La
Fiorentina espugna Napoli come si vede chiaramente dalle foto, e così
assorbe la delusione Berbatov caratterizzata dall’untuosità delle
viscose movenze di una Ma-rotta sbagliata, un uomo alla deriva che
navigando a vista, con quella vista non si sa mai dove cazzo va a
naufragare. Oppure la Fiorentina utilizza la fase finale di mercato
proprio con la parte abrasiva di quella stessa spugna raschiandosi di
dosso il bruciaticcio della vicenda bulgara per espugnare comunque il
San Paolo magari proprio grazie alla zampata vincente dell’utlimo
arrivato, che alla fine potrebbe essere addirittura SpongeBob
dall’Espugnyol. Intanto Tomovic e Migliaccio in entrata, Vargas e Lazzari in uscita a
ribadire il grande colpo di spugna sul passato. A parte l’esclusiva
delle foto del risultato che solo il blog poteva offrire, la spugna
vuole anche rappresentare una capacità che crediamo la società possegga,
che è a quella di assorbire bene il danno delle manovre spericolate di
chi piscia fuori dal vaso perché è strabico, ma anche quella di
sciacquare subito la padella nella quale è rimasto attaccato sul fondo
l’ultimo grande colpo, la sensazione è che faremo in tempo a spadellare
un’altra bella pietanza a Montella così da mettere a tavola una squadra
comunque appetitosa, e non una che costringerà il popolo Viola a farsi
delle gran spugnette mentali. Perché la spugna a Napoli faciliterà nella
pugna, e poi una volta servito ai partenopei il pasto pesante della
sconfitta, offrirgli anche una bella prugna è ulteriore conferma dello
stile Fiorentina, ci rendiamo conto che la prima in casa, con tutte
quelle aspettative e con un presidente cinematografaro comunque geniale,
perché in grado di usare un Cavani in campo, una Cavani in regia, oltre
ad avere una casa grande con tanti cavani, non preveda la regia di una
vittoria Viola, allora ecco la prugna che ha il potere di alleggerirlo
da certe situazioni d’imbarazzo, e in grado di facilitare l’evacuazione
dello stadio in maniera più morbida. Comunque la vicenda Barabbatov ha
lasciato il segno e non ci sarà nessun Pilato a lavarsene le mani,
fortunatamente non c’è paura ad affrontare una vicenda scabrosa come
questa, quindi niente paura ma la Fifa ad annunciare che si muoverà
prontamente, intanto presentandosi domenica sera a Napoli per portare la
solidarietà della massima organizazione calcistica mondiale alla
Fiorentina vittima di una volgare scorrettezza da parte di soggetti che
fanno parte del mondo del calcio. Se può consolare almeno in parte, la
Fiorentina a Napoli troverà quindi la presenza delle blatter.
.
venerdì 31 agosto 2012
giovedì 30 agosto 2012
Rabarbatov
Alla
fine poi non è andata neanche così male, parliamoci chiaro, perché
Birbatov ci avrà scroccato anche un passaggio aereo verso Monaco, di
fatto però salvaguardando almeno Firenze dalle sue scorribande da
gentleman, a questo punto è andata di culo alla Fiorentina ma anche al
sistema alberghiero, perché se fosse transitato davvero da un albergo
fiorentino, sarebbero mancati all’appello almeno un accappatoio e
l’intero set di asciugami griffati, dispiace da un punto di vista
tecnico, dispiace perché era stata questa la prima scelta, anche se ha
mostrato un evidente errore di valutazione della persona, dispiace
perché c’è l’amaro sapore del Rabarbatov e della beffa che ha i contorni
addirittura dell’affronto per l’aggravante della matrice bianconera.
Però che dire, il comportamento del giocatore porta a pensare che alla
fine forse non siamo stati noi a prenderlo nel retto vista la sua
rettitudine morale, e tra scorretti il matrimonio con la Juve sarebbe
stato anche ineccepibile, se non fosse però che Berbituricov ha
presentato il Conte anche ai bianconeri, salatissimo, togliendoli come
si suol dire la sete con il sale. A questo punto non resta che
sperare nel piano di evaquazione da questa volgare pista bulgara, in
tempi molto stretti, e questa volta anche a mele strette per evitare di
essere ancora intortati bene bene con qualcosa però di molto lontano
dalla soffice bontà di una torta di mele. Ora potremo misurare meglio le
capacità del duo per capire se hanno pronta la pettorina
catarifrangente da indossare nella corsia di emergenza di un
calciomercato ormai quasi al casello, e nel quale abbiamo già pagato il
pedaggio annunciando una punta di livello, vediamo se confermeranno
quanto di buono hanno fatto vedere, anzi, per riversare ottimismo e
stemperare la rabbia, ci piacerebbe che trasformassero questa vicenda in
una opportunità, ricalcando lo schema già applicato con successo dalla
società nella vicenda Oriali-Pradè. Permutiamo l’amaro in bocca che oggi
ha maggioranza bulgara tra i tifosi, in entusiasmo per un nome nuovo
che abbia il sapore della rivalsa, per uscire alla grande da una
situazione nella quale non abbiamo meritato di ritrovarci, la rabbia
insomma, va convogliata in voglia di dimostrare di essere più forti
anche della scorrettezza, e quindi rilanciando comunque con un grande
acquisto. A margine di questa vicenda la Bice mi ha raccontato una
strana storia alla quale subito non avevo voluto credere pensando che
dietro ci fosse solo del retrogusto dal sapore tipico della vendetta che
nasce spontanea e abbondante sul pianeta donna, per farla breve questa
volta c’era Marotta in aeroporto ad aspettare il bulgaro, stessa
situazione di Macia a Peretola, il DS bianconero a differenza del nostro
però era in trance agonistica per il successo da ratto, nel senso di
sorcio, di quello che pensava fosse stato un ratto, nel senso di furto
ai nostri danni, e mentre Macia se ne era tornato in sede abbacchiato ma
comunque indenne, al dirigente bianconero questa volta il conto glielo
presentava invece il Fulham, che si è paventato in divisa da bobby
proprio per notificargli in tutta la sua ufficialità l’ammenda per
l’immondo comportamento, è così che la signorina della foto avrebbe
sguainato lo sfollagente inserendolo fino al torsolo nella torta di mele
di mister correttezza, insomma, scegliendo di applicare la legge del
taglione, ovvero, occhio per occhio (pio), dente per dente, e il
boccone, se per noi ha avuto il sapore del Rabarbatov, per la Juve alla
fine è risultato amarotta come il fiele, perché oltre al giocatore ha
perso anche la faccia.
mercoledì 29 agosto 2012
Tramadanni
E’
durata meno del previsto la luna di miele, è bastato un abbozzo di
cessione e zac si è fatto un sol boccone di tutti i buoni propositi e
ritolto in via preventiva il saluto ai Della Valle, peccato. Sì, è vero
che Tramadarno ci ha incalzati tutta l’estate sfiancandoci prima con
Jovetic, ma questa reazione del tifo è andata adirittura oltrarno,
mostrando una percezione della realtà troppo barcellonacentrica, che è
irreale non tanto se riferita a Firenze nel calcio, ma al calcio in
Italia, e se solo si pensa che la Fiorentina vende Nestasic mentre il
Milan Thiago Silva, oltretutto mentre la Fiorentina compra fior di
giocatori e gli altri si affidano solo ai prestiti e ai fine contratto.
