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domenica 9 settembre 2018

Aria di casa



A parte Chicco Testa che è volto noto,  incrociato ieri a Capalbio, in questa settimana ho sentito parlare quasi sempre tedesco. Ieri però appena arrivato a Firenze ho ritrovato i suoni tipici della città, basta rumore del mare e lingua germanica, in cambio di motorini smarmittati. Poi ho ritrovato soprattutto l’intercalare di un tipo in via Sant’Agostino, che ha salutato un gruppo di persone chiassose; “felicissima sera a tutte ‘sti signur ‘ncravattate. A chesta cummitiva accussì allera, uomm’n scicche e femmene pittat”. Aria di casa insomma. Torno e scopro che se n’è andato “Badile”, lo ricordo con quei gamboni senza la muscolatura definita dei calciatori di oggi. Era una delle mie prime Fiorentine. Mi ha fatto pensare alle cose del passato, per fortuna pensieri che accarezzano un momento triste, mi è tornato in mente quel bastone che da una parte aveva la manina d’osso per grattarsi la schiena, e dall’altra un calzante per infilarsi le scarpe senza chinarsi troppo. Perdere un calciatore della tua infanzia ti costringe a calcolare anche quanti chili hai preso e quanti capelli hai perso. Ma anche guardare avanti ha i suoi momenti malinconici, quando penso che per inseguire un sogno ci vuole il fiato che avevo quando ancora non avevo denunciato la scomparsa dei capelli. Per non parlare di oggi che sarà una domenica senza campionato, e con “Poltronesofà”. Per fare peggio si dovrebbe rompere la lavastoviglie. Allora per non guardare indietro, ma nemmeno avanti, mi sdraio in terra e guardo in su per vedere qualche bel culo.

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