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martedì 22 settembre 2015

L'urlo di Chen e quello di Babacar

E’ stato un lunedì dove si è parlato soprattutto di bellezza, tema molto caro in questa città, che si è risvegliata preoccupata per la sua assenza nel gioco della squadra. Quando in Italia, e non solo a Firenze, la bellezza è uno dei pochi ascensori sociali che ancora funziona. Non a caso c’è stata l’elezione di Miss Italia, una manifestazione che sa di dopo partita, quando nel commentare una vittoria si può dire tutto e il suo contrario. Come chi ha sostenuto che sarebbe stato uno scandalo far vincere la miss araba solo per buonismo, per poi dichiarare lo scandalo dopo la sua eliminazione gridando al razzismo. Io che comunque sono riconosciuto come il più ottimista di tutti, lo scemo insomma che si fa andare bene sempre tutto, in fatto di bellezza di gioco, in questo periodo stento come un Ami 8 sul San Gaggio. Di solito godo, questa volta, invece, se sentite urla di piacere provenire da casa mia è solo perché ho prestato casa ad una amica maiala. In questo momento non sono in grado nemmeno di dare certezze a chi mi chiede se Sousa sarà mai capace di renderci veramente felici, è per questo che il mio invito è quello di circondarvi di persone che abbiano a cuore solo la vostra felicità. Anche se non sono marchigiani. Circondatevi insomma di amici immaginari, in mancanza di movimenti senza palla e di vini decenti. E mentre dissertate furiosamente su chi sia opportuno schierare a centrocampo contro il Bologna, io mi gratto la pera per capire se ha fatto vendere più tute dell'Adidas, Messi o Fidel Castro. Perché quando si ha la tuta (A Firenze si dice il toni) si è tutti più rilassati, ed è proprio con il toni che guardo questa Fiorentina e dico che per ora su Sousa la mano sul fuoco non ce la metterei. Ma eventualmente, la vorreste ben cotta o al sangue? Mentre dell’ultima giornata rimangono i fatti incresciosi che hanno caratterizzato il posticipo Napoli-Lazio, dove ai poveri migranti è andata a fuoco pure la barca. E quindi mi stringo intorno ad Aurelio. Poi mi risultano sempre troppo eccessivi i capannelli intorno all’arbitro, con le immancabili polemiche televisive a seguire. Stucchevoli come quelle sulla chiusura del Colosseo dovuta allo sciopero. Basta protestare!! Quando mi viene voglia di ammirare l'interno del Colosseo non c'è bisogno di andare a Roma, guardo "L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente". E mentre voi cercate di salvaguardare in tutti modi la vostra idea di centrocampo, io farò di tutto perché il cuscino con la federa che sa di lavanda diventi patrimonio dell'Unesco. Così come Sousa sta lavorando per diventare il nostro allenatore ideale, e io prendo atto che intanto ci fa godere almeno con i risultati. Una visione sicuramente miope la mia, ma che un po’ ho ereditato dal modo utilitaristico con cui mia nonna Zaira preparava alla vita le femmine di casa. Quando crescevano ci pensava lei a togliergli certe perplessità. Per considerarlo l’uomo giusto, suggeriva di stare attente a quello capace prima di farle arrossire e poi arrossare. E poi sui moduli è solo una questione di interpretazioni. Direi come il vecchio con la Panda che stamani ha male interpretato le "Lezioni di piano".



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