La mia sensazione è che non si vogliano nemmeno valutare gli estremi
dell’operazione Nastasic, ma cogliere invece la ghiotta occasione per
riattivare l’innesco, mostrando così che quella di una parte del tifo era
solo una tregua armata. Nel mio piccolo voglio confermare invece la
fiducia alla società, che quindi rimane intatta, perché non dimentico la
qualità della campagna acquisti, non dimentico la rinuncia a vendere
Jovetic che avrebbe avuto ripercussioni, queste si importanti sul
progetto di squadra, un atteggiamento inequivocabile che se aggiunto
alle promesse fatte e poi mantenute circa la rinnovata stagione delle
ambizioni, dovrebbe lasciare almeno il tempo di una riflessione prima di
ricaricare le baionette, è vero che la cessione di Nastasic è dolorosa,
ma ha molte meno ripercussioni sul progetto di squadra, è sicuramente
una perdita importante, che ritengo però lo sia più da un punto di vista
del singolo e molto meno grave quindi di quella che sarebbe stata la
cessione di JoJo. Operazione che avendo per forza una logica, quando
sarà il momento ce la spiegheranno come ha sempre fatto Pradè in maniera
molto più che trasparente, e visto come la società ha dimostrato
entusiasmo e competenza, questo mi lascia pensare che dietro
all’operazione ci sia un disegno non per forza commissionato da ragioni
di cassa, vedremo, voglio sperare che da questa cessione se ne esca
trovando addirittura il modo per rinforzarsi. Ed è un peccato rilevare
questo approccio un po’ camaleontico alla passione da parte della
tifoseria, oltretutto ai margini di quel bel clima che si era ricreato,
perché già circola il sospetto che Andrea sabato fosse strategicamente
imbottito di fialette d’acqua, come un kamikaze della finzione
addestrato da Diego a far scoppiare bombe di sudore telecomandato. A me
l’atteggiamento di Andrea è piaciuto molto in questo ultimo periodo, mi è
sembrato soprattutto sincero, giustamente orgoglioso nell’aver
rinunciato a vendere Jovetic e ambizioso quanto basta. Se poi avrà
venduto Nastasic solo per far cassa alla faccia del rilancio, ci avrà
deluso e glielo faremo presente, ma fino a quando non sarà dimostrato
dai fatti, penso invece che sarà fatto tutto quanto il possibile per
regalare a Firenze una squadra che la rappresenti degnamente. Oggi la
foto di copertina vuole essere una sorta di didascalia da dedicare a
questo mondo del calcio, per spiegare come attraverso la competenza, le
idee vincenti e la grande determinazione si possa voltare le spalle
anche alla logica dei grandi interessi che ci ruotano intorno, e in
questo modo gli si possa andare lì, sì, proprio lì in quel posto ben
rappresentato dalle forme della signorina, si possa cioè andare nelle
tasche posteriori di quelle regole che determinano quel calcio cinico
che è in mano solo a pochi grandi club. La seconda foto tradisce invece
la mia delusione per quella parte del tifo che ha pisciato fuori dal
vasic dimostrandosi non troppo Savic.
martedì 28 agosto 2012
Klausola Kinski
La
vicenda Jovetic è come il più classico degli spaghetti western
all’italiana, girato tra la polvere di luoghi che non sono quelli veri,
così come gli articoli che piovono copiosi in un estate di grande
siccità, e che ricalcano quella propensione a sostituire la verità con
scenari più caserecci, come gli articoli su Jovetic ai quali si
sostituisce la verità adattandoci clausole rescissorie alla bisogna,
come fossero tanti cactus a certificare scenari di un Far West ad ovest
del Mississipi, e non il Far West che esprime oggi il giornalismo sportivo
italiano. Clausole rescissorie come fossero i fagioli di Bud Spencer, un
piatto per il quale azzuffarsi, non più sognanti cercatori d’oro ma
sonati cercatori di clausole, non più segnali di fumo, ma tanto fumo e
niente arrosto sul fuoco di versioni dei fatti sempre diverse e sempre
sbruciacchiate. Pistoleri di clausole con scacciacani, e giornalisti
randagi come cani che nel cinturone non hanno Colt ancora il confine tra
il ridicolo e il patetico. La clausola non c’è ma qualcuno tra i più
scaltri sceriffi sostiene che invece esiste eccome, e l’ha individuata
dietro l’atteggiamento sospetto di Toro Seduto, che è proprio nella
postura che nasconde la verità, visto che secondo la Gazzetta dello
Sport ci s’è seduto sopra apposta per nasconderla, ma i Della Valle
fanno gli indiani, negano e intanto sudano, anche se i giornalisti furbi
sanno che dietro al fascino di Diego che fa tanto il Richard Gere del
Piceno si nasconde invece un Richard Geronimo, quando non un Richard
Ginori, che aspetta che fallisca anche la famosa manifattura delle
ceramiche per prendersela come ha fatto con la Fiorentina. Non c’è
proprio pace nel giornalismo sportivo, perché non si comincia un nuovo
giorno senza che qualche soloone non vada al saloon a sbevazzarsi la sua
bella clausola rescissoria doppia per scatenare la rissa tra i tifosi,
si comincia e si ricomincia come i Comanche, che saccheggiavano i
villaggi del Messico ma non la verità. E anche i procuratori fanno la
loro bella parte preparando terreni paludosi dove seminare la zizzania,
da non confondere con i Seminole che uccidevano senza quasi mai farsi
vedere, quello che vorrebbe fare Ramadani con la passione dei tifosi
Viola. Bisognerebbe essere tutti un po’ più diligenti e non cercare di
attaccare la diligenza per saccheggiare il talento di Jovetic, perché il
viaggio di JoJo prevede ancora una fermata a Firenze, e la diligenza è
scortata da una dirigenza che non molla, che non barcolla difronte al
Far West di questo calcio nel quale il primo pensiero della mattina è la
sopravvivenza della passione. I procuratori non sono altro che
cacciatori di taglie ai quali il calcio ha affidato la cattura di
sostanziose provvigioni sugli affari conclusi, una perversione del
sistema, uomini pagati da chi vive nel sistema, ma che alla fine lo
uccidono. Finalmente però stanno calando “Ombre rosse” su questa
benedetta clausola rescissoria, con il “Massacro di Forte Apache” dove
Ramadani capitolerà davanti al fortino dellavalliano di Casette d’Ete
City, “Là dove scende il fiume” che non può essere altro che l’Arno e
che servirà a spegnere quel “Mezzogiorno di fuoco” appiccato proprio con
l’innesco di una clausola rescissoria fasulla. Ma il colpo di scena nel
western all’italiana è sempre lì dietro l’angolo, e alla fine tra i due
Kinski non sarà Klausola ad andarsene ma Nastassjac.
lunedì 27 agosto 2012
Jovetic è un top less
A
proposito di Jovetic e di quei giocatori che come le gru sono capaci di
spostare gli equilibri, quelli per intendersi definiti oggi dei top
players, a noi rigorosi vecchi maiali e non old pigs, se proprio
costretti ad usare terminologia di ultima generazione, o comunque
tentati a consumare termini d’importazione per sentirsi un po’ più
fighi, allora confessiamo che ai top players preferiamo ancora il
topless, così come al bacon preferiamo Baconi che alla Domenica Sportiva
evidenzia drammaticamente le difficoltà di Montolivo a far ripartire la
manovra del Milan. E allora da questo blog vogliamo promuovere una
mozione che diventa ancora emozione quando a proposito di topless ci se
ne paventa davanti uno in tutta la sua rotonda prosopoppea, la mozione è
dunque quella di riappropriarci di un calcio nel quale Jovetic non sia
più definito un top player ma piuttosto un giocatore di un altro
pianeta. Ecco, ha più fascino e sapore di casa definirlo così, anche se
un altro pianeta non è poi così vicino a casa, come San Frediano che è
casa e allo stesso tempo un altro pianeta situato Diladdarno, come
lontana invece è Londra o Madrid, e Barcellona, distanti dal Santo
Spirito fiorentino e dove Jovetic andrà a giocare in un prossimo
futuro, ma non adesso perché “questa casa non è un albergo” gli ha
sussurrato in un orecchio a Moena il presidente ciabattino, colui che
per smembrare meglio rinuncia oggi a mettere le accise sul prezzo
dell’entusiasmo. Andrea ha sudato e gesticolato come un Vittorione
qualsiasi, addirittura come un tifoso del Milan di fronte al gioco
scadente e ai giocatori a scadenza di contratto, e se Andrea non è stato
offeso perché la frattura si è ormai ricomposta, ci ha pensato Diego
attorniato dai suoi uomini immagine, che ha aspettato che il fratello
tornasse a casa per gridargli “fai schifo così tutto sudato”, ironia
della sorte la stessa frase gridata a Montolivo dai suoi nuovi tifosi,
modificata solo nella parte finale con “...e non sei neanche sudato”. In
attesa di misurare la febbre al Napoli che ha passeggiato a Palermo,
reso merito a Osvaldo e al suo meraviglioso gol che un po’ ha ricordato
quello di Torino dal sapore Champion, e confermate le prime difficoltà
difensive delle squadre di Zeman, abbiamo appurato soprattutto che
Jovetic non è un top player ma solo un giocatore di un altro pianeta, e a
proposito di pianeti è doveroso ricordare come la luna piange la morte
di Neil Armstrong, primo uomo a posare il piede sul suolo polveroso del
satellite terrestre, così come ha fatto JoJo muovendo i suoi primi
passi della consacrazione nel pianeta Fiorentina, e proprio come Neil
sabato ha lasciato l’impronta sulla partita, la prima missione di questo
campionato nella quale il nostro 11, anzi il nostro Apollo 11 si è
fatto una bella passeggiata spaziale sull’Udinese, squadra che è
sembrata anche un po’ allunata davanti al modulo Lem di Montella,
allunata proprio come il suo allenatore che alla fine c’è rimasto
proprio come un pollo.
