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sabato 8 giugno 2019

Quando ancora si scartavano le arance



Per rassicurare e rasserenare gli animi voglio iniziare questo editoriale ricordando che il tempo cancella ogni cosa. Eccetto forse la puzza delle Superga. Anche se il Bambi non crede al fatto che il tempo sia galantuomo perché non lo ha mai visto aprire lo sportello della macchina a una signora. Se c’è un’immagine dell’ultima stagione che invece voglio ricordare come monito, è quella a Capalbio quando nel settembre scorso un ragazzo con un grande teschio tatuato sulla schiena ebbe non poche difficoltà ad entrare in acqua per via della temperatura troppo fredda. Adesso però è il momento di guardare avanti, solo avanti, voltarsi è troppo esplicito specie se accanto abbiamo la nostra compagna, semmai ci conviene rallentare per rimanere indietro e così guardare il culo alle altre mentre salgono le scale. E se proprio non vogliamo dimenticare i Della Valle prendiamo almeno atto che ieri per otto milioni di studenti è finita la scuola. Ripensiamo per un attimo alla felicità di quell’ultima campanella prima dell’estate. lo dico prima che i servizi sociali ci tolgano il bambino che è in noi. Il caso ha voluto che ieri facessero anche i 17 anni che nessun fiorentino si era presentato a salvare la Fiorentina. Oggi però c’è Rocco, e sappiamo bene che Marina di Gioiosa Ionica è l’anagramma di “Mai una gioiosa”, uno che potrà farci sognare piccante e non piccato come nella precedente gestione. Come succede in quei sogni dove lei, mora come un’arancia della piana di Sibari, con gli stessi capelli di quella sulla carta che avvolgeva le arance, ci fissa come se non portassimo la fede. Molte cose ci dividono nel valutare più o meno positiva l’esperienza dei DV, ma una cosa mi sento di condividere in piena serenità, quella di mangiare tanta frutta e verdura, di bere tanta acqua e di non uscire nelle ore più calde. Con la speranza che tutto questo salutismo alla fine non uccida quel rancore di cui ci nutriamo avidamente.

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