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domenica 30 settembre 2018

Mancanza di praticità


La Roma si aggiudica il derby, la Juve vince lo scudetto, l’Inter anche senza l’indisponibile Mazzoleni supera il Cagliari. Il Bambi pur non sapendo la formazione Viola, intanto, ha chiesto a sciarpa e piumino di andare a scaldarsi. Sconfitta la povertà non ci resta che battere l’Atalanta. Comunque, dopo il tifo contro, ho visto il Bambi tifare per il crollo di Piazza Affari. Finalmente ho superato l’episodio di Milano (chiodo schiaccia chiodo), via il pensiero delle unghie di Hugo, sostituito con quello delle unghie lunghe delle donne, e di cosa succede quando si lavano la passera. Poi mi piacerebbe sapere se anche la passera si ritira quando fa il bagno con l’acqua fredda. E contro la lobby delle poppe cadenti, che il culo oggi pomeriggio sia con noi. Come siamo diversi, io sogno la vittoria contro l’Atalanta mentre la Rita sogna la scarpiera contro il mio parere contrario. La scarpiera l’ho sempre trovata un oggetto triste, meglio Debora Caprioglio in Paprika, ed altre cose meravigliose tipo i quadri. Menomale che c’è la Fiorentina in questo campionato che la Juve ha messo in un limbo tra essere una strada senza uscita e un pozzo senza fondo. E se la Fiorentina arrivasse in Champion? L’intuito dice la verità ma non te la sa spiegare. La Rita mi ha proposto mille soluzioni per risolvere il problema delle scarpe, ma sa che “ci devo pensare” è composto dal 90%, di “no”. Lei non segue il calcio, ma contro la mia mancanza di praticità si ispira alla temperanza verbale di Carletto Mazzone, e mi corre incontro con il pugno chiuso mentre Tommaso cerca di trattenerla.

sabato 29 settembre 2018

Dove sono finiti i benzinai?


Si fa sempre riferimento solo al fatto che non ci sono più le mezze stagioni, ma mai a quello che non ci sono più i benzinai, e spesso nemmeno i guantini, solo self service, con il risultato che poi ti puzzano le mani di gasolio. Odio quell’odore che ti rimane nel naso, io che compro un classicone degli anni ‘80 a litri come il “Cool Water”. A proposito di cattivo odore, Mazzoleni non è condannabile per la fregatura che ci ha dato, perché anche lui è vittima di fregatura, mi riferisco a quel raggiro delle merendine nel quale gli promisero più latte e meno cacao. E poi non ti puoi neanche incazzare come una volta sbattendo la porta e i cassetti, adesso è tutto ammortizzato. Da quando ci hanno scippato il risultato, lo zio del Bambi, un vecchio rincoglionito di quelli cattivi, anche quando va a farsi le ecografie dice di non portare protesi proprio dal giorno che gli hanno scippato il borsello in Borgo San Frediano. Saranno contenti i detrattori di quel Pioli considerato uno che odia i giovani, oggi la sua Fiorentina “ye ye” lo sarà un po’ di meno visto che con il deficit al 2,4 % la squadra passerà da un’età media di 23,00 ad una di 23,552 anni. Ieri ho letto i racconti di Totti riferiti a Spalletti che avete pubblicato, e devo dire che lo descrivono perfettamente  a come si è dimostrato nel post partita contro la Fiorentina. Lascio fare gli aspetti tecnici di quella partita, mi riferisco invece alla sua boria, uno degli aspetti più fastidiosi che trovo in una persona. Un blend di saccenza e vanagloria dosate con il misurino da cocktail, che me l’hanno fatto venire sui coglioni in pochi attimi. Finisco buttandola in caciara come al solito; a chi ha quel pensiero fisso come me, voglio ricordare, eventualmente decidesse in quel senso, di fare in fretta che rimane poco tempo, l’escursione termica è ormai la sigla di chiusura della stagione, mi riferisco a quella voglia di infilare 5 centesimi nel “Y” del culo che esce dai pantaloni di certe ragazze.

venerdì 28 settembre 2018

Quelli nati tra il '60 e il '70


Intanto ho fatto il cambio di stagione, ho sostituito il Riesling Renano con il Fonterutoli. Poi per chiudere con un sorriso la vicenda di quel truffone di Mezzoleni, voglio dire che uno come lui, che in San Frediano è considerato giustappunto non più di una mezza sega, a noi nati tra il ‘60 e il ‘70, ci fa un baffo. A noi un rigore inventato, un rigore a favore non dato, una superiorità numerica negata, insomma, una conduzione leggermente casalinga, come direbbe Mughini, ci fa il solletico. Siamo cresciuti con i ghiaccioli inzuppati nei coloranti, all’Universale ci si entrava direttamente con il motorino, al bar, dal fumo che c’era, non si vedeva se la briscola era fiori o cuori, né se le palle erano quelle del biliardo, del flipper o del biliardino. Abbiamo respirato anche il fumo delle schiacciate. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo senza cinture di sicurezza. Sul motorino mi ci asciugavo i capelli, altro che casco. Cosa ci potrà mai fare uno falso così, uno falso come certi culi con i tacchi. Un tempo si sarebbe definito un “cornuto” oppure un “venduto”, oggi si parla invece di discrezionalità. Quelli nati tra il ‘60 e il ‘70 lo sapevano bene chi era un pazzo, oggi un pazzo non può più neanche parlare da solo che viene scambiato per uno che parla in vivavoce. Mentre uno sano, dopo la colazione, considera l’aperitivo il pasto più importante. Diciamo per onestà intellettuale che Mezzoleni lo considero figlio dei tempi, perché anche le meretrici meritano di più di un figlio così, figlio dei tempi perché prima almeno trombavo, oggi invece ho un debole per le verdure a chilometro zero. Quindi il problema alla fine non è se il bicchiere è Mezzoleni vuoto o pieno, il problema sono io che invecchio. Più in generale, invece, alla domanda perché gli arbitri non parlano, non spiegano, non motivano mai le loro decisioni, rispondo, perché i loro visi di bischero dicono già tutto.

giovedì 27 settembre 2018

E' cambiato il vento



Dopo la partita di San Siro è tornato fuori anche Mammana, il nesso che sfugge ha tutta la mia comprensione. Allora si potrebbe anche dire che l’Inter si lamenta degli arbitri perché gli funziona male il WiFi alla Pinetina. Poi Mazzoleni, che è meglio di Aranzulla, sistema le cose, ma peggiora la copertura GSM al Centro Sportivo Davide Astori. Insomma, hanno cominciato a lamentarsi già alla prima giornata, e alla fine il vento è cambiato. Ma noi gli andiamo nel culo lo stesso, perché siccome il vento è freddo, mettiamo su due belle pappardelline con i porcini, a seguire delle caldarroste, e chi si è visto si è visto. Mentre chi pensa sempre al passato dovrebbe ricordarsi soprattutto “Lunedì Film” e quei 40 secondi di Lucio Dalla che rendevano meno amara la convivenza con la propria passione. Cambia il vento, calano le temperature, ma il vero cambio degli armadi consiste, per i rancorosi, nello spostare gli antidepressivi sul ripiano più in basso e il Gaviscon su quello più in alto. E’ cambiato il vento e non ci mancheranno solo questi tre punti, ci mancheranno anche i marsupi ed i borselli migrati verso i paesi più caldi. Pioli non può fare altro che odiare i giovani se è vero che non vede l’ora che torni in campo Berlusconi. E Simeone ha esordito in Nazionale proprio per colpa di Pioli. Le dichiarazioni surreali di Spalletti, me l’hanno rivelato misero come i tramezzini confezionati dei distributori automatici. A quelli che tifano sempre contro mi piacerebbe insomma attaccargli tra le scapole il cartello “Ci siamo trasferiti”. Chi tifa contro ha però il merito di sfatare almeno il luogo comune che ad andarsene sono sempre i migliori. E ad evidenziare che i giovani di Pioli sono vecchi dentro. Del resto il bastiancontrario nasce proprio a Firenze ed odia i sinonimi, quando li incontrate chiedetegli di farsi una domanda e di rispondersi come se fosse Antani.