domenica 26 agosto 2012
Fiocco Viola
Fiocco
Viola al Franchi, con tanto di possesso palla davanti a un avversario
piegato dalla geometrica intelligenza della manovra, e davanti alla sala
parto in attesa di sentire gol e vagiti, i primi, da non confondersi
con i piagnistei di Guidolin. Esordio in massa di tutti i nuovi che
hanno districato la matassa di una partita non certo facile, diventata
molto difficile dopo lo svantaggio, una squadra che però non si è mai
persa d’animo lasciando buone tracce di carattere sul terreno di gioco,
tanto gioco, e perché no anche confessando di avere sane ambizioni,
dall’alto della rocciosa Roncaglia cinese eretta a difesa di un sogno
che non deve avere fretta, con Gonzalo che bagna l’esordio da reduce
navigato, un atteggiamento che svaria tra il veterano con saggio senso
dell’anticipo e la buona propensione a far ripartire l’azione, qualità
che dimostrano quanto abbia avuto senso il suo acquisto. Pizzarro è il
vero giocatore farro della squadra capace di legare gioco, già
ingrediente base della manovra, farro ma anche faro che aiuta i
naviganti del centrocampo e che se la intende quindi anche con octopus
Valero, un bulimico della pedata che ingurgita palloni dal frigo, una
quantità di giocate a tre cifre che conserva con cura e con una
percentuale d’errore vicino allo zero termico. Viviano inoperoso anche
se è stato graziato da Muriel che lo avrebbe potuto uccellare in mezzo
al guado di un’uscita rimasta a mezzo, ma con nostro gaudio, Cuadrado
che potrebbe diventare straripante come l’Arno nel 66 quando avrà
raggiunto la giusta condizione, così come Cassani potrebbe diventare una
riserva 2012. El Ham è invece un incantatore di difensori serpenti che
ci ha servito uno spritz delle sue qualità, con l’aggiunta di abbondante
ghiaccio che ci è sceso lungo la schiena dopo aver gettato al vento
quello che avrebbe dovuto essere il vantaggio, e quello che immaginiamo
già un modo di intendere calcio che non prevede la presenza dei compagni
di squadra. E poi Aquilani preciso con il lancio come Barnard lo era
con il bisturi, capace di incidere il campo e la partita in due come una
mela, con un taglio chirurgico a favore del match winner, che le mele
le ha aperte invece al povero Guidolin, JoJo appunto, che come dice
Montella evidentemente parla solo con i fatti. E Montella infine già
capace di presentare una squadra che risponde presente all’appello del
primo giorno di scuola, che piace anche nei cambi, come ci è piaciuto il
pubblico tornato ad essere protagonista in positivo, come è piaciuto a
tratti nella ripresa il sapore inconfondibile della paella blaugrana, e
se il problema sarà quello di trovare l’affiatamento, a me è sembrato un
problema facilmente superabile visto come la squadra si è già
riconosciuta abbastanza grazie al linguaggio universale dei piedi buoni.
Oggi allora ci godiamo questo fiocco Viola, dopo che dalla sala parto
della società, e grazie alle spinte del suo primario giocatore è nata
davvero una gran bella squadra.
sabato 25 agosto 2012
Forza Viola
In
bocca al lupo alla Fiorentina e in culo alla balena. Mi balena questo
stamani negli occhi, che se da una parte è meglio che nel culo, è
soprattutto luce di una speranza concreta in fondo, quella riflessa in
fondo al pozzo dei desideri, non una visione mistica ma una misticanza
di belle sensazioni che fanno da contorno alla grande attesa, insomma,
una voglia dalla larga foglia, figlia del desiderio di vedere una
stagione fantastica sempre che Dio lo voglia, una voglia che alla
soglia della nuova stagione si spoglia delle tante parole per diventare
inizio vero di un campionato, che sarà la linea di faglia, una frattura
tra il vecchio e il nuovo ciclo, qualcosa che ti piglia e non ti lascia
più. Finalmente. E la passione quando si sprigiona non mente, perché col
primo fascicolo della stagione, insieme all’entusiasmo esce in allegato
anche una certa ritrovata ambizione, e vorremmo proteggerla in tutti i
modi questa stagione, anche dalla malasorte che è sempre lì alle porte, e
che un po’ te lo procura quel qual certo magone di quando le cose vanno
storte. Tanta attesa e giuste aspettative per quello che finalmente
sembra essere davvero un nuovo capitolo dell’era Della Valle, il primo
ad avere le giuste credenziali e la benedizione dell’ambiente dopo
l’addio di Prandelli, requisiti che ormai erano diventati indispensabili
perché si potesse continuare con questa proprietà senza l’ennesima
crisi di nervi in quello che di Nervi è lo stadio, è vero che adesso la
parola passa al campo, ma intanto c’è stato comunque l’abbraccio di
tutti, quello che servirà a lavorare con entusiasmo. E allora avanti
tutta, con le prime due partite ideali proprio per misurare le
ambizioni, e ce le vogliamo giocare a viso aperto, senza nessuna paura e
con il gusto ritrovato di essere nuovamente tutti dalla stessa parte,
dalla parte giusta, e a quel viso aperto ci vogliamo aggiungere anche un
gran bel sorriso, di quelli che nascono dalla consapevolezza e dalla
serenità, sperando che anche la cornice di pubblico sia quella giusta,
la più adatta a fare il primo tagliando ad una nuova storia d’amore, e
come si può vedere nella foto, la prima vera senza più l’ombra del
Santo, perché anche se non proprio nella tomba della memoria, quel bel
periodo sembra finalmente finito almeno in un tombino. Così, tanto per
fare spazio a un altro.
venerdì 24 agosto 2012
Uno sceicco? Malagari!!
Ai
Della Valle possiamo imputare di non aver fatto prima quello che è
riuscito invece adesso, anche se avendo sulle spalle un ballino di anni
da 50 chili, sappiamo bene che per fare le rivoluzioni ci vuole si il
coraggio che è mancato, ma anche le giuste condizioni ambientali che
invece non si erano verificate, e che tra il dire e il fare ci sono in
mezzo un mare di aspetti tra i quali anche quelli di natura sentimentale
che proprio sfumature non sono, tema questo magari poco commestibile
alle insensibili fauci del tifo che tende a fagocitare senza far uso
della masticazione, perché sul piatto di un ciclo da azzerare c’erano
anni di rapporti di lavoro in alcuni casi diventati amicizie, poi ci
sono stati gli errori di valutazione, ci sono stati gli errori, insomma,
tutta una serie di errori ma non la malafede, che invece è facilmente
riscontrabile in certo ambiente giornalistico cittadino, per non parlare
di quello del tifo che proprio nella fase più delicata della storia dei
Della Valle a Firenze si è dimostrato un’arma in meno. Tanto che oggi
potremo valutare non senza qualche apprensione se lo svuotamento dello
stadio fosse da addebitare al furto d’identità messo in atto dagli acker
della tomaia marchigiana, e ancora, adesso che le nebbie della
pontellizzazione sembrano essersi finalmente diradate dalle menti più
sospettose, analizzeremo meglio se la passione ritrovata sarà
sufficiente a ricucire gli strappi, o almeno a dimostrare un
attaccamento alla maglia che non sia lo stesso dimostrato da Montolivo.
