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venerdì 24 novembre 2017

Playback


Con la stagione sciistica felicemente avviata, dopo Pioli, Biraghi e il rinnovo di Astori, i rammarichi del comparto tifoso migrano, e su uno striscione ‘sta volta affisso a Le Regine ci si chiede  “Perché non siamo in una baita di montagna con del buon vino rosso e risate a crepapelle, invece di andare all’Olimpico a desiderare Inzaghi e Lotito?”. Poi mi hanno scritto in privato sostenendo che i tifosi di oggi, a differenza mia che mi accontento di vivacchiare, mangiare frattaglie e vivere Diladdarno, chiedono di più perché sono migliori e non dei rompipalle come voglio far apparire io in menci editoriali, così come nel ruolo di padri oggi mettono più Nesquik nel latte dei figli di quello che mettevano i loro padri. Dubbi non di formazione, neanche di modulo o di prolungamenti di contratti, un mio amico, non io, vorrebbe sapere visto che tromba ogni quattro anni, cosa significa che l’Italia non partecipa ai prossimi mondiali. E se i tifosi si autocelebrano sostenendo che con i soldi dei Della Valle farebbero meglio di Corvino mi viene subito in mente chi canta in playback. A quelli del Marasma gliel’ho detto mentre mi accusavano di non avere ambizioni e di utilizzare il blog per addormentare le coscienze, che il mio è solo un atteggiamento diverso, un modo differente di approcciarsi alla passione. A me non monta la rabbia, e anche a 80 anni in serate come quella post Crotone o Spal, non auspicherò la morte di nessuno, ma sentirò nella testa la voce rassicurante di mia nonna che mi dice “Ti faccio una camomilla, non aggiusta la classifica, ma male non ti fa”.

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