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mercoledì 2 ottobre 2019

I chiari segni di una crisi di mezza età


Non so se fa parte proprio dell’essere tifoso o se ci sono degenerazioni dovute al clima impazzito, e mi riferisco a quel salutare con favore l’inizio di un nuovo mese, e poi giunto alla fine, quel salutare con sollievo il fatto di esserselo tolto dalle palle. Ottobre che si lascia alle spalle giornate troppo lunghe a parlare di Hagi, piene di quell’umidità che si trova solo nel fondo classifica, con la coda dell’estate che si porta dietro tutte le canzoncine di merda, oltre ai selfie di piedi nudi che fanno il paio con quelli a banana di chi non centra mai lo specchio della porta. Così come non ho capito, e Firenze in questo non aiuta vista l’andirivieni massiccio di turisti, se quelli con il trolley sono invece solo fiorentini che per affrontare i 12 gradi della mattina, i 30 di mezzogiorno e i 18 della sera sono costretti a cambiarsi ogni 3 ore. E se avessi votato io a 16 anni lo avrei fatto per Casarsa, per quei suoi rigori da fermo. Così da fermo che Boateng è un principiante. Mentre sentirseli come il Bambi, senza però averli effettivamente, i sedici anni sono il segno di una chiara crisi di mezza età. Fate bene a rimarcare con “io l’avevo detto”, fare presente un'ansiosa mancanza di pazienza. Una mancanza di equilibrio che non dipende dalla labirintite. Vi metto un like perché capisco l’orgoglio e lo sforzo profuso a crederci di fronte alla montagna di scetticismo che se non va da Maometto costringe Maometto ad andare dalla montagna di scetticismo. E come chi ha rimarcato di avere avuto ragione, io voglio rimarcare di avere avuto torto. Mi ritrovo completamente nelle caratteristiche del tifoso altamente fallibile. Quello del gregge, di chi pensa con la testa dell’altro. Io sono lo stereotipo del tifoso uguale a milioni di altri. Sento di aver peccato in equilibrio e valutazioni. Ma non solo. Ieri mi è stato persino detto di essere il più intelligente presente in una determinata stanza, ed è qui, oggi, davanti a voi che voglio precisare di essere entrato nella stanza sbagliata.

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