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mercoledì 2 maggio 2018

Nati con l'aglio in camicia


Un po’ li capisco quelli che fanno fatica a cambiare giudizio perché io per primo ho difficoltà a farlo, e infatti continuo imperterrito a chiedere il conto al cameriere mimando la penna quando lo so benissimo che nessuno fa più il conto con la penna. Sono stressato, guardo gli uomini maturi in giro allenarsi con la camminata veloce e penso che stiano tutti andando al centro sportivo per contestare Pioli. E quindi anche gli altri dovranno capirmi se non cambio giudizio su quelli che usano il tosaerba elaborato e con la marmitta a espansione. Nel frattempo sogno un mondo nel quale WhatsApp ci chieda se vogliamo entrare in un nuovo gruppo. Un mondo bellissimo in cui a chi segue la propria squadra del cuore venga negata la possibilità di farsi girare i coglioni quando vince. Ho conosciuto un altro che come Pioli avrebbe tratto vantaggio da una brutta storia, nel suo caso grazie al fatto che bruciava sempre l’aglio si è inventato di usarlo in camicia. E se le due Coree si parlano anche noi potremo fare pace con le nostre convinzioni sbagliate. C’è un utente che ci legge sempre anche se non partecipa, mi scrive in privato di essere in lotta col peso e che per questo non è d’accordo con me quando difendo Pioli a oltranza, preferisce chi parla male delle persone a chi parla male dei carboidrati. Un altro che mi scrive dal Veneto mi dice di avere in macchina l’Arbre Magique al prosecco e che gli piace leggerci perché in molti commenti ritrova quell’effervescenza tipica che lo fa sentire Veneto. E se è vero che gli angeli ci stanno aiutando, io sostengo che i tanti quadri sottratti ai grandi musei, finiti in case private con tutte le cure necessarie, sono più felici così.

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