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venerdì 31 marzo 2023

Sono lontani i giorni di felicità di coppa


Gli italiani dicono in media nove parolacce al giorno. I toscani 11 con la frase: “Viola Park”. Ho capito che qualcosa non andava dell’ultima campagna acquisti quando alla convention sugli esterni d'attacco che non fanno gol, in sottofondo si sentiva “Comprami” di Viola Valentino”. Malgrado beva soprattutto vini biologici, per quanto riguarda il cibo sintetico, prima di preoccuparmi, penso a vincere la battaglia contro i tiramisù scomposti, cannoli scomposti, hamburger scomposti, e poi andiamo a vincere a Cremona senza scomporci. Parlo di Cremona e non di Milano solo per spirito di conservazione. Rinnovo la mia paura di stringere alla fine solo un pugno di mosche, ovvero l’inganno del sale che sembra zucchero ma non lo è. Intanto ho fissato il pranzo di Pasqua a “Il paese dei campanelli” per celebrare che PNNRRare humanum est. E quando morirà il sogno diremo che salutava sempre ma non cuorava mai. Chissà se ci toccherà lo stracchino light e le zucchine grigliate, mentre con la testa eravamo alla cofana di tortellini, burro irlandese e un secchio di parmigiano. Lasciare i trofei ad altri un vantaggio ce lo regala, quello di non essere sovrappeso e poi, negare, dando la colpa alle ossa grandi. Il mio outing in merito alla bacheca personale, non ho mai né fatto né mangiato una frittata di pasta. Sono lontani i giorni della felicità di coppa, come quelli di quando da ragazzini trovavamo per strada una pagina strappata di una rivista porno e chiamavamo gli amichetti che accorrevano tutti a guardare, naturalmente nei posti più squallidi. Non ci sono più coppe per noi, così come non ci sono più impermeabili perché non ci sono più i giardinetti. Nella seconda foto Bronte vista dallo spazio.



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