una sola porta, pareggio Viola che dura meno di una sveltina, Allegri indovina i cambi e Morata riporta in vantaggio la Juve. Per non farsi mancare niente del repertorio tipico del tifoso che sente freddo malgrado la sciarpa Viola al collo, o forse proprio per quella, sarà rigore sbagliato al 90° e poi traversa nel recupero. Errare è umano, ma a un certo punto devi tornare a casa (dove magari la vera bellezza la trovi negli occhi di chi ti guarda).



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