.

.

lunedì 2 maggio 2016

I cinesi pensavano di comprare il Frosinone

 
Non sono un tifoso strutturato, di quelli che conoscono le strategie e che razzolano nei meandri del tatticismo più esasperato per sfornare ricette vincenti. Vivo il tifo alla giornata (il rapporto con la passione Viola è regolato attraverso i voucher), a differenza di chi ha fatto i miliardi vendendo wurstel sottobanco alle cene dei vegani. Se non vi torna questo mio modo mononeuronale di vivere le emozioni, e cercate di farmi evolvere da un rapporto con la passione, semplice, come quello del raccoglitore di pomodori e il suo caporale, e cercate di farlo con dosi di ambizione sottobanco, mancanza di riconoscenza e tinteggiatura dell'erba del vicino, raccontandomi che vorreste vincere, vi rassicuro concordando almeno con quel vostro desiderio non comune al tifoso, ma non certo nell’insofferenza che lo accompagna. Quindi se volete cambiare le persone è meglio che fate i costumisti alle sfilate. Non credo poi fino in fondo neanche a quel vostro ostentato cinismo, siete solo maldisposti, so che anche i duri hanno un cuore, ne ho le prove fotografiche. Anche se forse è vero quando dite che non ho ambizioni, che mi accontento, che sono un mediocre gestore di soddisfazioni da quarto posto tendente al quinto, anzi è vero senz’altro, perché a conferma del vostro impianto accusatorio, confesso di quando dicevo alla Beatrice che aveva delle poppe così belle che me ne sarebbe bastata una. Si, non sono mai stato ambizioso come voi o come Montolivo. Ma intanto quanti Fantacalci devono essere ancora falsati per colpa di questo Milan di merda? E poi il Primo Maggio, bandiere rosse, sindacati e lavoratori in piazza. Quella del Lavoro, che ormai è diventata una festa vintage, mi ha ricordato la curva Fiesole coi tamburi e le trombe. E il rigetto verso il padrone, ogni risultato della squadra, intervista, silenzio, vittoria del Leicester, viene infatti utilizzata per attaccare i Della Valle. Tranquilli, vi sono nel cuore e vi capisco, so perfettamente che il tè è solo una scusa per mangiare una quantità imprecisata di biscotti. Mi preoccupa un po’ solo l’ennesima telenovela di Sousa che deve incontrare la società, di solito "dobbiamo parlare" è il generico del Guttalax.

Nessun commento:

Posta un commento