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venerdì 29 aprile 2016

L'omelette, l'inconscio e il vivavoce

 
 
L’estate sta finendo (piumone torna, ti posso spiegare), non solo il campionato. E siccome la prossima settimana sarò a Bressanone per il sottoattraversamento dell’Isarco, se siete d’accordo posso noleggiare un Piper da Peretola al Brennero per gettare volantini contro la sua chiusura (e se proprio il muro si deve fare, che sia eretto il più alto possibile in modo da parare quest’aria fredda). Tra le tante domande sul futuro che vi butto lì come fossero dadi, non solo chi sarà l’allenatore del prossimo anno (stamani per colazione mi sono fatto un omelette con l’uovo che avevo), o se faremo i preliminari di EL, ma soprattutto: poppe o culo? Seguito da un meno pruriginoso: vuoi più bene alla mamma o al babbo? E a seguito di questa ondata di antidellavallismo, devo precisare che "a me mi" non si dice tranne che nel logo del Marasma "a me mi hai rotto le palle caro Della Valle". In quel caso va bene perché è rafforzativo. Sapevate che vendi la Fiorentina il nostro subconscio vendi la Fiorentina assorbe messaggi che vendi la Fiorentina sente vendi la Fiorentina e ci influenza a compiere determinate azioni? Quindi cominciate a scrivere tutti così, inframezzate le vostre considerazioni con frasi vagamente invitanti alla cessione, con la speranza che leggano anche solo distrattamente. Ieri intanto, di ritorno da Bergamo mi sono accorto di essere invecchiato (senza aver vinto niente negli ultimi quindici anni), me ne sono accorto quando dapprima ho pensato di vedere una persona da lontano con un vassoio di pasticcini che parlava da solo, quando si è avvicinato mi sono reso conto che invece stava parlando al vivavoce dello smartphone. Ormai solo uno vecchio (dellavalliano) poteva pensare al vassoio di pasticcini.

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