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mercoledì 7 marzo 2018

Quando l'eleganza non basta



Me ne vado a comprare lo speck, lontano dagli occhi lontano dal cuore, e torno venerdì quando tutto sarà finito. Vado via anche perché ieri sul ponte Vespucci sono iniziati i festeggiamenti per i risultati elettorali e non ho voglia di festeggiare niente. Anzi, forse si, un altro bel contratto è in arrivo. Pinot nero questa volta, che non me ne vogliano gli antifascisti. Vado via anche perché a Renzi deve essere sfuggita di mano la rottamazione, e dopo se stesso, la sinistra, le fioriere di via Calzaiuoli, ho paura che voglia rottamare anche il panino con il lampredotto e non ci tengo ad essere presente. Le dimissioni senza dimissioni del resto tradiscono un suo uso smodato di quell’acqua che elimina l’acqua. Porto con me almeno la consapevolezza che Alfano comunque vada non metterà piede in un ministero, e che Mentana sta così tanto in studio per non tornare a casa dalla moglie. Quando ho saputo della morte di Davide avevo fatto 45 minuti di coda al seggio, con Tommaso in macchina la musica non può essere semplicemente quella della radio dove c'è un altro che sceglie per te e che ci può scappare anche una notizia, ma quella scaricata dalla sua playlist. Ero quindi già da Alonso impegnato con “la carbonara come la fanno a Trastevere”, senza sapere niente. Sono comunque riuscito a trasformare la fitta in un inchino. Temo però che l'eleganza non sia sufficiente. Quindi scappo perché giovedì l’inchino non faccia la fine di quello di Schettino e naufraghi in un mare di lacrime.

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