.

.

sabato 4 marzo 2017

Sono scemo



Finalmente a grande richiesta di nessuno ecco il nuovo editoriale. So bene che in un mondo appena normale non dovrei scrivere su un blog ma guidare un furgoncino Bofrost per le consegne dei surgelati. Questa è la scorciatoia che mi permette di alimentare il lato mitomane che è in me, e se solo avessi avuto le capacità mi sarei laureato in teologia con una tesi su me stesso. La parte più strampalata di me può così dare sfogo alla propria natura, qui posso dire cose che altrimenti non potrei scrivere per lavoro. Il sogno è sempre stato quello di chiudere le mail con cordiali salumi. Perché sono come la giraffa che ha i pensieri lontani dal cuore, mi sono innamorato di Salcedo ma ancora non lo so. E poi perché di quel poco che ho letto in vita mia oltre a "Stadio" mi è rimasto attaccato solo: “Ironia. s.f. (dall’ingl “iron:ferro) - residuo ferroso ottenuto per distillazione a freddo di soluzioni ad alto tasso affettivo. Ha proprietà fortemente corroboranti, ma sapore vagamente metallico”. Vi ringrazio perché so che vi fate andare bene quello che scrivo come faceva il Bambi quando stava con la Nicoletta che era vegana ma che sapeva fare bene i pompini e allora lui si faceva andare bene il tofu. C’è anche che è meglio inventare storie qui che alla Rita, lei mi da di stronzo mentre qua se non piacciono al massimo scatta l’indifferenza. Mi è sempre piaciuto inventare, da quando scrivevo temi  e la maestra Bianco li leggeva ad alta voce (solo per dire il livello basso di una classe elementare della Gaetana Agnesi alla fine degli anni sessanta in San Frediano), fino a quando la Beatrice dalle poppe grosse mi chiese come mai mi soffiavo sempre il naso, e le risposi che tiravo di coca per non confessargli che invece ero allergico ai suoi due gatti. Sono stato sempre il meno intelligente, quando da piccolo riuscivo ad imparare ad andare sulla macchinina a pedali c’era sempre il Salucci che riusciva ad andare sulla barca a vela a pedali. Per fortuna ho avuto ragione io ad essere il più scemo, basta guardare i dati pubblicati sui redditi: la più ricca è la Fedeli, a dimostrazione che è stato meglio non studiare. Non solo, c’è anche un altro e più grande vantaggio ad essere ignoranti come una capra (oltre alle migliori caratteristiche nutrizionali del latte di capra), se in questo Paese essere troppo colti è una condanna (da qui la fuga nella notte dei cervelli), posso scrivere minchiate a piede libero da quando sono stato assolto per non aver commesso il fatto.

Nessun commento:

Posta un commento