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venerdì 4 ottobre 2019

Analisi e strategia


Se ci mettono i dazi sul vino noi risponderemo mettendoglieli sul mais così almeno finiremo di ritrovarcelo tutte le volte in quelle insalatone di merda. Poi ho osservato un minuto di silenzio per tutti i commenti trionfali che i tifosi interisti non hanno potuto fare. Andava tutto bene, ma l’arbitro ha fischiato l’inizio del secondo tempo. Mentre a proposito di considerazioni fatte in ammollo, frequentando uomini e donne in costume ho potuto ricredermi sul quel luogo comune che ci induce a credere che chi si tatua poi dovrà fare i conti con l’età che avanza. Perché ho visto un signore che aveva ancora un bel polipo sulla spalla malgrado la pelle fosse un po’ avvizzita. Mi sono ricreduto nel senso che nuotando mi sono chiesto se invece di un polipo fosse un sole. E chissà se a questo proposito Lotito quando parla di pelle normale esclude l’eventualità di un tatuaggio. E non è vero che non ci sono effetti collaterali, ricordo che il Bambi fu costretto ad immobilizzare un suo amico che continuava a prendersi a schiaffi da solo perché si era dimenticato di essersi tatuato una zanzara. Del resto la monotonia sconfina in analisi, e alla fine capisci che ti piacciono soprattutto le persone emotive. La monotonia che di conseguenza sconfina anche in strategia, e per capire chi è emotivo cominci a monitorare con attenzione chi non riesce a far bene la retromarcia in pubblico. E che lo sport faccia male lo posso ribadire con forza, a forza cioè di fare vasche non ho più il tempo materiale di utilizzare i 1000 minuti di chiamate verso tutti. Intanto Cabernet Franc per il fine settimana, e decisamente castagne! Tanto per rispondere a questo cazzo di sushi. Anche se devo ammettere, e non me ne voglia Steve McQueen, che la vita spericolata vera è girellare in autunno proprio tra gli ippocastani. E comunque se dopo gli ippocastani mi ritrovo a un bivio e il sentiero non è segnato, scelgo sempre di andare verso una pizzeria.

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