Quindi Della Valle in colpevole ritardo sui tempi della rivoluzione e
ancora neanche portata a termine veramente fino in fondo, e quando parlo
di fondo non mi riferisco a quei tifosi che lo hanno raschiato
agognando la vendita della società mettendosi a pecorina nel primo harem
disponiile di un qualsiasi sceicco dal pacco gonfio, e dopo aver
verificato il poco interesse suscitato dalla piazza, disposti ad
accontentarsi anche di un meno arabo rivenditore di bombole di gpl pur
di liberarsi di chi oggi invece è tornato orgoglio di tifoso, facce da
carta igienica insomma, che si scaccolano nascondendo il ricavato sotto
la soglia della vergogna, perché la Fiorentina di oggi è addirittura
merito della loro lucida contestazione, una lungimiranza utilizzata a
più riprese, è bene ricordarlo, come quando si è cercato di cambiare il
testo del nostro inno sostituendo il “garrisca” con un decisamente più
petroliere Garrone, oppure tutta quella lungimiranza la possiamo
riscontrare nella crudezza con la quale si è voluta chiudere la scorsa
stagione al coro di “pezzo di merda”, oppure ci si riferisce a quei
Preziosi esempi di lungimiranza come gli ultimi cammei incastonati nella
Val di Fassa tra nasi da pagliaccio e parrucche, così tanto per
ripartire con il piede giusto, insomma con lo stesso lungimirante e
rasserenante atteggiamento di come la si era chiusa. Probabilmente a
braccetto con Bettega non c’è andato da solo Prandelli, qualche tifoso
ce lo deve aver accompagnato per riconoscenza, per fortuna pochi, e le
cui corbellerie non sono state ascoltate da una presidenza che invece di
fare tanti discorsi a bischero ha rilanciato a dispetto dei Santi.
Comunque dicevamo che si è fatto trenta ma non trentuno, perché se da
una parte la rivoluzione c’è stata, nelle pieghe di questo rilancio ci
sono ancora tracce inequivocabili di pontellizzazione che un po’ di
ragione la danno a chi ha vissuto tra le nebbie della lungimiranza,
perché la foto di copertina ci mostra senza ombra di dubbi l’anima
sparagnina dei marchigiani, tracce di ridimensionamento da finire ancora
di spolverare, perché ci sono troppe sconcertanti analogie tra i noti
braccini dei Della Valle e le alucce del nuovo angelo custode della
squadra preso con prestito secco dal Malaga, perché i cari Della Valle,
dopo aver approfittato delle difficoltà del Villareal, per accaparrarsi
chi dovrà vigilare sulla nostra stagione si sono invece rivolti proprio a
quello che è stato a lungo il sogno dei lungimiranti con la sciarpa
Viola al collo, lo sceicco Al Thani, questo si un vero esempio di
proprietà in fuga, che smantella tutto e vende a prezzi stracciati, e
che bene avrebbe potuto rappresentare una certa tioseria che a Firenze
in questi anni di austerity della fede, ha dimostrato di usare la
passione a targhe Al Thani.
giovedì 23 agosto 2012
La mecca del meccanismo
Una
volta messo il puntero sull’albero di Natale di Montella rimarranno da
oliare solo i meccanismi, e intanto aspettiamo sabato con trepidazione,
sperando che Beatrice si ricordi di Dante e ci venga a rinfrescare
l’esordio. Perché a braccetto con Lucifero ci viaggia l’ennesima decisione
sciagurata della Figc che fa scopa con l’orario della partita di Tim Cup
come se fosse stata una genialata da replicare invece della stronzata
di un replicante, e dulcis in fundo va a braccetto anche con la
decisione di allargare a 12 la lista dei giocatori da portare in
panchina, un Giancarlo Abete che accogliendo la richiesta della Lega di
serie A, di fatto contribuirà all’ulteriore svuotamento degli stadi,
visto come si puntava almeno all’apparenza, con quel generoso colpo
d’occhio regalato dalle rose lunghe che costringevano gli allenatori a
mandare i giocatori in tribuna. Tornando a noi la rivoluzione è quasi
completata con l’addio di Felipe e Cerci, quello probabile di Lazzari e
quello augurabile di Vargas, tre dei quali forse neanche troppo
casualmente invischiati nel giallo delle pernici. Dicevamo però che
adesso l’obiettivo sarà quello di mettere a punto i meccanismi in modo
da perdere meno terreno possibile nella fase di rodaggio, e sappiamo con
certezza che Montella e il suo staff hanno già applicato i loro metodi
innovativi anche alla velocizzazione di questa prima fase delicata della
stagione. E lo sappiamo grazie al bel rapporto che si è venuto ad
instaurare a Moena tra la nostra inviata e il gruppo di lavoro del
tecnico, che si sono “riconosciuti” proprio per quel modo di guardare al
lavoro con gli occhi del navigatore che cerca nuovi territori da
scoprire, non a caso viene usato il GSM, ed è grazie a questa simpatia
professionale che la Bice è riuscita ad avere in esclusiva proprio
un’anticipazione sul tema delle innovazioni applicate alla registrazione
dei meccanismi, un antipasto sui metodi scelti al quale anche il blog
ha saputo rispondere con lo stesso linguaggio. Nella foto di copertina
il mister ha mostrato alla nostra inviata uno dei tanti sistemi
utilizzati per accorciare i tempi della messa a punto degli ingranaggi,
in questo caso specifico ha voluto evidenziare come siano stati adottati
solo meccanismi facilmente assimilabili, e nel caso svelato alla Bice
ha precisato come non sia stato lasciato niente al caso, anzi, ha
indicato il metodo sperimentale usato per far assimilare meglio al
gruppo l’orario di rientro a casa la sera attraverso delle semplici e
salutari spremute, confidenze poi raccolte dalla Bice smentiscono le
voci sul fatto che Cerci fosse stato messo sul mercato dopo il fatto
delle pernici, mentre la decisione è stata presa dopo che Montella al
breefing tecnico aveva spiegato i vantaggi di questo metodo innovativo
studiato per l’assimilazione degli orari di rientro, e il giocatore
invece di spremere e bere si era invece intestardito a volerlo guardare
pensando che fosse l’Arancia meccanica di Kubrick e non quella di
Montella. Nella seconda foto, la Bice mostra orgogliosa come anche la
Riblogghita si sia dimostrata avanti, al passo coi tempi utilizzando
persino un contapassi, e facendo notare come gli stessi tacchi indossati
dall’inviata fossero dotati di meccanismi ideali per ritirare su il
morale quando questo ci fosse mai finito sotto magari dopo un risultato
sfavorevole, ideali poi anche per fare il tacco e punta, una tecnica di
guida che permette di frenare e accelerare contemporeanamente,
indispensabile ad un inviata moderna per arrivare prima degli altri a
svelare il vero nome della nuova punta, appunto, un tacco insomma che è
innovativo ma allo stesso tempo anche un po’ vintage, e che la Bice
indossa con riconoscenza per il lavoro svolto da un indimenticato DS
come Corvino, insomma un riferimento chiaro al meccanismo contorto che
ha portato all’acquisto di Di Tacchio.
