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martedì 7 novembre 2017

Le cose non dette



Direi che c’è un eccesso di pessimismo, guardate Levante, azzecca due canzoni e viene assunta per fare XFactor, chissà magari pure Biraghi comincia ad azzeccare il secondo assist, poi il terzo, e la storia di Alonso si ripete senza averci insegnato niente. E’ anche vero che a chi è sopraffatto dallo sconforto sul finire della domenica andrebbe dedicato un applauso. Io per combattere le implicazioni umorali del tifo ho impiegato la domenica con cose più spirituali della Fiorentina, almeno questa volta, mi sono svegliato all’alba e dopo tre ore di cammino ho raggiunto il saggio in cima alla montagna. Lunga e silente attesa, poi ha detto; “Ma Hagi quando cazzo gioca?” Combatto la malinconia legata al risultato così come faccio con le insalatone che per me sono il calzino bianco della pausa pranzo. Da una parte il tifoso Viola è costretto a rimpiangere i quarti posti, dall’altra Berlusconi fa i comizi, il centrodestra è unito, e di buono c’è che siamo tutti ringiovaniti. Non c’è una ricetta vera e propria per compensare la classifica in questa sosta di campionato, diciamo più un cibo in scatola quando ci confortiamo mettendo il pigiama dentro ai calzini. Alla fine si soffre, si fraintende, si parla della ganza di Cognigni, ci si allontana dallo stadio e ci si lascia per le cose non dette. Tipo forza Viola. Essere tifosi della Fiorentina è un po’ morire e tornare. Essere indignati è invece un risentimento che non sprecherei per i Della Valle, io me lo tengo per lo stesso motivo della foto con i capelli sulla lapide, quando scoreggio alla Coop faccio sempre la faccia indignata per depistare.

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