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lunedì 13 novembre 2017

Felice

L’unico vantaggio della sosta per la Nazionale è che puoi pensare ad altro, e in questi fine settimana strani ci ritroviamo con il Bambi a pensare “diverso”. E’ così che ieri mi ha confessato il desiderio di avere Cracco a cena, di presentargli i bastoncini Findus e dirgli “ora mangia e non rompere i coglioni”. Pensieri liberi dall’influenza del risultato. Certo meno positivi di quando si vince, ma anche meno depressi di quando va male, perché diventano tristi come il latte di soia scremato. Se non ci sono i cross di Biraghi a tenere banco, il problema diventa l’assenza dei saluti alla fine delle telefonate nelle serie tv americane. Se non alla partita, alla formazione, all’arbitro e all’allenatore, comunque alla fine un qualche pensiero affiora sempre dalla passione Viola. Come nel processo fisico del latte tenuto a riposo dove il grasso affiora in superficie per differenza di peso specifico. Insomma, ogni volta che penso a me al passato mi do del tifoso Viola felice. E questo succede da sempre, da Ugolini a Cecchi Gori. Ne evinco che succederà per sempre. Da ciò deduco che tra qualche anno, anche quando non ci saranno più i Della Valle e il capitano sarà Hagi, pensando a me di ora, mi darò del tifoso Viola felice. Posso quindi facilmente concludere che in questo momento sono un tifoso Viola felice.

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