mercoledì 22 agosto 2012
Mamma Eberbatov
E’
evidente come in città esista ancora una disperata volontà di tenere in
vita il mercato della notizia patacca, dove nessuno poi fa mai il mea
culpa ma solo il Meo Patacca, una certa stampa che fa uso della
contraffazione, non sappiamo se per incompetenza e quindi perché
raggirata dagli interessi dei procuratori che fanno scoppiare “casi” da
usare come turbativa, oppure è lucida strategia che serve per utilizzare
a proprio favore le paure della piazza alimentando il mercato della
notizia drogata, in mezzo e ben mimetizzato c’è sempre l’accanimento
terapeutico per cercare di tenere in vita il mammabeismo, con tutto il
suo indotto di rosiconi, ai quali, questo ritrovato entusiasmo cancella
il lavoro di anni speso ad infangare una proprietà oggi difficilmente
accusabile di smobilitazione. Ed è proprio la forza e la volontà nel
trattenere Jovetic davanti alle grandi offerte, che uccide forse in
maniera definitiva la mamma Ebe di tutte le teorie di pontellizzazione, e
quindi si cerca con la forza della disperazione di rimettere tutto
quanto in dubbio, d’intorpidire le acque cercando d’interrompere una
luna di miele che per qualcuno è diventata una luna di fiele. Ha già
parlato in merito Andrea Della Valle, più che esaurientemente, definendo
incedibile il giocatore e dichiarando inesistente il gentlemen’s
agreement, tutto quanto si legge su questa vicenda che sia posteriore a
quelle inequivocabili dichiarazioni, è fuffa, perché è proprio sul
giocatore che la proprietà ha fondato il rilancio, si rassegnino coloro
che hanno interessi diversi da quelli di fare il bene della Fiorentina,
prendano atto di aver perso la battaglia e depongano le armi. Perché la
Fiorentina sta facendo ancora di più, sta cercando di inserire l’ultimo
grande tassello in quello che sembra essere davvero uno splendido
mosaico, tassello che come per il cocomero servirà a verificare magari
se Berbatov sia un po’ troppo maturo, e se su Lisandro Lopez, invece,
qualcuno stia glissandro prima di sferrare l’attacco decisivo. E a
proposito delle sacche di resistenza, la Bice è andata a verificarne gli
ultimi focolai in città, e su questi presidi dell’antidellavallismo ha
incentrato il suo resoconto fotografico, un reportage intriso di una
malinconia che si taglia a fette proprio come il cocomero di cui sopra,
perché quella della Bice è una dura raffigurazione di un disagio
profondo, di una lotta ormai senza speranza nel tentativo di
sopravvivere agli eventi contrari. La foto di copertina mostra come la
Ebe stia cercando di attingere disperatamente delle risorse da dare a un
movimento che non ha più ne capo e ne coda, capezzoli da strizzare per
quella che ormai sembra essere diventata mammella Ebe. La seconda foto,
invece, è la dimostrazione di come le cheerleaders dell’organizzazione,
un tempo impiegate numerose ai margini delle grandi contestazioni
antidellavalliane, valide interpreti di coreografie al grido di pezzo di
merda, oggi siano praticamente in mezzo a una strada.
martedì 21 agosto 2012
Rosicani sciolti
Oggi
è arrivato il momento di chiedere scusa a tutti coloro che ho preso in
giro, non ce ne vorranno se l’anima di questo blog è trascesa a tal
punto da andare persino oltre a quelle che erano le intenzioni di quella
gran fava del suo creatore, confesso di essermi fatto prendere la mano,
e faccio ammenda se ho giocato forse un po’ troppo su concetti come
“pontellizzazione”, ironizzando a bischero sciolto su certi profeti
della sciagura che avevano teorizzato la “smobilitazione”, perché per un
lucignolo di parte bianca come me, questa Aquafan delle ipotesi
scivolose è sembrata un fantastico parco giochi acquatico con tanto di
mega scivolata finale sui concetti base, che mi ha catapultato nel paese
dei balocchi, un posto meraviglioso per un Santo Spiritoso come me, e
quando confesso di essermi fatto prendere la mano lo faccio con tanto di
foto di copertina nella quale dimostro come la mano armata di penna sia
servita a stuzzicare un po’ quei volti del pessimismo. Oggi però che
siamo felici perché tutti sono saliti finalmente sullo stesso carro,
possiamo e dobbiamo stemperare gli animi, abbandonando le rispettive
posizioni per lasciarci invischiare in questa nuova avventura, che sarà
accompagnata da una fitta ragnatela di passaggi, fino a riscoprire e
probabilmente apprezzare la geometria di centrocampo, e se la qualità
dei giocatori che oggi compongono la rosa ci consente la matematica
certezza di una stagione ricca di soddisfazioni, anche la matematica
allora sarà una piacevole riscoperta, come la fisica che studia i
fenomeni naturali come l’esplosione dell’entusiasmo, e la geografia che
nel programma di quest’anno prevede un ampio approfondimento sulle
Marche, argomento per il quale oggi ci sono tifosi disposti persino a
farsi interrogare come volontari. Insomma è tempo di pace e anche quello
di riconoscere che siamo tutti tifosi della stessa squadra, che non ci
sono cioè i tifosi di serie A e quelli di serie B, ma solo più o meno
pessimisti, più o meno fave come me che se fossi nato in un paese
sudamericano sarei vissuto sicuramente in una favela. Insomma è la
passione per la Fiorentina il minimo comune denominatore, dato per
scontato che un minimo di bischerate le può aver teorizzate chi è
rimasto sconvolto dal terrorismo immaginario di un kamikaze marchigiano
imbottito di fair play finanziario, bischerate che però ho scritto pure
io trovando l’ispirazione in certi profili del tifo, un po’ gufi ma dal naso aquilino, oggi fortunatamente molto meno gufi e un po’ più
Aquilani. Chiudo questo mio topic della riappacificazione con una
scoperta piacevole dalla deriva addirittura sentimentale, che getta una
nuova luce tendente al tenero, e che voglio rendere nota anche a voi per rivalutare almeno in parte quello che è stato un modo di fare tifo, e
che solo oggi mi accorgo di aver preso in giro colpevolmente, attraverso
l’ultima inchiesta della Bice che è andata a ripercorrere la storia del
vuturismo prima della sua prematura scomparsa, e con mia somma sorpresa
devo dire di aver trovato veramente un amore sincero verso la squadra,
forse addirittura troppo, quello che ha portato nei momenti di crisi ad
un eccessiva esigenza di confronto, ma come possiamo vedere dalla
seconda foto di copertina scattata dalla Bice davanti alla sede storica
del movimento, la dedica imposta davanti alla porta d’ingresso voluta
fortemente dalla presidenza per dimostrare l’amore profondo nei
confronti della Fiorentina, lascia pochi spazi alla facile ironia.
lunedì 20 agosto 2012
Orecchioni da mercante
E’
un’autentica malattia questa nuova Fiorentina, una nuova malattia, che
ha ritrovato il suo virulento potere infettivo, accompagnata da episodi
di febbre alta che ci faranno delirare di passione fino a sabato quando
la squadra sarà visitata dall’Udinese. Buttati finalmente via gli
antibiotici per il virus antidellavalliano di fatto debellato, il
ritrovato entusiasmo sembra aver cancellato anche gli ultimi episodi di
scetticismo grazie alle analisi di rilancio effettuate, che hanno
escluso i sospetti della pontellizzazione, quel ridimensionamento dei
valori nel sangue e nel campo, che avevano fatto pensare al peggio, e
nei casi di massimo pessimismo, anche portato a riporre le speranze di
guarigione in fantomatici personaggi come sceicchi o Mamma Ebe. Tutto
passato, tutto finito, oggi non c’è più bisogno di comprare il sale da
Vanna Marchi perché siamo nuovamente tutti ammalati di Fiorentina, in
maniera sana, siamo ammalati come un pesce. Finalmente una malattia che
va curata con il principio attivo della passione, un farmaco generico
imposto dalla spending review di un calcio afflitto dalla sindrome del
fair play finanziario, che ha come effetto collaterale solo dei
piacevoli giramenti di testa dettati dalla felicità, e non solo quelli
di palle nel vedere le pantomime di chi non era più felice di indossare
la maglia della salute Viola, Montolivo su tutti, oggi felice
rappresentante del progetto di ridimensionamento rossonero. Firenze
adesso è una Spa del benessere, tornata ad essere il santuario della
salute dove i giocatori vengono a bagnare la propria carriera certi di
un percorso termale benefico, nel quale adesso s’immerge anche tutta la
città. Curati e coccolati aspettiamo la pillola della felicità che ci
verrà somministrata sabato pomeriggio, e la prendiamo prima del pasto
delle diciotto, così non ci rimane sullo stomaco nel caso di eventuali
risultati sgraditi, ed è bello essere ammalati di una stessa malattia
che per di più è contagiosa come solo l’entusiasmo ritrovato può
esserlo, e a chi ha sempre creduto che alla fine sarebbe finita così, fa
piacere fare due passi sul vialetto della convalescenza insieme a chi
aveva invece riposto le speranze in cocktail di farmaci pericolosi,
spesso miscelati con barbiturici e obrobrivuturici. E’ tempo di
festeggiare l’anima ritrovata del tifo, un’autentica malattia sana che
se curata con la passione porta solo ai benefici di tutte le grandi
passioni, e io che sono molto malato, per meglio far comprendere come
possono esserci malattie addirittura augurabili, e visto che negli anni
non mi sono mai fatto mai mancare niente da un punto di vista clinico,
in occasione della liberazione dal focolaio dello scarpaio, vi confesso
un’altra mia malattia a dimostrazione ulteriore che ne esistono di belle
sane da monitorare solo con gli strumenti della fede, e le foto
mostrano in maniera eloquente, al pari di un referto medico, come oltre
che di Fiorentina sia affetto anche da Scarlettina.