mercoledì 26 settembre 2018

80 vasche



La Fiorentina è più forte di quello che avevo capito, Lafont che fosse così forte con i piedi, invece, non l’avevo proprio capito, e non avevo capito nemmeno che Mazzoleni fosse così leggermente casalingo. Praticamente ha ragione il Bambi quando dice che non capisco un cazzo. Però mi sono divertito. Fiorentina con grande personalità, spavalda, brillante, molto forte anche fisicamente. Certo l’avvicendamento tanto auspicato Biraghi-Hancko non c’è stato, per il momento c’è da accontentarsi dell’avvicendamento tra quelli che odiavano il caldo, con quelli che odiano il freddo. E se non cambia la linea difensiva, di buono c’è che almeno non si vedono più quelle cavigliere con le conchiglie. La Fiorentina costa un terzo dell’Inter, ma la domina, specie nel secondo tempo, in lungo e in largo, come a Genova sbaglia troppe occasioni da rete, e alla fine l’Inter la punisce nell’unico tiro in porta del secondo tempo. Gol che arriva da un'ingenuità difensiva ma dopo la mancata espulsione di Asamoah. Certo, non è che si deve far riferimento a me che non me ne intendo di calcio, non ci si deve quindi sentire in difficoltà se non si ha lo stesso mio entusiasmo per questa Fiorentina, per Pioli e Biraghi, se si continua ad avercela con il mondo perché da piccolo ci è caduto il “Cucciolone” nella sabbia di San Benedetto del Tronto, del resto a 56 anni la mia posizione erotica preferita è ormai solo lei sopra e io sotto. Dove c’è il bar. Per chi invece è ancora sessualmente attivo, e per questo non vuole cambiare il proprio atteggiamento astioso nei confronti di certi giocatori considerati scarsi, dell’allenatore limitato, e di una società senza ambizioni, e neanche scomparire dalla passione come quelli scesi a prendere le sigarette, può sempre dare la colpa al crollo del Ponte Morandi che ha compromesso la viabilità, sennò un bel giorno senza dire niente a nessuno, se ne sarebbe andato a Genova e si sarebbe imbarcato su un cargo battente bandiera liberiana. Della serie “vecchie glorie” è sceso in campo anche Vlahovic, fosse stato più giovane non avrebbe certamente fallito il pareggio. Pioli è limitato? La squadra non tira in porta? Si sente la mancanza dl Montiel? Cognigni è meglio che stia zitto sennò sembra più tifoso di chi giustifica l’arbitro? Non c’è niente, se non pochissimo che 80 vasche costanti ma lente, in una piscina semi deserta e poco illuminata non possono risolvere.

martedì 25 settembre 2018

Al mio via


Non sono ancora pronto a parlare male di Biraghi in pubblico. O almeno non già il martedì, maledetti anticipi, così pondero tutta la mia indignazione. Una continua lotta con il Bambi che invece sostiene che sono più pericolosi gli scatti d’entusiasmo che quelli d’ira, a prescindere dal giorno della settimana. Alla fine ci siamo accordati, che dopo Alonso, a Firenze è più facile trovare un terzino sinistro, che il ripieno nei cornetti con la marmellata del “Bar Bianchi” in piazza San Felice. Una volta Biraghi e una volta Pioli è un po’ il ciclo della vita, le castagne che cadono in autunno, i marroni in tutta la stagione, compreso ritiro estivo. A questo punto dico che possiamo arrivare al 3% di debito per ricomprare Alonso. Il messaggio positivo è che ci siamo venduti pure Versace, qualcuno ci comprerà e ci darà il meglio. A me per ora mi è sufficiente un bel caffè e una bella Fiorentina stasera. Avevo anche pensato di andare a scrivere “sei una merda” su un muro nei pressi della casa del Bambi per alimentare dubbi di comportarsi bene con la Fiorentina, ma ci passano troppo persone di lì e il tema potrebbe allargarsi anche a quelli che parlano male dei parenti. E poi ho paura delle Celere che è più cattiva di chi contesta ed è lì al Poggio Imperiale. Comunque tra un po’ tornerà l’ora solare e potremo soffrire un’ora di più a prescindere che giochi Hancko o lo scarsone. Oggi facciamo il primo esperimento interattivo; al mio via fuori tutti quelli che si lamentano di Biraghi e dentro tutti quelli che si lamentano di Pioli. Vi siete scontrati da soli eh?

lunedì 24 settembre 2018

Film mentali


Forse io sono il produttore giusto per certi film mentali, ma aspettiamo domani sera. Mi aspetto di vincere perché non abbiamo niente da perdere. Poi penso di tornare a Capalbio per il fine settimana, anche se parlare di mare a fine settembre, quasi ottobre, so che è illegale. E qui c’è gente che non perdona niente, non solo a Pioli. E avranno sicuramente il taser. Già che ci sono mi mangio anche l’ultimo gelato con lo stecco, sarà per questo che il Bambi mi ha detto che ho visto un bel Mondrian. E dopo “Stanotte a Pompei", per cercare di ridurre al minimo le polemiche sulla formazione che prevede ancora Biraghi, la farei leggere ad Alberto Angela. La 5° giornata del campionato che ci riguarda, ha detto che la Samp ha perso contro l’Inter, ed è normale, il Toro ha perso contro il Napoli, e anche questo ci sta, l’Atalanta e il Milan impattano, entrambi impantanati a 5 punti (il Milan però con una partita in meno), quindi il vantaggio che abbiamo acquisito nella giornata di ieri è di calendario. Fermo restando che poi anche le altre dovranno vincere con le cosiddette piccole. Tutto abbastanza nella norma, insomma, ci siamo fatti la foto con l’Ichnusa, va di moda, ma non è champagne. E per questo bisogna andare a vincere contro l’Inter. L’unico risultato a sorpresa rimane il capitombolo della Roma a Bologna. Del resto una che sa fare i tortellini non vuol dire che non sappia fare anche i pompini. Ho quindi un quadro molto chiaro, visto che i compiti li ho fatti ieri mattina, così poi ho potuto vederle tutte. Quello che mi dispiace è che questa vittoria non ha fatto per niente bene al Bambi, afflitto anche perché in curva con l’entusiasmo che si è venuto a creare hanno pure smesso di contestare, se da piccolo avesse deciso che da grande voleva fare quello scoglionato, almeno adesso si sentirebbe realizzato.

