.

.

domenica 27 maggio 2018

Gelati confezionati, wurstel, pasta fredda, marmellata di lamponi e spritz



Il Bambi mi è testimone che già non mangiavo il gelato confezionato da molto prima che con il cornetto Algida si potesse vincere il biglietto per un concerto di J-Ax e Fedez. Mi rimane più difficile cedere al cibo industriale che piegare da solo il lenzuolo con gli angoli elasticizzati quando la Rita è al mare. Il cibo è importante anche in politica, si dice che sia la Merkel a non volere il ministro dell’Economia scelto da Conte, bene, smettiamo di comprare i wurstel e facciamoli fallire. Che poi i wurstel danno fastidio specie se sono grigliati nella terrazza accanto. Diciamo che se mi arriva ancora del fumo gli faccio trovare le teste dei suoi gerani nel letto. Quanto è meno dannosa la pasta fredda, anche se il Bambi la prima volta che l’ha fatta ha dovuto chiamare l’imbianchino perché aveva tagliato i pomodorini con le forbici. E come sono belle le donne con la marmellata di lamponi al posto del rossetto. Lo spread e lo spritz. Poi ho visto il video inedito del nuovo pezzo di Pino Daniele ripescato da chi lo custodiva da nove anni; “Resta quel che resta”, girato a Napoli tra la gente, e dietro al barista, attaccata al muro c’è la sciarpa con i colori azzurri del “Paris San Gennar”. Quando si dice il genio. Sta per partire la terza repubblica anche a Napoli, con Ancelotti. E io che ci ho fatto il CAR a Savona. Un editoriale pieno di balle e una finale piena di Bale.

Nessun commento:

Posta un commento