domenica 19 agosto 2012
Sara
Saranno
stati quei millequattrocentoquarantasei passaggi consecutivi senza mai
sbagliare, sarà stato che lo scorso anno, invece, era difficile
imbroccarne anche solo due, sarà stato il caldo e la colla a caldo che
Pizzarro secerne naturalmente dai malleoli, o forse sarà stata quella
mezzora di Cuadrado che mi ha mandato in brodo di giuggiole, uno
sgrassatissimo brodo di “drado” alleggerito dagli chef di Careggi
persino dell’appendicite. Oppure sarà stato che dopo il due a zero ho
visto un lampo di Barcellona, e invece, quell’azione in area fatta di
passaggi tartina tra Mati, Borja, JoJo e Cuadrado erano solo uova di
lompo da non confondere con il caviale blaugrana, sarà stata la grande
voglia di Fiorentina a farmi vedere una principesca fase di possesso
palla, che allora sarà stata Sarah Ferguson, se non fosse però che le
linee di gioco così sinuose, quei ricami, quei pizzi hanno fatto
intravedere qualcosa di più sexi, che alla fine sarà stata forse più
Sara Tommasi. Sarà quel che sarà ma devo confessare di essermi subito
innamorato, un colpo di fulmine scoccato vedendo il giro palla prendere
finalmente il posto del giramento di palle di una squadra fa, sarà stato
anche questo salto in alto delle ambizioni, questo aver voluto alzare
l’asticella grazie all’idea di gioco del suo allenatore, che forse sarà
stata invece Sara Simeoni, comunque un bravo convinto a Montella che è
già riuscito a dare una fisionomia precisa ad una squadra totalmente
nuova, sarà forse che alla fine potremo sognare anche un grande
campionato se solo arrivasse un attaccante infermiere a farci iniezioni
di profondità, sarà forse che stiamo sognando ad occhi aperti, o sarà
che a maggio potremo essere là dove osano gli Aquilani, e se invece si
sarà rivelato solo un sogno, allora canteremo “Sara svegliati è
primavera”. Sarà che Ljajic è ancora il più in palla, che Borja Valero
ha confidenza con la palla e Vargas invece è solo un pesce palla,
l’ultima palla al piede di un capitolo finalmente chiuso, sarà che
l’unico che non gioca a due tocchi è Jovetic, e sarà bene che ci si
tocchi le palle nella speranza che la cristalleria preziosa arrivi
intatta a fine stagione, perché con l’innesto di Aquilani e un bomber di
razza questa squadra potrebbe essere la vera sorpresa del campionato,
sarà. E’ vero anche che il Novara non si è dimostrato certo un
avversario irresistibile, come anche però, che con la squadra dello
scorno anno lo sarebbe diventato sicuramente, mentre sarà stato il caldo
torrido, o forse sarà stata quell’insistita ragnatela di passaggi, sarà
stata la superiore caratura tecnica, l’organizzazione del gioco, la
pericosità sulle palle inattive, la buona preparazione atletica, certo è
che al Novara gli c’è voluta la “Novargina” per farsi passare il mal di
testa. Sarà forse una visione troppo ottimistica la mia, o forse no,
sarà comunque la squadra e solo la squadra a dircelo, perché adesso la
parola passa al campo, unico luogo indicato a coltivare questo nuovo
entusiasmo e far si che tutte queste belle aspettative non si
trasformino in una bolla di sapone. Poi, se ci sarà bisogno di
festeggiare l’inizio di una nuova stagione di successi, allora invece
della banda chiameremo la sarabanda.
sabato 18 agosto 2012
Vellutata di cecità a coste larghe
Con
la partita di oggi ritroviamo finalmente la nota alcolica del brindisi,
un aperitivo della nuova stagione al quale metterà il sigillo della
festa l’Associazione Centro Cordinamento Viola Club, che dopo due lunghi
anni di lotta estenuante è riuscita a vincere la sua battaglia, grazie
alla svolta avvenuta all’indomani del ritrovamento della Ebe
nell’intercapedine del proprio garage, perché insieme alla santona
dell’antidellavallismo sono stati rinvenuti anche documenti
importantissimi. Ed è stato proprio in virtù del ritrovamento
dell’anagrafe di questo movimento, peraltro immobile nella sua
monolitica avversione al calzaturiero applicato al calcio, che oggi
l’ACCVC potrà dividere la cerimonia di apertura della nuova stagione con
quella della nuova fase di un tifo finalmente liberato dalle grinfie
della santona. La presentazione di questo evento sarà impreziosita
dall’intervento sentito del presidente Pucci, che mostrerà fiero il
recupero dei ruderi umani nel centro storico del pessimismo cosmico, con
l’ultimo e importantissimo intervento in diretta, cerimonia che avrà
luogo in campo all’ingresso della squadra, dopo che avrà spiegato al
pubblico presente quanto fosse rimasto traumatizzato nel vedere i metodi
utilizzati dalla Ebe per rendere tutto più nero nell’animo e negli
occhi di quei tifosi Viola caduti nella sua rete. Il Pucci racconta in
anteprima alla Riblogghita la grande soddisfazione per aver salvato la
passione di quegli sciagurati, ma anche il rammarico e la frustrazione
per non aver potuto fare niente invece nei confronti dei rosiconi, visto
che i loro documenti recuperati insieme agli altri, erano purtroppo
anch’essi rosicati a tal punto da non renderli più utilizzabili a
rintracciare quelle identità da recuperare poi alla causa Viola. Il
presidente dell’ACCVC ci fa sapere che sarà Benedetto Ferrara a
introdurre il tema dei desaparecidos del tifo ai quali sarà data
nuovamente la luce della passione, e su questo tema Benedetto farà anche
un parallelo colto sulla cerniera di centrocampo che tanto ha fatto
discutere e appassionato in questo calciomercato, e la cerniera lampo
che utilizzava invece Mamma Ebe come metodo per far vedere tutto più
nero ai suoi adepti, un modo semplice ma efficace per accecarli d’odio e
scagliarli poi contro i Della Valle. Il clou della cerimonia si avrà
quando il Pucci aprirà le zip ridando finalmente la luce della fede, una
operazione delicata che ha visto necessaria la soprintendenza di un
gruppo di esperti di legumi, un presidio Slow Tifood, che in quanto
profondi conoscitori di cecità dovrà evitare che al recuperato alla
passione appaia come prima immagine quella di Vargas, in modo da
diminuire al massimo i rischi di una crisi di rigetto. La seconda foto
mostra come la santona utilizzasse anche altri metodi funzionali alla
causa, e quando non era possibile chiudere gli occhi con la cerniera
lampo, perché il soggetto magari preferiva i bottoni, per fargli toccare
comunque il fondo della passione, allora lo dotava di un fondo di
bicchiere mezzo vuoto, o come nei casi più difficili come si sono
rivelati quelli dei vuturisti, che la stessa Ebe ha definito la
tifoseria dalla testa più dura, per accecarli era costretta ad usar le
pietre dure.
