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giovedì 17 settembre 2015

Ai tempi dell'asticella

Vediamo se stasera Andrea viene allo stadio per la prima in EL della sua Fiorentina, oppure è ancora amareggiato. Sappia però che se non viene il fiorentino potrà sempre dire che non è mosso dalla giusta passione. Per intendersi, quella che Giorgio Mastrota mette nel vendere i materassi. Intanto è emerso che il malcontento della curva è alimentato dall’ala più in carne. La paura infatti è che la proprietà abbassi sempre di più l'asticella delle ambizioni, obbligando quei tifosi a ballare il limbo. Ma chi ci accontenta a noi fiorentini? Difficile. Quasi come fare a capire se hai ripassato bene il cavolo nero. Andrea lo sa che ne deve usare almeno 3 chili e ripassarlo in padella finché non ne resta un piattino? Oggi che è giornata di partita, e che quindi c’è aria d’Europa, è anche arrivato il momento giusto per lasciare da parte le ultime polemicucce di paese. Se siete veramente innamorati della Viola dovete essere meno schizzinosi con la proprietà, del resto l'amore vero non prevede due asciugamani per il culo. L’unico vero appunto che personalmente posso fare ad Andrea prima di affrontare il Basilea, è quello di aver rubato lo stampo delle Macine a Banderas. Siate insomma più tolleranti e pensate invece a quando scendendo dalla macchina, lei apre lo sportello contro il muro e non potete nemmeno smadonnare. E poi solo poche cose possono deludermi, ma tra queste non c’è certo la campagna acquisti, e ne tantomeno il rendimento della squadra. Niente può deludermi come entrare in un posto con le scale mobili e trovarle spente. Quindi spero proprio che la partita di stasera non sia tra quelle più in salita. Firenze che è sempre così divisa, stasera non deve esserlo, poi una volta vinto potremo dire che tanto il Basilea è una squadra svizzera, e una volta perso che Firenze non è Lecce. Geografia della passione. Un po’ la storia del bicchiere mezzo pieno, dove spesso il confine con quello mezzo vuoto è più sottile di quanto si possa credere. Diciamo quella sottile differenza che c’è tra Scattone e Schettino. Anche se il pessimismo di chi vede il bicchiere mezzo vuoto glielo fa vedere con le ditate sul vetro e coi moscerini dentro. Mentre l’ottimismo di chi lo vede mezzo pieno gli fa dimenticare il gol di Florenzi. Mentre sul fatto della permalosità qualcosa di vero c’è, perché se non lo fossero potrebbero facilmente evitare che l’ambiente inquietante stia lì tutti i giorni a criticargli l’idea di società che hanno, di marketing, o di comunicazione, basterebbe che Andrea giocasse d'anticipo dimostrando di non avere idee. Come un geranio. Invece è lì a fare resistenza, a non sentirsi ancora pianta da balcone, e allora s’incazza scappando via e non concordando affatto con il giornalista che cercava di spiegargli che quello di umanità è un concetto astratto. Per lui si tratta più che altro di una massa di stronzi. Forza Viola.




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