.

.

martedì 6 ottobre 2015

Per non dimenticare



Quando vi fa comodo io sono solo il sognatore ottimista scemo, spesso poeta nella sua accezione più negativa. Allora il teologo del Vaticano che rivela di essere gay e di avere un compagno, che cos’è per voi?. Già, con lo stesso disprezzo che usate con me, la storia del matrimonio con Cristo per voi non era solo una metafora. Come le mie. Così come quando il Papa si è chiesto chi fosse mai lui per giudicare un gay, non era un'apertura. Era proprio un vuoto di memoria. Come il vostro.  Che non vi ricordate più come era povera di contenuti la Fiorentina senza Aquilani. Per non dimenticare più vi regalo la classifica. E poi mi godo queste due settimane in santa pace, e in attesa della trasferta di Napoli. Due settimane di coccole, di ti amo in tutte le lingue del mondo, con l’ultimo dedicato proprio alla partita del San Paolo: Je t'aime, te amo, wo ai ni Ich liebe dich, I love you, allanimadichitemmurt. E adesso dopo che finalmente abbiamo capito di che pasta è fatta la rosa, al mio via, diciamo tutti insieme ad alta voce: "La caponata va mangiata fredda". Si, pure se fuori ci sono 20 gradi, oppure 18 punti in classifica. Si lo so che per ora è andato tutto bene, che i rigori quest’anno ce li danno, che giochiamo sempre con la superiorità numerica, e che si vedrà quando smetteremo di correre. A tutto c’è una giustificazione, lo so, lo so. Per me non dovremo avere paura del Milan allora, visto che Berlusconi possiede il 38% dei libri in Italia, ed è sicuro che quando l’Ikea comincerà a produrre tavoli che non ballano, fallirà. Già traballa Mihailovic. Io intanto dopo aver adorato i Della Valle, Prandelli, Montella e Cognigni, ho fondato anche una religione per adoratori del caffè: Fede, Speranza, Carità, e per carità non lo macchiamo col latte di soia. Poi se volete mangiare la caponata calda, firmarvi "Marasma", e rimpiangere Pizarro, lottate con forza per le vostre idee. Magari scrivetele su degli striscioni. Tenete sempre duro nelle battaglie che combattete, non importa se contro Cognigni, la comunicazione, la Loggia dell’Oliva Ascolana, o il campionato che si gioca negli Emirati Arabi. Per vincere le battaglie ci vuole tanta abnegazione e spirito di sacrificio. Anzi, proprio contro il mio stesso interesse di adoratore, vi consiglierei come eroina la Sandra di Piazza della Calza, una che ha tenuto duro fino al 1978. Poi è nata. Lo so cosa pensate, che per me è più facile, visto che son di bocca buona e mi va sempre tutto bene (Si lo confesso, anche il primo posto in classifica) e non esprimo mai un giudizio, nemmeno su quella che un tempo fu una campagna acquisti da pezzenti, prima di scoprire che sotto la crosta c’era un Pollock originale. Ma oggi vi smentisco perché io di calcio ne capisco anche più di voi, che è solo perché non seguite l’arte informale che non potevate accorgervi dell’opera d’arte che si nascondeva dietro i vostri giudizi impietosi. Se fossi Galliani per esempio, come centrali avrei comprato Alessandro Siani e Paolo Ruffini, almeno non avrebbero fatto ridere. Poi largo ai sentimenti quelli veri, con il Bambi infatti, per suggellare un’amicizia che dura dai tempi della Fiorentina dell’82, ci siamo incontrati in Piazza San Felice, con tanta fatica ma alla fine anche lui ce l’ha fatta a dirmi che si era sbagliato quando faceva il sarcastico sulla campagna acquisti. Bravo. Anche se l’ho visto andare via provato. L’ho seguito con lo sguardo per un po’, mi sembrava incazzato nero. Lavava il parabrezza proprio quando lo sorpassavano le moto.




Nessun commento:

Posta un commento