venerdì 17 agosto 2012
Tim Cup-olone
Con
Caligola che si è insediato ormai a pensione completa in un estate più
ricca d’entusiasmo che di pioggia, parlare oggi di riscaldamento
potrebbe far pensare a quello del pianeta, e invece no, perché
anticiclone permettendo, riscaldamento o vigilia che dir si voglia,
siamo finalmente alle porte del primo impegno ufficiale della
Fiorentina, e adesso, da qui alla partita con il Novara sarà solo
questione di stretching. E se da una parte si allungano i muscoli per
ridurne la tensione, dalla parte del tifoso, invece, si accorcia
l’attesa aumentando di pari passo la tensione, una sana eccitazione, a
parte la canicola prevista per le ore 18 di domani, che è lì a
dimostrare una scelta che non sembra invece poi così tanto sana, anche
se in realtà potrebbe nascondere un grido di dolore, una richiesta di
aiuto della Federazione, che attraverso il bollino rosso appiccicato
alla scelta dell’orario, nasconde anagrammandolo, il desiderio che
qualche buonanima possa chiamare il 118 e far ricoverare chi certe
scelte le prende probabilmente perché non si sente bene, in un gioco
comico di inadeguatezze al ruolo che un po’ mi ha ricordato quello che è
successo alle Olimpiadi quando durante la cerimonia di apertura le
Bermuda hanno sfilato in bermuda, che alla fine fa scopa con Abete e le
sue scelte da ebete. E a proposito di numeri, dopo quelli assegnati
sulle maglie, adesso è arrivato il momento di far tornare anche i conti
però, perché dopo tanti bei discorsi, è necessario alimentare
l’entusiasmo con il bel gioco e possibilmente con i risultati,
indispensabili a far crescere il montepremi dell’autostima e allo stesso
tempo a tenere lontani i parenti Viola di Abete, quelli per intendersi
sempre pronti a banchettare sulle disgrazie, quelli che ritrovano forza
nei momenti dolorosi come le sconfitte o gli infortuni, usati come
l’Ovomaltina per tornare a diffondere il vangelo di Mamma Ebete, gli
stessi che nei tempi morti dell’attesa di nuove sconfitte passano il
tempo a chiedersi se è nato prima l’Ovomaltina o la gallina. Non ci
resta quindi che fare gli auguri alla squadra perché possa ritrovare la
sua giusta collocazione, lassù dove per andare a respirare l’aria fine
dell’ambizione, è necessario prendere gli stessi impianti di risalita
che hanno riportato l’entusiasmo in alta quota, e la Bice grazie
all’aiuto questa volta di un linguaggio dell’immagine più aulico, di uno
scatto sensibile che usa i toni morbidi e ricercati della poesia, ci
mostra come il popolo Viola sia disposto ad aprire la porta della
passione firmando in bianco il proprio attaccamento alla maglia. E per
rappresentare il primo appuntamento stagionale, la Bice ha scelto non a
caso una figura abbastanza stagionata, quel primo impegno ufficiale che
ormai è lì a fare capolino.
giovedì 16 agosto 2012
Figliol di Treia ( Macerata)
Sensazionale,
e senza nessun riferimento alla sconfitta della Nazionale, senza
bisogno di esaltare l’importanza di uno scoop già di per se pazzesco,
attingendo all’uso indiscriminato dell’enfasi, perché non serve visto
che siamo difronte all’enfant prodige del giornalismo d’assalto, perché
la Bice è nient’altro che una proboscide calata sulla verità, ed è
grazie a questa che oggi corre veloce verso la consacrazione, dopo che a
Ferragosto ha sferrato un colpo decisivo alla mamma di tutte le
battaglie, mostrandoci la prima immagine in assoluto della Mamma Ebe del
tifo, scovata mentre si nascondeva in un’intercapedine del garage dove
aveva ricoverato il proprio autolesionismo, un quattro ruote motrici
usato dalla suddetta Ebe per arrampicarsi meglio sugli specchi e avere
la giusta aderenza nei terreni più viscidi e accidentati, quelli
considerati pessimi dal suo movimento, proprio come quello che il tifoso
Viola sta vivendo in questo momento, quello dell’entusiasmo appunto,
che la Ebe insieme ai suoi seguaci cerca di combattere con tutti i mezzi
compresi quelli a quattro ruote motrici. E’ stata scoperta mentre si
nascondeva utilizzando le stesse tecniche dei boss, ma invece di un
pizzino, a tradirla è stato il suo grande appetito, proprio da quella
sua voglia sfrenata di pizza connection, una serie di riunioni
oganizzate con gli altri sfigati del tifo, necessarie a stabilire le
giuste contromosse per riattivare l’antidellavalismo prima della
dolorosa beatificazione, e così con il suo proverbiale fiuto, la Bice,
seguendo una pizza invece di un pizzino, l’ha sorpresa mentre in attesa
di una “quattro stagioni di merda” visto che due se l’era già mangiate
voracemente, era intenta a sgranare il rosario, e la foto di copertina
la mostra proprio nell’istante dell’intimità di quella preghiera,
assorta nella speranza che qualcuno lassù l’ascoltasse e facesse nascere
gli uomini senza piedi in modo da vedere finalmente fallita la Tod’s.
Un ambiente torbido quella di Mamma Ebe, dove si intrecciano relazioni
di sesso con gli affiliati e non, e lo testimonia la seconda foto della
Bice, che scova tra gli scatti che valgono una carriera intera, anche il
suo giovane amante, conosciuto nell’ambiente più sotterraneo dei
vuturisti come il più accanito, il più antidellavalliano per eccellenza,
brusco come Brusca, e determinato a combattere tutto ciò che di
marchigiano gravita in città, fino al gesto estremo di dar fuoco al
proprio giardino, perché parole sue, gli sembrava troppo verdicchio, ma
non solo, perché in curva Fiesole si è distinto per una battaglia
ancora più cruenta, quella per cercare di riabilitare Vittorio Cecchi
Gori agli occhi dei tifosi Viola, e che Mamma Ebe ha sostenuto anche
economicamente, quell’antidellavallismo puro che poi l’ha fatta
innamorare di lui. E la Bice l’ha scovato nascosto dentro a una fusione
in bronzo di Vittorione a grandezza naturale, una sorta di moderno
cavallo di troia regalato dalla Ebe per il decimo anniversario del
fallimento della Fiorentina, e una volta stanato, nella seconda foto la
Bice ci mostra la caratteristica principale che lo ha contraddistinto
tra tutti i più moderni figliol di Treia, proprio quella voglia di
zafferano che più lo avvicina al suo idolo..
mercoledì 15 agosto 2012
Ferragosto, parentesi g(i)raffa della passione
Buon
Ferragosto a chi diserta l’ombrellone per stare ancora in questo posto,
oppure è in spiaggia ma vuole fare i bagni di blog ad ogni costo, nato così
per gioco e adesso nemmeno più tanto nascosto. Se non proprio come a
Rimini, chi stenderà oggi il suo asciugamano sulla riblattigia, avrà
almeno la consapevolezza che la sua sarà un’ estate di quelle ai Rimini
termini, mare e Monti, insomma, con tanto di spending review della
ragione. Non posso certo sostituirmi al più classico gavettone o alla
fetta di cocomero, ma sarebbe comunque più gravettone ancora non esserci
proprio, non presentarmi per niente, perché se è vero che non posso
regalare il refrigerio di un bagno, il tifoso Viola sa bene che non c’è
nessuno meglio di me che lo angustia, o forse sarebbe meglio dire, che
lo anguria, visto il peso eccessivo di certi discorsi, con periodi anche
un po’ oblunghi ai quali bisognerebbe fare la tara e il tassello, e che
denotano oltretutto una fastidiosa necessità di sputacchiare concetti
fuori dal semi-nario. Lo so bene che chi passa di qua anche per
Ferragosto, è perché in fondo vorrebbe passare a miglior vita, perché se
ci sono i contro ci sono anche i pro della miglior vita, per esempio
non c’è nessun stronzo che tira la sabbia addosso, ma al limite uno che
scrive stronzate, uno che getta qualche impressione Viola nella
centrifuga della passione, ma a secco, come in una lavanderia a gettone,
senza nessun irritante rilascio di materiali sospesi nell’aria,
insomma, la garanzia di trovare uno che scrive con buona lena ma senza
alzare la simpatia dei granelli di rena, un tifoso Viola che scrive da
sotto il Cupolone invece che dall’ombrellone, senza che per leggerlo si
debbano per forza aspettare le canoniche tre ore, tanto rimane comunque
tutto sullo stomaco. E a proposito di pensieri, quello di Ferragosto lo
esprimo attraverso la grazia della Bice che si sottrae al bagno di sole e
di folla della Versilia per stare con noi a raccontare il sentimento
dell’attesa che cresce, della voglia che sale, quel sapore di sale ma
non per forza di mare, quello impregnato d’ansia per questa pausa estiva
che non vuole finire mai, quel desiderio di ritornare finalmente a
vederla giocare, e la Bice queste sensazioni ce le ha volute documentare
andando in giro per la città, nei luoghi della quotidianità del tifo,
dove ha immortalato le due facce dello stesso sentimento, la prima al
Bobolino dove addirittura l’ha voluta portare a spasso, come a
prendersene cura, come una di casa, e la seconda sopra Peretola, anche
se un po’ fortunosa visto che in quel caso si stava occupando del
fallimento della WindJet, comunque entrambe esprimono perfettamente la
situazione del tifoso Viola che è talmente eccitato dalla prospettiva
della nuova stagione, che a forza di aspettare l’inizio del campionato
gli s’è allungato il collo.
