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venerdì 17 febbraio 2017

L'incesto


Non sempre accadono le cose che vogliamo, poi non ci pensiamo più e Badelj alla fine indovina un passaggio. Così come i miracoli, accadono, in un primo tempo nel quale il Borussia sbaglia gol facili (grande riflesso di Tata su Hermann), colpisce un palo, l’arbitro non fischia un rigore, e alla fine a colpire davvero è Bernardeschi che infila il portiere avversario vestito di viola nell’unico magnifico tiro in porta. Praticamente un incesto. Un po’ meglio nel secondo tempo perché un po’ peggio il Borussia, poi alla sua sostituzione mi sono accorto che giocava anche Tello. Ma dove avrò la testa? La verità è che sono un po’ stanco perché il cuore mi dice di fare una cosa (andare al Piazzale strombazzando con la sciarpa Viola fuori dal finestrino), la testa mi dice di farne un’altra (stare a casa a vedere MasterChef) e il fisico un’altra ancora (farmi le seghe dopo una vittoria europea). Ma che devo fare tutto io? Poi guardo e riguardo il sinistro di Bernardeschi, la sua traiettoria, la forza, e più lo guardo e più rimpiango quello di Ilicic, così prezioso e per questo tenuto nella cassaforte di famiglia da Sousa. E dopo MasterChef non posso che darvi la ricetta di questa prima vittoria Viola in Germania, che contiene ingredienti non proprio a km zero (1.173) quali la determinazione, la concentrazione, la sofferenza, la tigna, la fortuna e per la prima volta anche la capacità di proteggere il risultato difendendo. E quando tra qualche anno proietteranno il film di questa partita, ci sarà scritto “basato su una storia vera”, significando che è successo davvero ma con giocatori molto più brutti. Dopo certe vittorie che contano davvero perché nascono spontanee come un pensiero, un sorriso, un gesto, per il fronte interno gobbo, come l’ortica, penso con orgoglio alla dimensione, ai fatturati, al bacino di utenza, e mi chiedo se non è questa la dimostrazione migliore che ci siamo sposati con una squadra così povera solo per amore.


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