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mercoledì 11 settembre 2019

I vantaggi dell'essere una mezza sega


L’entusiasmo per l’uscita di scena dei Della Valle, alimentato dal maccheRocconico Joe Barone e il suo tracking maniacale intorno a Campo di Marte, stride con la continuità dei risultati di Montella a cavallo delle due gestioni. Come mettere una didascalia poetica alla foto di chi cerca di commercializzare il peggio che ci regala il mare. O ancora, come se qualcuno adesso si rallegrasse per il fresco misto a smog del mattino. Intanto per superare il grigiore malinconico di settembre, combinato con quello della classifica, faccio cloroterapia. Nuoto libero anche dalle logiche del monte ingaggi. La poesia nel calcio solo ai tempi di Brera e dei suoi Rombo di Tuono, Abatino, Bonimba, Puliciclone, il Mago della Bovisa, Pecos Bill, Piper, Deltaplano, Stradivialli, Simba, Accaccone ecc. Di contro, e con ancora la partitaccia di Genova negli occhi, il Bambi mi ha confessato certi momenti di sconforto subito dopo il fischio finale. Tempo e umore neri, temporale dentro e fuori. A giro senza sapere dove andare, la musica che va e racconta di una partita persa malamente. Gli occhi umidi, poi le guance. La maglietta da strizzare, alla fine completamente bagnato. Quando si deciderà ad aggiustare quel finestrino sarà sempre troppo tardi. Quanti rovesci dovranno ancora abbattersi su di noi? E poi nuovamente giù con la tiritera dei giocatori molto tecnici ingiustamente considerati inadatti a certi livelli perché limitati fisicamente. Mettici che dai recenti fatti di cronaca ha preso spunto per evidenziare un ulteriore lato positivo dell’essere una mezza sega come Montiel; quello di non essere un “gigante buono”.

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