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giovedì 23 marzo 2023

Indosigioha


Quando mi si dice che Rocco potrebbe oscurare la fama dei Medici in città, capisco che lo stomaco ti avverte quando è vuoto, il cervello no. Di me come tifoso Viola, e di lui come proprietario della mia squadra, mi piace la complicità del nostro ignorarsi. Se non superiamo indenni gli ostacoli che ci separano dalle coppe, o almeno da una, mi tufferò nel ricordo di quando guardavo con ammirazione le poppe grosse della Beatrice, che malgrado le dimensioni restavano su, fiere, a prescindere dagli insuccessi della Fiorentina. E da quel ricordo prendere esempio. Il Bambi ha fatto un voto, se vinciamo una coppa andrà in una lavanderia a gettoni affollata, facendo finta di niente, a sciacquare il baccalà. Sperando che nel malaugurato caso di non vincerne nessuna, non esca qualche genio della comunicazione italoamericana a dirci che l’unica confort zone del tifoso Viola è il tragitto. Magari nello sconforto troveremo del pistacchio di Bronte, si, anche lì. Sennò mi immagino come uno di quei personaggi delle serie Netflix, in cui il protagonista appena arriva a casa, qualsiasi cosa debba fare, tipo svuotare la borsa della piscina, prima si beve un bicchiere di macerato dell’Oltrepò Pavese. Lui non è alcolizzato, io si, ma non ne faccio un dramma, proprio perché ritengo essere molto più grave ritrovarsi con gli americani e un pugno di mosche. Parecchio più grave. Magari Rocco è un artista come Warhol, e al Viola Park esporrà i suoi programmi al Pubblico Ludibrio. Sabato per non sapere né leggere né scrivere, non me ne vorrà la maestra Bianco, vado a pranzo “Da Reno” a Marina di Castagneto Carducci, lui non c’è più, ma c’è sempre la Morena che è una garanzia. Poi se mi rimane del tempo libero dopo la passeggiata sulla spiaggia di Pianetti, vado a cercare la mia prima confezione con scritto “spesso buono oltre”.

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