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venerdì 1 marzo 2019

Più no che si



Sono i giocatori a fare la differenza, e non vale solo per quelli della Fiorentina. Come sono gli allenatori a sbagliare certe scelte, ma non vale solo per quelli della Fiorentina. E’ la storia del calcio che lo racconta, da quando cioè non c’erano ancora i videogiochi, prima ancora di FIFA 99, prima insomma che inventassero la ruota e quindi la palla diventasse rotonda. Lo dice la storia, se infatti prendi una qualsiasi statua di Nerone ti accorgi subito che somiglia a Gascoigne, senza per forza etichettare il suo allenatore di turno come uno scultore. Ogni giocatore ha le sue belle caratteristiche tecniche, quelle che mandano in visibilio il tifoso, a prescindere da chi lo allena; Bertoni cercava l’ombra della tribuna, Muriel assaggia sempre tutto quello che viene cucinato e non solo, perché ama tanto anche il crudo. Si dice che Veretout abbia l’Arbre Magique al profumo di bomboloni caldi nella sua Citroen. Poi certo se l’allenatore usa il calcio d’angolo corto in pieno recupero allora si è legittimati a sentirsi dei geni della panchina. O forse si vuole dire che il calcio è cambiato e che ora contano più gli allenatori dei giocatori? Potrebbe anche essere, se è vero che i No-Vax sostengono che quando non c’erano i vaccini la gente non si ammalava di tumore. Che la gente moriva di vecchiaia. A 32 anni, ma di vecchiaia. Mentre oggi a 32 anni un calciatore strappa ancora contratti di 4 anni. Il problema di noi tifosi avanti con l’età, non ancora rincoglioniti ma sulla strada giusta, è che abbiamo troppe informazioni, da una parte siamo bombardati dalle statistiche, di una partita sappiamo quanti km percorre ogni singolo giocatore pur essendo inchiodati sul divano dal ‘97, sappiamo di palle perse che non sono solo le nostre, e di quelle riconquistate che non sono affatto le nostre, conosciamo meglio la percentuale di possesso palla della percentuale di sconto sul sottocosto della settimana. Una marea di dati che siccome io non riesco a gestire (e qui la prostata non c’entra niente), stampo, e poi ci faccio aeroplanini di carta da lanciare dalla finestra. Un tempo per mancanza di dati grezzi e di stampante, ero costretto ad andare in edicola a comprare i Paper Plane. Quindi, No all’accanimento terapeutico del tifoso, No alla vivisezione delle partite, e non lo penso adesso che c’è Pioli, del resto il pareggio valeva un punto anche quando avevo la Vespa 50 Special. Qualcosa cambiò quando cominciai a frequentare le lezioni di disegno dal vero.

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