domenica 23 settembre 2018

Se almeno il Patrono avesse un "N" di meno


La terza vittoria in casa sembra dirci che è stato fatto proprio un gran bel lavoro tra lo scorso anno e questo. Ma non è finito, la società sta lottando per far capire al tecnico che esistono anche i giovani, questa volta mettendogli accanto alla panchina il fratellino di Chiesa. Lui niente, insiste a mandare in campo la squadra più giovane del campionato, e a far esordire giocatori su giocatori. Merito e demerito, invece, esser riusciti a realizzare 10 gol in queste tre partite interne pur senza tirare mai in porta. E poi continua a far giocare Biraghi, neanche fosse l’unico capace di mettere in mezzo cross invitanti, come per esempio quello in cui s’incarta Fares. E poi si dice che sia Simeone a supplicarlo di farlo giocare. Intanto Veretout cresce senza ingrassare, così come cresce la consapevolezza della squadra. Di pari passo aumenta anche il fascino di questo gruppo, proprio come a Firenze cresce il fascino di un buon 30% di chi gira con un panino col lampredotto in mano. Mi piace il clima che c’è dentro la squadra, e malgrado il calendario, sembra ancora lontano l’arrivo dell’autunno. Il fatto poi che la Spal fosse arrivata a Firenze con la miglior difesa, una volta violata quella porta, ho rivissuto la lotta con la Rita, lei che prima del matrimonio dormiva con la porta chiusa come quella della squadra di Semplici, ed io con la porta aperta come quella della squadra di Semplici dopo aver giocato contro la squadra di Pioli, e che dopo esserci sposati siamo arrivati a un compromesso: si dorme con la porta chiusa come quella della squadra di Pioli. Avrete letto che è stata trovata la lettera che costò a Galileo l’accusa di eresia. Fatale allo scienziato la presenza, nel manoscritto, di perplessità riguardo al DS e all’allenatore Viola.

sabato 22 settembre 2018

La macchina del tempo


Il Bambi è molto cinico, pensa che io, malgrado Pioli e la Proprietà, sia entusiasta solo perché ho dei problemi mentali. Mentre per me la passione è come la farina per la Sora Lella; “ognuno co’ a farina sua ce fa’ li gnocchi come je pare”. Non basta, io ci credo senza nemmeno darlo a vedere, così da scongiurare la malasorte. Hai visto quei pali interni che la palla non entra. Ecco, mi riferisco a quelli. Giustappunto ieri leggevo di utenti con il problema del peso, anche questo succede perché si confonde molto spesso il profumo del pane con quello della felicità. Felicità, che non per forza significa problemi mentali. E se non ci fossero problemi di peso potrei suggerire di impanare le ossessioni, visto che fritta è buona pure una ciabatta. Ci sono ombre sulla partita di oggi. Non sarà Semplici. La fatidica terza partita in una settimana, con la quarta già alle porte. Turn over si o turn over no? Ci vorrebbe una macchina del tempo per avere le idee più chiare. Vuoi liberarti della Proprietà? 27 settembre 2002. Vuoi liberarti dell’allenatore? 3 gennaio 1993. Alonso è un bidone come Biraghi? 31 agosto 2016. Senza la macchina del tempo, ma con la sensazione che si stava meglio quando si stava peggio, ricordo la coltre di fumo nella sala dove giocavano a carte, volavano bestemmie e s’inveiva contro il compagno di gioco, osservavo crescere quel lembo di cenere della sigaretta in bocca al babbo del Bambi, che raccoglieva con una carta quando cadeva sul tavolo. In un altro ricordo c’è invece un dirigente del Tavarnuzze, anche lui era uno di quelli che non toglieva mai la sigaretta di bocca, la fumava così, lasciandosela respirare. E chissà perché di questi ricordi, forse li associo a quei giocatori con la palla attaccata al piede, o a quelli attaccati alla maglia. O forse quel fumo mi ricorda i fumogeni che mi bruciarono la Belstaff il 24 ottobre 1984 contro l’Anderlecht. La macchina del tempo servirebbe anche per riportare in vita Socrates.

venerdì 21 settembre 2018

Il troppo è come il poco


Troppi braccialetti, pochi investimenti, troppo pochi trofei in bacheca? Il consiglio che posso dare, così come la Rita per le impurità della pelle fa lo scrub con il bicarbonato, gli adolescenti per l’acne fanno gli impacchi con il bicarbonato, il Bambi per sbiancare i denti usa il bicarbonato, per le gengive infiammate la Beatrice dalle poppe grosse faceva gli sciacqui con il bicarbonato, e la Nicoletta lo usava sui vestiti macchiati, la soluzione è quindi il bicarbonato. Quello nella foto è tutto bicarbonato, e anche le distanze si annullano. A Vada, ci vediamo sabato nel tardo pomeriggio, alle spiagge bianche, invece di pensare alla partita. Il problema a Napoli non a caso è insorto proprio perché San Gennaro si è rifiutato di fare il miracolo di scioglierlo nell’acqua. E se invece di ceppicone gli avessimo dato un soprannome vero, che alla fine può essere anche più feroce, ma che almeno rispetta la tradizione che va a braccetto con lo spirito fiorentino, sarebbe stato meno umiliante. Come il Bambi, che quando si riferiva al barista di via Sant’Agostino, quello che aveva un solo orecchio a sventola e montava di turno alle 5:30 di mattina, lo chiamava “i’ tazzina”. E visto che siamo così intolleranti nei confronti dei limitati dobbiamo farci sentire anche per i 169.000 € l’anno dati a Rocco Casalino. Per non parlare di me, naturalmente, visto che ieri mi sono interrogato su questo fatto, ma non ho raggiunto nemmeno la sufficienza. Poi per rassicurarvi su Pioli vi dico quello che mi disse il caporale istruttore appena arrivai a Savona a fare il CAR: “Se ti dicono che finisce presto, che sarà una passeggiata, non credergli. Non passa un cazzo, sarà un’annata di merda”.