martedì 14 agosto 2012
La Della Valle dell'Adem
E’
stata la rivoluzione dei fratelli Coin, una versione molto più vicina
al Conero di quella americana dei registi Coen, ebbene si, dopo i
magazzini Saks sulla Fifth Evenue, gli uomini di Casette d’Ete sembrano
aver messo le mani anche sul department store italiano
dell’abbigliamento, ed è risaputo nell’ambiente come il business questa
volta non c’entri niente, perché questa è un operazione in grande stile
portata a termine solo per fare assonanza col duo di Minneapolis. Un
capriccio si dice, tra un oliva ascolana e l’altra, che si è voluto
togliere Diego per gridare la sua rabbia alla città dei vecchi interessi
di bottega, parafrasando che Firenze “ Non è un paese per vecchi
stronzi”. E’ con un taglio cinematografico d’autore che hanno voluto
ridicolizzare un certo ambiente ostile fiorentino, pecoreccio e
invidioso, che aveva cercato di fare proseliti in curva Fiesole con il
film dell’anno “ Mamma Ebe ho perso l’areo per la Champion”. E parlavamo
di rivoluzione dei fratelli Coin non a caso, perché è solo grazie a
questa che oggi appare vuota la sala dove si proietta, malinconica, la
sconfitta di quel movimento, attraverso il film che è stato anche il
simbolo della loro propaganda “La guerra dei Rosicones”, sì, oggi una
parte della città esce definitivamente dagli anni bui della trilogia di
“Ritorno al Vuturo”, perché se nella versione di Zemeckis era stato
interpretato da Michael J. Fox, per quella nostrana non è stato scelto
proprio quello che si può definire una volpe. Per farla breve i Della
Valle hanno messo su un bella squadra grazie appunto alla tanto attesa
rivoluzione, e visto che hanno comprato oltre dieci giocatori senza
neanche spendere troppo, per celebrare il mercato e arginando a fatica
l’entusiasmo durante le riprese, in città è stato girato il remake di
“Quella parca dozzina”. Ma in tutto questo gran fermento di risacca
generato dalla rivoluzione, la Bice lascia la città ai suoi
festeggiamenti e fa un’inchiesta su quelli che invece sono i feriti
rimasti sul campo di battaglia, per capire dove si siano rifugiati
coloro che volevano far comprare la Fiorentina al kebabbaro del Ponte
alla Vittoria, e in questo percorso a ritroso alla ricerca degli
autolesionati dal terremoto del rilancio, la nostra inviata ha persino
trovato la scena ancora cristallizzata, dove ispirandosi a Elia Kazan,
quella testa di kazzan stava girando la versione di “Fronte del porto”,
cinematograficamente vuturizzata in “Confronto alle porte”, prima che i
Della Valle con Pizzarro spazzassero via gli ultimi baluardi dei
balordi. Poi lo scoop della Bice, che forse presa da questa gran voglia
di parafrasare che si è abbattuta in città, si è fatta confezionare uno
slogan da trasmettere prima di ogni suo servizio, un geniale “Lo Scoop
sei tu”. Insomma, la Bice alla fine di una settimana intensa di ricerche
è riuscita a scovare il rifugio dove si erano nascoste le ultime sacche
di resistenza, gli antidellavalliani più coriacei, e con il suo
obiettivo spietato, ci mostra nella foto di copertina come la
rivoluzione dei marchigiani abbia fatto saltare le teste più pesanti che
pensanti degli amici dello sceicco, mentre la seconda foto è il
documento più drammatico di questa rivoluzione, e se ci chiedevamo che
fine avesse fatto il vuturismo, con questa foto la Bice entra
direttamente nel bagno del suo massimo esponente, immortalando la scena,
che se da una parte ci mostra la quotidianità di semplici gesti come
quelli dedicati all’igiene della persona prima di andare a letto,
dall’altra testimonia come quel movimento ormai sia finito in pezzi.
lunedì 13 agosto 2012
Profumo di donnola (dopo le pernici)
E’
l’estate della Fiore, con un potpourri di acquisti che abbellisce il
calciomercato colorandolo di Viola, una rivoluzione fatta di operazioni
essenziali come gli oli che profumano nuovamente di passione. Quella
Fiore la cui rosa variegata è senza spine, composta da giocatori
eleganti, le cui essenze vanno dalla lavanda, che è gastrica e
necessaria solo per vuturisti bisognosi di ripulirsi dall’autolesionismo
che ristagna maleodorante nella propria indole, e poi cannella, che per
alcuni è forse più canna, come quella del gas dove attaccarsi per farla
finita difronte a un rilancio delle ambizioni inaspettato, e che oggi
li vede morosi di passione davanti all’ufficiale giudiziario che gli
sequestra il drappo Viola. E chiodi di garofano per inchiodare il
proprio scetticismo alla croce della pontellizzazione, finocchio, come
chi vorrebbe farlo con il culo degli altri, e poi il pimento, il
ginepro, la melissa, che a chi ha in testa sempre quella cosa lì, come
nel sangue un gran ribollire di testosterone, ricorda invece la Satta, e
ancora la menta per i più duri di comprendonio, l’arancia, la rosa, la
maggiorana, che alla fine è stata la grossa fetta di tifosi che sono
rimasti comunque vicini alla società, e il rosmarino con il quale
qualcuno della rosa ha spennellato le pernici per l’ultima grigliata del
vecchio ciclo, e appunto la rosa che è la regina, così come la
Fiorentina lo è di quest’estate, insieme al giuggiolo e a quei
giuggioloni che hanno pensato al meglio per la Fiore offendendo i Della
valle e tirando la volata all’unico uomo dei pozzi disponibile a
rilevare la società, quel benzinaio, che per prenderlo per il culo,
qualcuno definisce lo sceicco di Pozzolatico. Si, sembra proprio l’anno
della Fiore il cui giglio potrebbe incorniciare di raffinata eleganza le
aiuole di un campionato ingrigito dal cemento della crisi, e allora
ecco irrompere in scena la magnifica Bice, abituata da sempre a ricevere
i fiori dai suoi ammiratori, rendere omaggio alla bellezza di questa
estate fiorita di Viola, indossando per noi, ma soprattutto per comporre
un articolo che sia anche un po’ bouquet con il quale mandare le
aspettative di una grande stagione a sposarsi con la Fiorentina,
insomma, oggi la nostra inviata dei sogni ci mostra la sua versione del
Borsalino, indossando quello che per l’occasione ha trasformato in
Rosalino, mentre nella seconda foto di copertina ci mostra l’intimità
del suo pensiero, di quel momento in cui crede in una grande annata e
allora s’immerge nel potpourri profumato di speranze, un modo per farsi
un bagno di fede Viola lontano dalle spiagge affollate d’agosto,
insomma, un bagno di Fiorentina lontano da chi invece è agnostico.
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