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martedì 30 giugno 2020

Hungover


Dopo l’arbitraggio di Fabbri e la prova di Badelj per il Bambi si è rafforzata la consapevolezza che nella vita sbagliata ci passerà una vita intera. Ormai si veste solo di nero per sprizzare meglio la sua gioia. Non è più il tempo spensierato dei tifosi di una volta quando al semaforo non stavano al telefono ma si scaccolavano. Anche il solo partire per le vacanze lo rende triste e irrequieto, per questo rimane a casa, il silenzio della città d’estate è comprensivo come un abbraccio. Altro che il VAR. Maledetta fase tre, rimpiange addirittura quando per fare il proprio dovere bastava restarsene sul divano. Così si è messo in testa di ricreare quei posti che in epoca vittoriana esistevano se non potevi permetterti un alloggio, e nei quali potevi accasciarti su una corda tesa. A Firenze verrebbero aperti subito dopo le partite della Fiorentina per evitare ai familiari la prostrazione dei congiunti. E’ disilluso, ormai si meraviglia solo quando vede la mia pancia piatta e mi chiede se ho tutti gli organi dentro. E quando la situazione precipita dopo aver subito un ingiustizia arbitrale il suo sudore sa di gin. Lo smuove solo la struggente poesia del prosciutto tagliato a mano, con il suo grasso struggente in bocca. E’ talmente sfavato che lascia pure due dita d’acqua nel fondo del bicchiere che poi la compagna s’incazza perché se ne accorge solo quando lo mette nella lavastoviglie. Anche lei è delusa, ma di lui che pensa di cavarsela sbucciandole la mela quando invece vorrebbe che le mettesse insieme i documenti per le Isee, che a sbucciare una mela sono buoni anche i gobbi. Poi mi chiama e mi dice che non mi servirà a niente nuotare in piscina ore e ore, che non mi servirà a niente nelle sabbie mobili della lotta per non retrocedere. I gol di Cutrone, quelli servono.

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