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venerdì 10 marzo 2017

La scatola dei biscotti al burro


Il Barcellona ha ridato speranze anche ai tifosi del fronte interno gobbo, quelli più combattuti tra il bene e il male per intendersi. Patologia che nasce da lontano, precisamente da Cagliari e da quel gol annullato a Graziani. L’evolversi della malattia ha trovato poi il suo ultimo focolaio, o punto centrale del processo patologico, col mancato acquisto di Mammana. C’è una tendenza a generalizzare tipica della superficialità del mondo del calcio,  quelli del fronte interno gobbo vengono accomunati con accezione negativa per quella loro tendenza a sguazzare nelle paludi del malcontento mezze vuote, anziché mezze piene, quando magari uno è il chirurgo che ti deve operare di varicocele, e l’altro è l’avvocato stronzo della tua ex moglie. Quando si parla di fronte interno gobbo post ‘82, ma comunque depressi, si ricerca la delusione scatenante in un altro fatto che ne può aver marchiato l’indole a fuoco, si riconduce tutto all’apertura di una scatola di latta dove al suo interno invece di trovare i biscotti al burro tanto agognati, viene trovato l’occorrente per cucire della nonna. E quando i ragazzi della latta di biscotti al burro piena di aghi, fili, bottoni e ditali scrivono poesia è solo voglia di fica. Il tifoso del fronte interno gobbo, più di una bella classifica ha bisogno di subire rimonte nei secondi tempi per alimentare i propri lati borderline, subire una rimonta è considerata infatti la circostanza più propizia per riflettere sulla sottile crudeltà delle parole consolatorie. E’ una tipologia di tifosi che tende a fissarsi sulle cose, una volta sono i Della Valle, un’altra sono le donne che allattano, quando  ci sono anche i Tutunci e i siti porno. Intanto un in bocca al lupo a Mondonico che ha sempre dimostrato un coraggio da Lione. Buona presentazione del nuovo stadio a tutti, e a proposito di passione Viola che vive trasversale a tutte le generazioni, il Bambi che è ascrivibile al fronte interno gobbo racconta sempre di come la nonna, che non lo era, morì a 95 anni, ma rimase lucida fino alla fine. Poche ore prima ancora lo cercava chiedendo dove stesse quel coglione di suo nipote. Io non sono stato segnato dal gol annullato a Graziani solo perché ho anticipato i tempi, rimasi colpito da Isabelle Adjani nel ‘73.


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