giovedì 20 settembre 2018

Senza inutili perdite di tempo


La Fiorentina non tira mai, si dice per quel gioco asfittico e sparagnino di un poco dotato, poi nel primo tempo se ne contano 10, con 5 palle gol nitide. Là dove il Napoli cadde fragorosamente. Pjaca non gioca perché Pioli preferisce ancora Eysseric. Un incredibile spreco se si pensa che pur non giocando quasi raddoppia. La Fiorentina che domina tatticamente nella prima parte non è certo un complimento a Giampaolo. Ma è proprio questa bella Fiorentina, e la sua poca concretezza, il positivo e il negativo di un pareggio che è proprio il risultato perfetto per alimentare l’anima bipolare di una parte della tifoseria Viola. Quei tifosi capaci di relazioni extraconiugali, quelli che amano la propria squadra, ma che poi riescono ad avere anche qualche scappatella con la squadra che ci gioca contro. Giusto quando serve per rinfocolare la polemica contro la solita routine del non si vince mai niente. Del ridimensionamento. Dell’allenatore che non potrebbe fare di più anche se si applica. Per me la falsa allegria di una buona prestazione in trasferta è vera tristezza. Ma io sono monogamo e ragiono di conseguenza. E non ho più il fisico per tenere il piede in due scarpe. Si, insomma, la partita di ieri ci ha detto che chi ben comincia è a m. Comunque, se può aiutare chi avrebbe preferito perdere per ricreare un clima più fertile alla polemica, sempre la mi’ nonna diceva che le giornate brutte si aggiustano con uova e farina. E’ una bella Fiorentina purtroppo, che lascia intravedere tutto il talento di cui è impregnata. Pioli, al quale è risaputo che non piacciono i giovani, e non è vero che la Fiorentina è la squadra più giovane, ma è solo lui che usa il photoshop, fa giocare Sottil padre. Poi a fine gara dichiara “A noi allenatori non manca il coraggio, né guardiamo la carta d’identità, i genitori bravi giocano”. Nel secondo tempo la Samp ha meritato il pari, ma sarebbe bastato chiudere il primo con almeno un doppio vantaggio, a stare bassi. L’ideale partita double face per quella parte di tifoseria double face. E a me il tifoso costretto per indole a cercare le pecche, mi ricorda quei poveri cuochi delle mense che si sforzano a usare le zucche, i funghi trifolati, a fare minestroni, mentre ci sono ancora 30 gradi. Simeone prima sbaglia il facile ma poi fa un gran gol, bene Biraghi e Veretout, Pjaca scalda i motori, e Chiesa padre è ancora incontenibile. Il tifoso diviso dall’amore per la maglia e i risentimenti vari ed eventuali, vive naturalmente la difficoltà degli obiettivi modesti della Società, perché se raggiunti rimane comunque insoddisfatto, e se non raggiunti rimane comunque frustrato. Per fortuna ci sono anche quelli che hanno scelto di essere frustrati e insoddisfatti senza inutili perdite di tempo.

mercoledì 19 settembre 2018

Certi risentimenti


Ci siamo, la raccomandazione ai nostri giocatori è quella di non fare ponte. Vediamo se anche oggi Pioli farà giocare Veretout fuori ruolo, ma a me piace proprio per questo, mi piacciono le persone serie che non lo sembrano, e quelle che sembrano serie ma non lo sono. Poi c’è sempre la storia che se si vince si è meno ceppiconi, quello che capita anche alle donne più brutte, che diventano belle se non si peritano a fare pompini. Ma come diceva la mi’ nonna, le voglie c’è chi te le fa venire e chi te le toglie. E se perdiamo, il cane di Pavlov sarà stato meno prevedibile di voi. Se è vero come sembrerebbe, che tra un po’ in panchina ci andranno i robot, che vuol dire che ce ne saranno anche di disoccupati? A vedere certe foto mi è venuto in mente il Marasma, chissà quante volte gli sarà successo di posizionare male la bomboletta prima di scrivere su uno striscione. E certi risentimenti sono tipici di chi si è scaricato in faccia una bomboletta. Io per dirne una ho 7 pacchetti diversi (scatole di metallo) di liquirizia sul mobile del soggiorno, tutti iniziati. Ogni giorno ne scelgo uno diverso. Questa è l’unica forma di amore plurimo che mi riesce. Gli allenatori, invece, ne amo uno alla volta e solo quando siedono sulla panchina Viola. Conosco persino un eroe moderno che ha smesso di far polemica su Pioli per andare a cercare i funghi sull’Amiata. Stasera quindi, un buon risotto e un buon risultato.

martedì 18 settembre 2018

Troppi trippai


E’ già vigilia, e come tutte quelle che si rispettano, vigilia ecclesiastica uguale digiuno, la strada della magrezza degli obiettivi è lastricata di troppi trippai che tagliuzzano lampredotto. Chi sostiene di non provare più niente, rivelate le scarse ambizioni, ingaggiato allenatori limitati, e dimostrato essere una Proprietà insopportabile, in realtà sentono ancora tutto. Il paradosso è che si vorrebbe risolvere il problema con un altro problema, sostituire Pioli con un altro allenatore di quelli che ci possiamo permettere, tipo dare una seconda possibilità a Delio Rossi, di fatto facendoci schiacciare da quel chiodo che avrebbe dovuto schiacciare l’altro chiodo. E non si tiene conto che invece c’è un vantaggio considerevole nell’avere in panchina un mediocre, non solo svantaggi tattici, di altamente positivo c’è che basta poco per sentirci più competenti. Basta anche solo sapere come funziona il fuorigioco. Avere uno Spalletti, con la sua sapienza calcistica, tolto solo qualche scivolone casalingo, frustrerebbe un po’ le nostre convinzioni. E a quelli che dicono “si stava meglio quando si stava peggio”, chiedo se oggi sono contenti. Comunque domani se tutto va come deve andare ci possiamo sempre incazzare. Io che invece credo, confido, che ancora gioisco quando si vince, uscirò a illudermi. Adoratore, prono, poco ambizioso, che certe melanzane hanno più attributi, e che poi la Rita ci fa pure la parmigiana. Io sono quello che mostro quando non so di essere osservato. Mi sono comprato una barba finta come quella di Pioli, e quando rimango da solo la indosso per sentirmi ancora più ceppicone di quanto già non sono. Ed effettivamente così riesco a sbagliare persino la sostituzione delle lampadine. Poi ho messo il pesce con le patate nel frigo e il gelato nel forno. La Rita mi ha detto che sarebbe meglio che la smettessi anche di mettere i piatti nella lavatrice. Così come Veretout deve fare l’interno puro.

lunedì 17 settembre 2018

Quando c'è potenziale


Ieri avevo messo l’accento su come si è valutato in maniera diversa la sconfitta di Napoli. Il Bambi, anche incoraggiato dal vostro continuo sottolineare di come copio le battute, si è sentito autorizzato a bacchettarmi, perché secondo lui l’accento non ci va, ma la bella giornata dal punto di vista meteo mi è servita per rafforzare il concetto. Perché settembre al mare è bellissimo, è meno caldo, non c’è confusione, la spiaggia si è svuotata, meno ombrelloni, e i bar chiudono prima. Non c’è proprio nessuno, che tristezza settembre al mare. Del resto ci sono due modi anche di rispondere al citofono; “io” e “pizza”. La Yamaha è una moto, ma se c’è da offendere qualcuno è anche la “la Yamaha di tomà”. Se in questo momento Vecino e Borja Valero non sono più dei rimpianti, c’è sempre Babacar che con il suo gol ai gobbi ci ricorda che alla Proprietà non interessano le ambizioni dei tifosi, è più interessata al fair play finanziario, e non solo a quello finanziario, ma noi preferiamo quello di Douglas Costa. Infatti la Juve è a punteggio pieno. Se fumassimo sarebbe deprecabile e se smettessimo ci prenderebbe la malinconia a guardare i portaceneri puliti. Siamo così a Firenze, e io il desiderio di un allenatore come Spalletti lo nascondo dietro gli occhiali scuri. E mentre voi siete preoccupati per la Fiorentina guidata da un ceppicone, io sono preoccupato per voi che sostenete di non farcela, e poi invece ce la fate sempre. Evidenziando che non potete fidarvi neanche di voi stessi. Il Bambi dice che io mi accontento di un allenatore mediocre, non è vero, io non sottovaluto il potenziale degli scarti.

