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lunedì 3 settembre 2018

Andiamo a Napoli a livellare le sopracciglia di Ancelotti


Ronaldo zero Benassi 3. Non l’ho vista ma mi fido del vostro giudizio; grande Montiel. Altra notizia positiva la partenza intelligente, che malgrado il bollino nero, ha permesso  agli angeli di arrivare in tempo a dare una mano. Da quello che ho capito la Fiorentina ha un po’ faticato per avere la meglio, ma posso aver capito male visto che anche di Benassi avevo capito che fosse un bidone, e che Corvino avesse buttato via 10 milioni di Sundas. Per non parlare di Alonso. Ma pur soffrendo la Viola ce l’ha fatta, finalmente voglia di compattezza anche sugli spalti. Chiesa il solito egoista. Giornata splendida a Capalbio, poi anche la vittoria della Fiorentina, così alla fine ci siamo fatti due spaghetti aglio, olio e peperoncino, a mezzanotte. Come quando avevamo vent’anni. Leggo che l’Atalanta ha perso in casa col Cagliari e soprattutto che il Napoli ne ha presi tre, forse Ospina non ha ancora effettuato la prima parata nel campionato italiano. Così come il tecnico dell’Udinese sembra aver portato in Italia il catenaccio in salsa spagnola. Sempre se ho capito bene, perché i profumi della macchia mediterranea danno alla testa, la Fiorentina mostra una mancanza di fantasia a centrocampo, ampiamente prevista, compensata però dalla tenacia e dall’abnegazione. Lo scorso anno dopo due partite avevamo zero punti. Una giornata che ci ha detto soprattutto che il sopracciglio destro di Ancelotti non dialoga più con quello sinistro. Viola avanti a testa bassa, me la raffiguro così la vittoria di ieri, quelli del bicchiere mezzo vuoto diranno che a testa bassa prima o poi si sbatte nel muro, quelli del bicchiere mezzo pieno diranno che invece si può trovare anche qualche spicciolo per terra. Tra questi tramonti, il cielo che cambia vestito continuamente come i nobili di una volta, e il mare che ha smesso di ruggire, mi sento abbastanza neutro sull’argomento. Per accontentare i pessimisti e non scontentare gli ottimisti dico che questa vittoria si porta dietro una brutta notizia e una bella notizia. La bella non è la rivalutazione di Benassi, ma che non ci sono brutte notizie, la  brutta non è l’infortunio di Lafont, ma che non ci sono belle notizie.

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