.

.

venerdì 4 settembre 2015

Basta un attimo

Basta un attimo, una distrazione mentre scrivete un commento sul telefonino attraversando la strada con la testa sulla Riblogghita,  ed è tutto finito. E nel vostro ultimo pasto avete scartato il grasso del prosciutto, o criticato la gestione del caso Salah. Meglio salvarsi la vita che scrivere il proprio rammarico per il mancato arrivo di un difensore centrale, recriminazioni utili come un Blockbuster sotto casa. Vibranti come il primo tempo di Italia-Malta. E dopo la sosta per la Nazionale, dopo i giorni del calciomercato e dei voti, saranno finalmente i giocatori a parlare coi fatti, sperando che non succeda come quando parlavano con il Bambi e lui gli chiedeva subito degli spiccioli. Tra l’altro ieri mi ha confessato che tiene un file Word con la classifica degli amici. Sarà per colpa di quei suoi trascorsi, ma a me gente così fa un po’ pena. Non sa che è molto meglio Excel. E poi vorrei farvi presente che più deludente della vicenda Milinkovic-Savic c'è sempre comprare un divano scomodo. Vi vorrei insomma più comprensivi con la società, meno puntini sulle “I” per non rischiare di fare come quelle che ti dicono "Voglio essere la tua principessa" e poi si incazzano se ti trombi le contadine dopo aver messo a ferro e fuoco un villaggio. Ho una palla di cristallo mentre l'altra è normale, e non so quale delle due mi suggerisce che per lo scudetto quest’anno tutte le strade portano a Roma. Una tragedia. Un po’ come tutte le strade portano dal carrozziere, un effetto dei primi 90 secondi di Fast and Furious 7 che sono bastati a riempirmi la palla non di cristallo. Al Bambi che mi chiedeva come facevo a vivere la passione per la Fiorentina senza farmi coinvolgere più di tanto dalla ragioneria applicata al calcio. ho risposto (E qui parlo a nuora perché suocera intenda) di vivere ogni giorno come se da domani dichiarassero la pizza illegale. Non sono triste per la sconfitta di Torino, e nemmeno, anche se un po’ di più, per gli utenti in fuga dal blog ormai da giorni e giorni. Perché a loro basterebbe un buon bicchiere di quel vinaccio rosso di Louis per rinfrancarsi il cuore. Le passioni del resto vanno coltivate senza scappare via portandosi dietro solo l’amarezza, perché così muore il basilico lasciato in terrazza. Sono più triste da quando ho visto la foto del bambino siriano morto, ed è morto anche il bambino italiano che è in me.








Nessun commento:

Posta un commento