domenica 16 settembre 2018

Due modi diversi di vedere la stessa partita


La Fiorentina perde ma supera l’esame giocando con la giusta personalità e concedendo poco. Arbitro peggiore in campo, Pezzella beffato da Insigne su una giocata di Milik. Peccato, ma buone sensazioni. E poi la prima sconfitta ci serve per testare il taser su Pioli. Quella prima sconfitta che fa riemergere il problema di una tifoseria che non ce la fa più. L’insofferenza nei confronti del Mister è una specie di calo degli zuccheri. Leggendo i commenti mi accorgo di come si può vedere in maniera diversa la stessa partita, come quelle coppie al cui anniversario lei si sveglia e prepara la colazione con i fiori e il bigliettino romantico, lui si sveglia, non si accorge di niente e va a fare la colazione al bar pensando a Giampaolo. Oppure tipo quando ci si ferma per fare passare un pedone, ma lui non si fida comunque e ti fa cenno di passare, tu però ormai ti sei fermato e quindi lo inviti di nuovo ad attraversare, tu insisti e lui insiste, poi finisce tutto con una grande risata e un omicidio stradale. Comunque a volte penso che non può essere così ceppicone Pioli, poi leggo tutti gli errori che gli vengono addebitati e mi sorprendo sempre. La giornata degli anticipi ci ha detto che Mario Rui non è Roberto Carlos, che Icardi è fatto dello stesso marmo del David di Michelangelo, ma soprattutto c’è stata una gran bella proiezione; “l’Inter è l’anti juve”. Un film tragicomico di Maccio Capatonda. Insomma, stamattina presto ho detto “chissenefrega” sorridendo, e Firenze mi ha fatto l’occhiolino.

sabato 15 settembre 2018

Occhio all'inquinamento della passione


Siamo stati sfollati ma finalmente rientriamo nella nostra passione. Se poi andrà male potremo sempre valutare se siamo noi ad essere migliorati con gli anni, o è l’umore ad essere peggiorato. E’ sabato e andremo sicuramente a fare la spesa, intanto non lasciamo il carrello sporco, con guanti per la frutta, sacchettini ecc, con la scusa del pensiero ai Viola, e poi ricordiamoci di comprare un “Lucano”, così nell’eventualità peggiore non potremo cominciare a lamentarci. ADV non sapeva niente dell’incontro con i tifosi, ma ammesso che lo facciano, una volta che si sono detti tutto, uscirà uno striscione con scritto “ E adesso?”. Nel frattempo stasera scopriremo se finisce prima la nostra serie di vittorie consecutive o i saldi di PoltroneSofà. Per tornare un’ultima volta sull’estate devo dire che il vantaggio di una stagione così calda l’ho potuto constatare proprio ieri di ritorno dal Brennero. Il fatto che la Rita non stiri più dal 15 aprile perché fa troppo caldo, mi ha permesso d’indossare, unica rimasta, la maglia della Fiorentina del ‘92 con lo sponsor 7 Up. E già che ci sono voglio ringraziare, visto che ancora non lo avevo fatto, gli operatori della struttura di Capalbio che ci ha ospitato, che hanno avuto mille attenzioni. Quella della foto è solo un piccolo esempio Se questo sabato di partita importante vi smuove una moltitudine di cose dentro, mettete su almeno la moka da sei. Altrimenti ci sono sempre le capsule monouso. Grande impatto sulla partita e difficoltà della squadra nel recupero? No, le cosiddette “cialde” hanno un grande impatto ambientale, dovuto al difficile recupero dei materiali come: alluminio, plastica e fondi di caffè.

venerdì 14 settembre 2018

Ho incontrato la Vecchia Signora



Ieri ho aiutato una signora anziana ad attraversare la strada, poi una volta arrivati dall’altra parte mi ha detto “Signore, non è che adesso lo vai a scrivere sul blog per farti bello?” Io non la conoscevo, ma lei evidentemente sì, perché poi ha aggiunto “se i muri potessero parlare direbbero che quei quadri informali te li potresti attaccare nel culo”. Simpatica. E forse condizionata dalla seconda puntata di Xfactor che sarebbe andata in onda la sera, mi ha ringraziato dicendomi “tutti hanno un talento, tu, per esempio, boh.” Sono sicuro di aver incontrato quella baldracca della Vecchia Signora. Siamo alla vigilia della difficile partita di Napoli e il Bambi sembra riaccendersi un po’, la possibilità di una sconfitta interromperebbe quel circolo vizioso senza polemica, di trita e ritrita unità d’intenti, e entusiasmo nauseante. Lui sostiene la bellezza della diversità e varietà; partite vinte, ma anche perse e pareggiate. Soffre la noia del tutto uguale come vincere sempre, odia il monocolore delle serie positive. No al monopensiero che la felicità sia solo vincere. L’adrenalina della contestazione contro la Società non te la da nessuno. Tutto ciò lo ha portato a ridurre quasi a zero la vita sociale. Io gliela misuro dal numero di fila di accendini che riesce a finire senza farseli rubare. Non solo la Fiorentina, però, si è chiuso in casa anche per un altro motivo. Non aveva risposto al Pizzichi che lo aveva chiamato perché doveva avere dei soldi, non aveva risposto, e poi mandato un messaggio dove si giustificava dicendo che era in riunione. Il Pizzichi era però lì, e gli ha bussato sul finestrino della macchina. La sua chiusura interiore è comunque ereditaria, a prescindere dagli angeli e dai debiti di strada, una volta mi ha raccontato che una sua zia del Vingone teneva la sala da pranzo chiusa a chiave e tutta incellophanata. Gli ho ribadito che valutare ogni aspetto del problema “vincere sempre” lo farà restare chiuso in casa. Lui dal suo eremo interiore mi fa sapere, comunque vada a Napoli, che da lì non rischia di aiutare le "gobbe" ad attraversare la strada. Il suo striscione attaccato alle finestre di via Maffia sarà "No alle strisce, si al Principe di Galles".

giovedì 13 settembre 2018

A proposito di anomalie


Se il turno è domenicale non c’è problema, ma quando si gioca l’anticipo come noi contro il Napoli, non è possibile dire sabatale. E a proposito di anomalie, non so se siete al corrente, ma anche il “bacio alla francese” in realtà è il “bacio alla fiorentina”, per errore le truppe americane e inglesi, oltralpe, lo chiamarono french kiss, e così divenne famoso. Quindi oltre alla Gioconda anche il bacio. Anomalia per anomalia il Bambi ha preso l’abitudine di andare a fare la spesa in un supermercato dove fuori c’è un ragazzo di colore che aiuta a scaricare i sacchetti in macchina per qualche spicciolo, è molto discreto e gentile, il Bambi va lì apposta anche se il supermercato è fuori mano. Va lì perché c’è una cassiera bona. E ora cominciamo a dire che cosa evitare a Napoli. Pioli, che voi avete prontamente giudicato un mediocre, visto che le giornate si accorciano, per trovare l’equilibrio giusto potrebbe anche pensare di allungare pericolosamente la squadra. Tutto è possibile, quindi anche che il mister perda l’equilibrio come se ne avesse uno. Sempre meglio comunque di un capovolgimento di fronte tipo la giornata che comincia dal pomeriggio per finire la mattina. Sempre a proposito di anomalie voglio ricordare che 30 anni fa quando ancora ascoltavo Sade, esattamente oggi, era il 13 settembre. Non sono bastati 30 anni per capire che magari l’uva fa davvero schifo alle volpi. Tutto è ricominciato, anche io con le mie solite raccomandazioni, tipo al Bambi quando arriva settembre, quella di prendersi cura delle more. Una alla volta. Perché avercela con Pioli è troppo facile, più difficile polemizzare con una mora se arriva con il perizoma di pizzo come bandiera bianca. Ceppicone com’è, il Mister intendo, c’è il caso che getti le basi per una vittoria di prestigio, nell’indifferenziato.

