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giovedì 29 agosto 2019

Biondi Santi e Poeti con il navigatore



A chi mi chiede come mai sento l’esigenza di scrivere tutti i giorni, confesso che sono ripetitivo come il tramonto. Come le stagioni. Basta non lottare per il tramonto della Serie A anche in questa. Mentre Milenco e Pezzella come PD e M5S. Scrivo non solo in scrofe, ma anche per dare indicazioni realmente utili, concrete, sottolineo che è sufficiente guardare lo schema adottato per capire quali sono gli allenatori che temono di non mangiare il panettone. Alla fine sono quelli che anticipano l’albero di Natale. Comunque, a chiunque manifesti la volontà di dettare strategie, che sia esso un allenatore, tifoso o politico, farei fare un giro a sette e mezzo per capire come gestisce la matta. Si diceva che è tornato l’entusiasmo, e questo è già un bene, a prescindere da come terminerà il mercato, perché dovrebbe evitarci un altro campionato di quelli dove trapassiamo inosservati. Noi poeti, o meglio noi che millantiamo di esserlo, con l’aggravante che io vengo considerato anche ingegnere e glielo lascio credere, dicevo noi poeti opportunisti siamo poi condannati a vivere il calcio con un falso approccio distaccato e una ridondanza inopportuna in tempi di sintesi narrativa a due tocchi. Bisogna sempre enfatizzare, e la metafora diventa un salvavita. Alla Beatrice di allora, oggi dovrei dire che ha una bella testa, soda, compatta, sinuosa, tonica, rotonda, eccitante. Da finirci dentro e rimanerci a lungo come in una baita di montagna davanti al camino. Belle poppe sarebbe troppo riduttivo. Così sono costretto a ritenere troppo distratti dal mercato, e anche sconsiderati quelli che non colgono l’imbiondire della leggera peluria nel collo ad opera di un sole solerte e invece attento ad ogni millimetro di pelle nuda. Quando si parla di rivoluzione dal basso il poeta metropolitano intende la passera depilata. Non a partire dalla difesa.

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