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mercoledì 28 marzo 2018

Chi entra e chi esce


Sono sempre quassù per un discorso di km zero e gallerie, ma il nome non riuscivo a pronunciarlo nemmeno prima di aver bevuto la seconda bottiglia. Il risultato è che alla fine della seconda ci siamo convinti che giocare due ore a biliardo equivale a correre per 10 km. Non me ne vorrà chi corre per 10 km convinto di giocare due ore a biliardo, senza neanche bere. Quando sono qui, a prescindere dal Gewurztraminer soffro la sindrome del tunnel carpale (un po’ lo scavo, un po’ il mescere). Roberto Fico si sposta in autobus proprio per non dover gestire il tasso alcolemico. Insomma, io non ho bisogno dei politici che me la danno a bere. La parte giovane di me beve per divertirsi, quella più vecchia per dimenticare, alla fine bevo per non scontentare nessuno. Intanto Astori è stato ricordato anche a Wembley prima dell’amichevole di lusso tra Italia e Inghilterra, di lusso grazie soprattutto all’Italia bisogna dirlo. E secondo me i giovani della primavera Viola sarebbero stati pronti anche per giocare una ventina di minuti a Wembley. Poi alla fine della serata, visti gli schemi di ragionamento privi di originalità tipici del tifoso che addebita le colpe all’allenatore, per finire in bellezza la serata ho suggerito che a uscire fossero i cliché e a entrare fossero i Veuve Clicquot.

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