mercoledì 12 settembre 2018

Per questo mi tengo Biraghi


Ci vorrebbe un organo che valutasse minuziosamente tutto ciò che viene detto nelle trasmissioni sportive, intendo quelle piene di ex giocatori che vivisezionano le azioni dopo le gare. Un organo che esamini minuziosamente la cazzata appena detta, come fa Alessandro Borghese quando esamina la cappa della cucina. Malgrado ciò ne uccide più la prima sosta di campionato che la spada. Che in Italia ci sia del razzismo mi sembra evidente, non solo negli stadi purtroppo, a Firenze poi, basta vedere i fenomeni d’intolleranza nei confronti di Pioli quando manda in tribuna Montiel, e quelli quando Biraghi crossa. Allora mi chiedo perché non mettiamo una serie di adesivi alle frontiere, lungo le coste, all’ingresso delle curve, visto che quelli sul vetro posteriore della macchina, con scritto “bimbo a bordo”, ne hanno salvati tantissimi. Basterebbe scrivere “Italia paese razzista”. Poi, quando ci lamentiamo perché gli altri comprano, gli invidiamo perché non rispettano i parametri del fair play finanziario, quando insomma l’erba del vicino è sempre più verde, vi racconto di quando la settimana scorsa a Capalbio ho finalmente conosciuto un guardiano del faro di quelli veri, ormai in pensione. Quante volte abbiamo sognato di vivere lontano da tutto? Che siano stati i Della Valle, i semafori, l’ufficio, lontano dalla tua solita vita di tifoso che non vince mai. Insomma, gli ho chiesto se mi poteva raccontare qualche storia di quella sua meravigliosa, e per certi versi, privilegiata professione. Mi ha risposto “che cosa vuoi che ti racconti, è stata una grande rottura di coglioni, in certi momenti mi è mancata pure mia moglie”. Per questo mi tengo Biraghi.

martedì 11 settembre 2018

Un taglio più filosofico


In questi giorni di stanca, con venti, trenta commenti, mi è tornato in mente quando mia mamma diceva che non avrei combinato mai niente nella vita. Forse è perché non ho più niente da dire, ma da tempo ormai. Mi rimane la soddisfazione di essere il capofamiglia, o capobranco, questo lo rimarco tutti i giorni dalla forza con cui stringo la caffettiera. E se continuano a diminuire i commenti potrò girare nudo per il blog, occhio quindi se magari ve ne cade uno. Forse è solo che non scrivo mai fine in fondo all’editoriale, e impazzite a cercare il seguito non si sa dove. O forse avete solo cominciato ad ascoltarmi senza credermi più. Potreste almeno farmi un bell’addio d’incoraggiamento. Prima però annuncio che per stimolare il vostro appetito, ho pensato di dare un taglio più filosofico a qualsiasi argomento, si, anche a quello gastronomico, che poi è la passera. Comunque, andando oltre, vista l’Italia contro il Portogallo, ho come il sospetto che l’uomo Conad, la sera, esca di casa per non guardare la Nations League. Con questa Nazionale, almeno in Italia, saremo concepiti nei weekend senza campionato. Il Bambi, con la sosta, la domenica, si chiude in se stesso e non vuole vedere nessuno, sostiene che è scritto anche nella Bibbia.

lunedì 10 settembre 2018

Una domenica simile a un lunedì lavorativo



Quando c’è la sosta per la Nazionale il Bambi viene colpito da un raro caso di angoscia serale domenicale, che si manifesta di sabato. Per lui la partita della Fiorentina ha un elevato potere terapeutico, fuori dalla quale, le cose bellissime tornano ad essere assolutamente disgustose. Tipo un secondo dopo l’orgasmo. Senza la Viola, ai pessimisti della dismissione che gli fanno notare di essere vicini alla fine del mondo, risponde di essere andati ben oltre, senza la possibilità di vedere il Cholito, che intanto segna con la Nazionale, Chiesa, che spacca la partita contro la Polonia, e Pjaca, a formare finalmente il trio delle meraviglie. In questa domenica simile a un lunedì lavorativo, viste le telefonate intrise di fretta, anche se non terminate col classico “entro stasera”, ma con la necessità di arrivare a domenica prossima il prima possibile, sono riuscito a rimanere in ascolto, bere, sorridere e rispondere; “ci sentiamo quando mi porti la bottiglia di Fonterutoli che mi devi per la scommessa persa su Benassi. E gli ho anche detto, che invece di stare lì a rammaricarsi per la mancanza di Fiorentina, di uscire a cercare nuovi obiettivi stimolanti da abbandonare alla prima difficoltà. Di fare come i suoi quattro amici al bar della comunità, che non sono riusciti a cambiare il mondo, ma che almeno si sono fatti una famiglia proprio per superare questi momenti di difficoltà. Non sarà il massimo l’Italia di Mancini, ma è comunque meglio di quella di Toto Cutugno.

domenica 9 settembre 2018

Aria di casa



A parte Chicco Testa che è volto noto,  incrociato ieri a Capalbio, in questa settimana ho sentito parlare quasi sempre tedesco. Ieri però appena arrivato a Firenze ho ritrovato i suoni tipici della città, basta rumore del mare e lingua germanica, in cambio di motorini smarmittati. Poi ho ritrovato soprattutto l’intercalare di un tipo in via Sant’Agostino, che ha salutato un gruppo di persone chiassose; “felicissima sera a tutte ‘sti signur ‘ncravattate. A chesta cummitiva accussì allera, uomm’n scicche e femmene pittat”. Aria di casa insomma. Torno e scopro che se n’è andato “Badile”, lo ricordo con quei gamboni senza la muscolatura definita dei calciatori di oggi. Era una delle mie prime Fiorentine. Mi ha fatto pensare alle cose del passato, per fortuna pensieri che accarezzano un momento triste, mi è tornato in mente quel bastone che da una parte aveva la manina d’osso per grattarsi la schiena, e dall’altra un calzante per infilarsi le scarpe senza chinarsi troppo. Perdere un calciatore della tua infanzia ti costringe a calcolare anche quanti chili hai preso e quanti capelli hai perso. Ma anche guardare avanti ha i suoi momenti malinconici, quando penso che per inseguire un sogno ci vuole il fiato che avevo quando ancora non avevo denunciato la scomparsa dei capelli. Per non parlare di oggi che sarà una domenica senza campionato, e con “Poltronesofà”. Per fare peggio si dovrebbe rompere la lavastoviglie. Allora per non guardare indietro, ma nemmeno avanti, mi sdraio in terra e guardo in su per vedere qualche bel culo.

