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venerdì 24 febbraio 2017

Prima del fattaccio


Sousa è furbo, il Bambi mi ha telefonato subito dopo la partita, inferocito, “vado a rigargli la macchina”, poi mi ha richiamato per dirmi che il portoghese si era comprato una Cactus. Lo sconforto l’ha travolto perché in un momento così delicato non c’ero nemmeno io a reggergli la scala per andare ad abbassare le aspettative. Non l’ho vista, so solo il risultato e la sequenza dei gol sono una fotografia che racconta la stessa tristezza di quando realizzai che ai preti gli piace trombare più che a noi. A questo punto l’unica cosa sensata sarebbe Paulo Sousa al Leicester e Ranieri alla Fiorentina. Non mi rimane che interpretare, e leggendo i tabellini della partita posso affermare con la stessa pacatezza di Luciano Onder che Sousa proviene da uno di questi nuovi pianeti. Non solo ho avuto la fortuna di non vedere, di essere lontano dal fattaccio, di essere distante e necessariamente distratto anche dalle polemiche del giorno dopo, ho realizzato che d’ora in avanti potrò vedere Masterchef senza più scelte dolorose di palinsesto. Voi che avete assistito al misfatto, feriti e imprigionati nella tagliola della passione, ricordatevi che solo chi vi cerca nei boschi, nel vostro inverno, tra la folla e la notte fonda in cui la Fiorentina vi ha gettato, merita di trovarvi. Spero solo che non sia Equitalia. Per cercare di sfangarla, oggi, voi che siete ancora lì dove ristagna la delusione dovete pensare che ogni avventura comincia in un bar; fate che la brioche se proprio deve essere una che sia almeno ripiena. E pensate che anche i genitori di Pollock brontolavano quando scarabocchiava sui muri, tornerete ad apprezzare la vostra passione, e tutto il mondo sarà al vernissage di quella Fiorentina vincente. Saranno lontani i tempi dove a “Malattie imbarazzanti” trasmettevano la storia di un tifoso Viola. Non metto nemmeno le foto delle partita oggi, preferisco quella di Maurice Denice che rappresenta il prima, quando ancora non era successo di incassare quattro gol dal Borussia.

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