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lunedì 21 novembre 2016

Bernardeschilo racconta la tragedia di un presidente di provincia


Bernardeschi pensa e gioca da numero 10, Corsi nel senso di passato remoto. Solo se avessero giocato il 4 dicembre gli empolesi avrebbero potuto dire No alla goleada. Finalmente liberato dai compiti del terzino, Bernardeschi gioca ricordando quella goduria soprattutto intima, tipica di quando si invitano gli amici vegani a cena e si mangia un etto di salame del Chini di nascosto mentre si prepara la zuppa di farro. Quello che ha fatto Sousa prima di riportare Bernardeschi là dove i numeri 10 dovrebbero ristagnare è la stessa cosa che ha fatto la Buitoni nella pubblicità della pizza surgelata, che non ce la meritavamo proprio. Oggi quindi bene Sousa, e  le sue scelte che comprendevano anche i discussi come Badelj, Tello e Ilicic, mentre Milic consolava gli orfani di Pasqual. Insomma la Fiorentina passeggia nella vicina Empoli, arrivata a piedi con le scarpe da trekking passando da Brucianesi. Terzo successo esterno consecutivo che come gli altri due aumenta ancora il rammarico per i punti buttati via in casa. Tatarusanu come Papa Francesco che ha chiuso la Porta Santa. Al portiere rumeno che ha sempre i suoi bravi detrattori alle calcagna, dopo la bella prova è stato riconosciuto di aver chiuso la porta specie a Maccarone, ma è stato rimproverato di aver lasciato aperto il gas. Si è chiusa una buona settimana, dopo Rocco Schiavone impegnato in un caso sui 4000 mt del Polluce, il poker Viola che mi ha fatto pensare al futuro con ottimismo. E così ho messo in frigo una bottiglia di Franciacorta. Parisic nel derby quello vero, poi in tarda serata, per coloro che sminuiscono la vittoria sostenendo che l’Empoli è troppo debole, ho parlato con l’avvocato; ci sono gli estremi per mandare tutti affanculo.


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