sabato 8 settembre 2018

EscortAdvisor



Rientro da una settimana splendida, ma a prescindere dal lavoro, sarei comunque dovuto rientrare per cambiare l’acqua ai fiori di Bach. Un po’ di disagio lo proverò a rimettermi scarpe e pantaloni lunghi, proprio a questo servono i fiori di Bach, ma in città c’è chi deve convivere con disagi ben più grandi dei miei, penso alla difficoltà di mantenere un certo contegno di quelle ragazze con i tacchi alle quali i bambini passano il pallone. Le ferie che finiscono, secondo la Rita, sono la punizione per tutte le volte che ho infilato i cappellini nelle porte del biliardino per recuperare la pallina. A me sembra un po’ eccessivo. Bicchiere mezzo pieno? Posso tornare a NaturaSi a ricomprare qualcosa. Sembra poco? Allora ci metto che sono venuto a conoscenza della nascita del TripAdvisor del sesso, si chiama EscortAdvisor, un vero e proprio sito (italiano) per recensire le escort dopo una prestazione. Il picco è il lunedì all’ora di pranzo. Dategli un’occhiata. Risultano recensiti anche molti giocatori che baciano la maglia e poi vanno via a parametro zero. E poi c’è di peggio che rientrare dalle ferie, non vi va bene l’arte informale? Almeno in quella due o tre chili in più non si notano tra dripping, tagli e bruciature sulla tela. Volete il figurativo? Bene, allora beccatevi certi soggetti, che dopo gli ozi e i vizi estivi, sono rientrati nei quadri visibilmente appesantiti. Tipo Balotelli.

venerdì 7 settembre 2018

Tra Alan Sorrenti e Ron


Il mistero s’infittisce. Perché Biraghi è stato oggetto di richiesta del Milan? Io no so voi, ma con questi cerchi sulla sabbia vorrebbero fregarci, e non solo Biraghi. C’è qualcosa che non torna, e non c’è nessun particolare rastrello (mi dicono detto unghione) che tenga, ho letto che quando un cono gelato doppio costava 50 lire, oggi 2,50 €, uno stipendio poteva aggirarsi sulle 70.000 lire, per un totale di 1400 gelati. Oggi per comprare gli stessi gelati ci vorrebbero 3.500 €, mentre l’equivalente di chi guadagnava 70.000 lire sarebbe 1.500 €. Voi vi incazzate con i Della Valle, e nel frattempo ci hanno fottuto 800 coni gelato. Qui dalla mia macchia mediterranea preferita, tra farfalle gialle e coccinelle, vi chiedo di darmi delle risposte adeguate, non come quelle sui cerchi maremmani; se il figlio di Enrico Chiesa diventa calciatore, se il figlio del medico diventa medico, e quello del notaio, notaio, io e la Rita che in questo momento siamo figli delle stelle, figli della notte che ci gira intorno, cosa diventeremo? No, perché sotto le stelle, quando la Rita mi parla, ho imparato a rispondere con gli occhi, lei è sicura che le stia dando ragione, e io posso pensare alla formazione anti Napoli col rientro di Veretout e la possibile partenza da titolare di Pjaca. Questo è l’amore vero. L’amore incondizionato, quello che non ha bisogno di parole per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore. Che sia la passione per la Viola o per la Rita.


giovedì 6 settembre 2018

I misteri della Maremma


Non esiste solo il mistero dei cerchi nel grano, oltre a quello ancora più inspiegabile di come mai Hagi non sia andato alla Roma a fare il vice Pastore, esiste anche quello dei cerchi sulla sabbia della Maremma. Non c’è traccia di nessun mezzo meccanico al di fuori del cerchio, non c’è nessuna spiegazione per la quale un talento come quello rumeno non sia partito dalla squadretta di famiglia verso grandi platee al prezzo che in Italia si spende per pagare la commissione di un procuratore. E se non debutta Montiel, ce la fa invece il taser, in dodici città italiane. Spaghetti con le vongole, vino bianco, venticello fresco. Altro che bambole di silicone, che poi m’innamoro. Fuori in veranda, col rumore del mare, e in testa solo la Nations League, mi sono fatto un distillato di avverbi. Insomma qui è una pacchia, con la trapunta di stelle e la ninna nanna del mare, invece di quei motorini di merda e delle loro mamme in fuorigioco senza VAR. E pensare che c’è chi mette la maionese sul carasau. Si, la prima volta che la Fiorentina perde mi devo ricordare che c’è il sole, il mare, la macchia mediterranea, il vino, e lo spaghetto con le vongole. Ho nel cuore chi deve indossare di nuovo i jeans dopo l’estate. Anche per questo dovrei lasciarmi restare.


mercoledì 5 settembre 2018

Domanda del giorno


Confermo, le farfalle esistono ancora, di tutti i colori, svolazzano eleganti, non certo come il volo di Benassi al di sopra di certo scetticismo da sbarramento, un volo appesantito dai moccoli. Le farfalle qui non hanno le ali tarpate di Montiel e Hagi. Io ne avevo perse un po’ le tracce, o forse è solo perché in città sono più interessato alle passere, e non ci faccio caso. Si, la patata, si può fare fritta, bollita, al forno, col polpo, ci puoi fare pure gli gnocchi. Si, secondo me fuori dalle oasi del WWF bisogna ripartire proprio dalla patata. Intanto dopo Renzi a molti già comincia a mancare Lafont. Numero uno anche come infortunio stagionale. Non è tanto Benassi, è Candreva che è più avanti di Ronaldo nella classifica cannonieri, lo diceva un romano in spiaggia. Se ho capito bene con l’Udinese abbiamo vinto nell’unica occasione dove ci è stato concesso campo, sulla ribattuta del calcio d’angolo. A Napoli allora il terreno dovrebbe essere propizio in questo senso, con loro sbilanciati nel tentativo di sbloccare, e così ci lasceranno spazi per far male. Spero che ci crediate anche voi, che insomma non crediate solo agli sconti di Poltronesofà ora che hanno riaperto. Non solo farfalle, vedo anche cavalli in spiaggia la mattina presto, non come quelli a cavallo di fenicotteri gonfiabili, a cui evidentemente non piace quella cosa che in città mi distrae dalle farfalle. Gente a cui non piace il purè.  Forse abbiamo sbagliato i calcoli, vincere le prime due potrebbe risultare controproducente, lo scorso anno perdendole scegliemmo di deludere subito per non creare aspettative. E forse meglio di qui, adesso, solo a vedere le ninfee di Monet al Museo dell’Orangerie. A proposito di Parigi, anni ‘60, ma il cono doppio esiste ancora?

