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domenica 21 aprile 2019

Lo stato di grazia



Cose già viste, soliti pregi e soliti difetti. Senza Muriel, comunque a intermittenza, senza centravanti e con un portiere acerbo, ennesimo vantaggio buttato via. Non sono bastate le praterie del primo tempo, la depressione bianconera, poi i pali, e in mezzo il regalo di Pezzella che non se l’è sentita proprio di presentarsi a mani vuote alla festa juventina. Non è bastato il pranzo di Pasqua all’orizzonte per rinunciare alla sagra del gol mangiato. L'occasione fallita da Dabo allo scadere è la perfetta ciliegina sulla torta. Il dessert insomma di un film già visto. Però andiamo a Bergamo con una nuova consapevolezza e credibilità. Lo show di Chiesa conferma la sua grande crescita, mentre la sua uscita è l’indicazione crudele che senza di lui cala la notte. Che poi con Gerson diventa fonda. Siamo la squadra con il peggior centravanti del campionato. Il problema di questa squadra è che manca il centrocampo, il consumismo lo celebriamo tutto quando sprechiamo l’impossibile davanti alla porta, mentre in difesa ci coglie il senso di colpa per aver sprecato così tanto, e allora cerchiamo di rimediare se possibile anche con l'autogol. Ma quello che non manca mai è l’educazione, squadra gentile e che sa come comportarsi quando c’è da non ferire l’avversario. Non puoi togliere alla Juve la possibilità di festeggiare il triplete. Scudetto, Pasqua e Pasquetta. Siamo la famiglia perfetta del Mulino Bianco, ma con Simeone che apre l’uovo di Pasqua in anticipo. Rimango comunque fiducioso per giovedì, per quel primo tempo, perché certe cose buone le avevamo mostrate anche prima, e perché Vincenzino gli spiegherà se è nato prima il casatiello o il “Mo mo magn natu piezz”. La serenità per andare a vincere a Bergamo del resto non può che passare per una sana, consistente e neanche troppo celata domanda: ma davvero abbiamo buttato via 24 punti dopo essere andati in vantaggio? E Vincenzo non ha ancora sfruttato la carta Montiel solo perché è capitato proprio in pieno periodo pasquale, e davanti alle pastiere in frigo non se l’è sentita di mostrare il Danacol. Oggi il nostro è uno stato di grazia, la Pasqua non c’entra niente, di quando il meglio e il peggio della squadra coincidono.

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