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mercoledì 21 febbraio 2018

I giocatori non sono ragazze



Il problema non è Pioli, semmai è che appena impari a soffrire ti cambiano la tortura. Tipo De Zerbi, e prima ancora Delio Rossi. Cosa che potrebbe accadere anche con il cambio di proprietà. La cosa buona però è che almeno noi non voteremo mai Berlusconi perché è stato presidente del Milan. Per fortuna Della Valle non è candidato. Sostengo che la vita è semplice se si è saputo scegliere la parte da non sapere, nel mio caso ho scelto quella di natura tattica. Certo ci vorrebbero più colpevoli di cose belle che non di formazioni sbagliate, ma quando è così non mi perdo d’animo, unisco i puntini e trovo l’assoluzione. Intanto ho preso l’abitudine di segnare su un’agenda tutte le volte che manifesto impazienza, che sia quando ci sono annate di transizione, che quando non riesco ad aspettare che maturino le condizioni per lanciare un giovane nella mischia, così nella prossima vita potrò fermarmi in tutti i posti in cui ho pensato “non ho tempo”. Noi tifosi vorremmo che i giocatori maturassero prima, purtroppo però non sono ragazze. E non nego che anch’io certe volte vengo colto da attacchi di nostalgia, ma quando succede non penso a Cecchi Gori o a Borja Valero, e mi limito a comprare un pettine invece di rompere i coglioni. Il casino semmai è il tempo che passa, e non mi riferisco a un arco temporale privo di un riferimento preciso tipo un trofeo da mettere in bacheca, quanto alla nostra vivacità intellettuale che in San Frediano negli anni è fisiologicamente rallentata. Un tempo a proposito dell’ibrido uomo-pecora ci saremmo entusiasmati al solo pensiero che potesse avere una sorella. Oggi le pecore che ci interessano sono al massimo quelle nere, vedi Pioli, e certe volte non riconosciamo nemmeno che non sono pecore. E sospetto che l'uomo-pecora l'abbiano inventato a Campi.

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