martedì 4 settembre 2018

L'esatto contrario di un tramonto



Tutto torna, l’entusiasmo dichiarato da Pioli a Moena, per esempio, con ciò che si vede in campo. Purtroppo anche noi dalle ferie prima o poi. Da queste magnifiche giornate. Però torna anche Veretout. Sono qui solo da sabato ma già ne percepisco i benefici, se è vero che mi è venuta in mente una genialata per risparmiare un po’ di soldi, quando rientriamo voglio regalare alla Rita un portachiavi a forma di borsa. E’ un po’ come fare una bella plusvalenza. Io mi ci sarò anche fissato, tra l’altro Ospina lo affronteremo presto, ma spero tanto che il Napoli non propenda per il più pratico citofono. Qualche Juventino presente qui nella profonda Maremma, nell’incertezza, al gol di Quagliarella si è pure alzato ad applaudire. Forse è anche un po’ troppo starsene a godere queste giornate bellissime quando c’è chi ha finito le ferie e già si addormenta sul divano. E l’esatto contrario del tramonto di ieri sera? La tristezza dell’inverno, quando ad infilare le mani sotto la gonna ci si trovano le calze. Il Bambi mi prende un po’ per il culo, ma tanto lui è uno di quelli che da di ceppicone a Pioli, e che se ci fosse Hagi sarebbe una Fiorentina da Champion, mi dice che a settembre al mare si aggirano certe vecchie tutte arrostite che ti verrebbe voglia di spalmargli il doposole. Arido e invidioso, e poi questa Fiorentina giovane, piena d’entusiasmo, questo ciclo che è ripartito malgrado la voglia sia quella di azzannare Della Valle alla giugulare, lo ha reso più astioso. A me invece, mettici pure lo stare in un posto che è il tuo posto, mi ha fatto tornare in mente il ciambellone di mia nonna, giallo, e quel suo profumo di cipria. Della nonna.

lunedì 3 settembre 2018

Andiamo a Napoli a livellare le sopracciglia di Ancelotti


Ronaldo zero Benassi 3. Non l’ho vista ma mi fido del vostro giudizio; grande Montiel. Altra notizia positiva la partenza intelligente, che malgrado il bollino nero, ha permesso  agli angeli di arrivare in tempo a dare una mano. Da quello che ho capito la Fiorentina ha un po’ faticato per avere la meglio, ma posso aver capito male visto che anche di Benassi avevo capito che fosse un bidone, e che Corvino avesse buttato via 10 milioni di Sundas. Per non parlare di Alonso. Ma pur soffrendo la Viola ce l’ha fatta, finalmente voglia di compattezza anche sugli spalti. Chiesa il solito egoista. Giornata splendida a Capalbio, poi anche la vittoria della Fiorentina, così alla fine ci siamo fatti due spaghetti aglio, olio e peperoncino, a mezzanotte. Come quando avevamo vent’anni. Leggo che l’Atalanta ha perso in casa col Cagliari e soprattutto che il Napoli ne ha presi tre, forse Ospina non ha ancora effettuato la prima parata nel campionato italiano. Così come il tecnico dell’Udinese sembra aver portato in Italia il catenaccio in salsa spagnola. Sempre se ho capito bene, perché i profumi della macchia mediterranea danno alla testa, la Fiorentina mostra una mancanza di fantasia a centrocampo, ampiamente prevista, compensata però dalla tenacia e dall’abnegazione. Lo scorso anno dopo due partite avevamo zero punti. Una giornata che ci ha detto soprattutto che il sopracciglio destro di Ancelotti non dialoga più con quello sinistro. Viola avanti a testa bassa, me la raffiguro così la vittoria di ieri, quelli del bicchiere mezzo vuoto diranno che a testa bassa prima o poi si sbatte nel muro, quelli del bicchiere mezzo pieno diranno che invece si può trovare anche qualche spicciolo per terra. Tra questi tramonti, il cielo che cambia vestito continuamente come i nobili di una volta, e il mare che ha smesso di ruggire, mi sento abbastanza neutro sull’argomento. Per accontentare i pessimisti e non scontentare gli ottimisti dico che questa vittoria si porta dietro una brutta notizia e una bella notizia. La bella non è la rivalutazione di Benassi, ma che non ci sono brutte notizie, la  brutta non è l’infortunio di Lafont, ma che non ci sono belle notizie.

domenica 2 settembre 2018

La mia personale vista sul mare


A piedi nudi sulla sabbia, cielo bellissimo, vento, rumore forte del mare per addormentarsi. Manca solo Montiel. Non la guarderò, non metterò le scarpe, disintossicazione da connessioni, e da asfalto. Editoriali stringati come i sandali alla schiava. Perché un po’ schiavi dell’illuminazione pubblica lo siamo. Se Guetta fa ancora le telecronache farò un salto indietro nel tempo. Mentre le cose che avevo rimandato a settembre era solo uno scherzo. Questa è una settimana nella quale per abbottonare la camicia procedo così: metto una maglietta. Forse neanche quella. Bianco di Pitigliano, tappo a vite. Roba da poco roba da molto. Perché i luoghi magnifici ti fanno sentire magnifico. E aria pregna di salsedine, altro che ketchup. Mi era mancato tanto settembre. Qui. Perché quando sono qui mi accorgo che il vecchio me non muore mai. E qui mi struggo a non vedere la Fiorentina, di uno struggimento dolce, di quelli che ti casca il cielo stellato, nero, addosso. E poi struggersi è anche una parola molto bella. Se la Juve vince, l’Inter vince, Ronaldo non segna, e anche Mancini ha visto pisciare Biraghi, qui prende tutto un altro significato. Anche le donne, le guardo con un altro occhio, lascio che abbiano la cellulite, il peso che segna la camminata, le gambe corte o affusolate, le poppe piccole, quelle grandi, il culo basso, il culo alto, l’età che hanno. Qui non importa. Possono vivere e invecchiare in pace. Ma se non vince la Fiorentina m’incazzo, e non m’importa più una sega del cielo stellato. E poi con il rumore troppo forte del mare, quando è incazzato perché Ronaldo continua  a non segnare, e sei solo a una decina di metri dalla spiaggia, quando il mare insomma sembra proprio di averlo dentro, non è semplicissimo addormentarsi.


sabato 1 settembre 2018

Cadere nel vuoto


Alla fine Pogba va a Torino davvero, Cavani a Napoli e Vidal a Milano. Anche se questo non è più calciomercato. Le cazzate da oggi le dico da Capalbio, comunque non si dovrebbe notare la differenza. Vacanze uguale cambio di abitudini, per cominciare stamani mi sono lavato i denti senza bagnare lo spazzolino. L’acqua bevuta dalla bottiglia durante il viaggio è molto più dissetante di quella bevuta dal bicchiere a casa. E così i tecnici del Barcellona stanno studiando il Sassuolo per capire come battere l’Inter. Mi farà bene stare un po’ lontano da San Frediano, e soprattutto dal Bambi, che si sente pranoterapeuta solo perché mette le mani addosso a chi non la pensa come lui. Comunque anche qui in spiaggia tutto il mondo è paese, tra chi è pessimista e lo dichiara con i cartelli anziché con gli striscioni, e chi è ottimista come natura crea. Prima dell’esclusione dall’Europa Gasperini parlava di una rosa qualitativamente non soddisfacente, dopo si è cominciato a lamentare di una rosa troppo ampia, e questo ci può stare, quello che non ci sta è che Hugo abbia definito Pioli un maestro, l’unica spiegazione che posso darmi è che parla strano, ma adesso che non sono più in viaggio vado su Google. Al primo Friday Night stagionale per la Serie A, Di Francesco ha dichiarato che al gol di Cutrone ha avuto quella sensazione di cadere nel vuoto di quando ci si siede sul water senza aver abbassato la seggetta.